La nascita della scrittura

2.1 MESOPOTAMIA, DALLE CITTÀ AGLI IMPERI 

La nascita della scrittura

La gestione delle merci custodite nei magazzini era un’operazione complessa e delicata, che portò alla prima forma di scrittura, ancora rudimentale – viene chiamata infatti proto-scrittura, dal greco protos (“primo”, “predecessore”) –, costituita da immagini impresse sull’argilla per indicare il prodotto conservato e la quantità consegnata.

Registrare e comunicare 

Per essere sicuri che le riserve fossero sempre sufficienti, i funzionari del magazzino, gli scribi, registravano i prodotti in entrata e in uscita. Come ricevuta, rilasciavano ai contadini delle pallottole di argilla, le “bulle”, che contenevano pietruzze di forma diversa corrispondenti alla quantità e ai tipi di merce consegnata. Un sigillo, apposto dal funzionario sulle bulle prima che venissero essiccate al sole, ne impediva la manomissione: solo rompendole se ne poteva verificare il contenuto. Poco alla volta, per comodità, gli scribi iniziarono a incidere sulla superficie delle bulle anche i simboli grafici delle pietruzze che si trovavano all’interno: in questo modo non era più necessario romperle. Il passaggio successivo fu la sostituzione delle bulle con tavolette di argilla, che riportavano i segni incisi dagli scribi. Furono queste le prime forme di comunicazione scritta, comparse in Mesopotamia intorno al 3500 a.C., epoca a cui gli storici fanno risalire la nascita della scrittura e il passaggio dalla preistoria alla storia. In quel periodo, l’organizzazione delle civiltà fluviali stava diventando più complessa, e le conoscenze e le notizie che un tempo si tramandavano oralmente erano sempre più numerose. Nacque dunque la necessità di trovare un metodo di comunicazione efficace, che consentisse di trasmettere sempre più informazioni e di conservarle più a lungo. Il sistema elaborato dagli scribi mesopotamici per registrare le merci si dimostrò adatto anche a questo scopo.

Dai pittogrammi agli ideogrammi

Le prime forme di scrittura erano dunque dei simboli grafici: disegni, definiti pittogrammi, che indicavano prodotti o merci immagazzinate. Il disegno di una spiga, per esempio, indicava i cereali; una testa di bue o di ariete stava per un capo di bestiame e così via. L’incisione dei pittogrammi sulle tavolette di argilla era però piuttosto laboriosa; risultava più comodo trasformarli in segni stilizzati. Nacquero così gli ideogrammi, tra il 2500 e il 2000 a.C. Questa evoluzione non riguardò soltanto le forme dei segni, ma anche ciò che essi rappresentavano dal punto di vista del significato: la scrittura ideografica, infatti, non fu utilizzata unicamente per indicare oggetti concreti, ma anche concetti astratti. L’ideogramma dei piedi, per esempio, indicava una parte del corpo umano, ma anche il concetto di viaggio.
Questa forma di scrittura – ancora oggi utilizzata in alcuni Paesi asiatici, come Cina e Giappone – contava un numero elevatissimo di ideogrammi, che rappresentavano tutti i termini e i concetti espressi dalla lingua parlata. Per questo motivo, la scrittura ideografica era molto difficile da imparare ed era conosciuta soltanto dai membri della classe sacerdotale, che custodivano gelosamente le loro conoscenze e le tramandavano di generazione in generazione solo all’interno delle loro famiglie. I sacerdoti, impedendo alle altre classi sociali di istruirsi, si assicuravano un ruolo dominante nella società, mentre chi non sapeva né leggere né scrivere doveva dipendere dagli scribi per ogni rapporto con l’amministrazione statale o con la giustizia.

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Laboratorio DELLE FONTI I TESTI

Un poema epico a caratteri cuneiformi

Il tema del diluvio universale, presente anche nella Bibbia, risale probabilmente alla tradizione letteraria della civiltà sumera. È presente, infatti, nell’Epopea di Gilgamesh, un poema scritto in caratteri cuneiformi su tavolette d’argilla. In questa opera si narrano le vicende del leggendario re della città sumera di Uruk, che affrontò numerose avventure per scoprire il segreto dell’immortalità. Al suo interno si trova il racconto di una disastrosa calamità che colpì la Mesopotamia in epoca antichissima:

Per lungo tempo gli dei furono benigni; ma poi essi decisero di far scendere sulla terra un diluvio. […] Gli spiriti delle tenebre riversarono poi sulla terra una pioggia torrenziale; io guardai la tempesta, spaventevole a vedersi. Quando spuntò l’alba, si alzò una nuvolaglia nera come un corvo; gli spiriti del male erano scatenati e ogni luce si trasformò nel buio più fitto; soffiava impetuoso il vento del Meridione, le acque gorgogliando raggiunsero i monti, rovesciandosi sugli uomini […]. Tutti gli uomini erano diventati fango, la terra era uniforme e deserta.” 

F. Arborio Mella, Dai Sumeri a Babele, Mursia, Milano 2004. 


Rilievo proveniente dalla sala del trono della città di Dur-Sharukkin, nell’odierno Iran, che alcuni storici identificano con l’eroe Gilgamesh.

  • A chi viene attribuita la responsabilità del diluvio?

La scrittura sillabica e i caratteri cuneiformi 

Nel II millennio a.C., con l’espansione dei commerci, la nascita di vasti imperi e i contatti con popoli sconosciuti, si diffuse la necessità di un sistema di comunicazione meno complicato. Si affermò così l’uso di una scrittura in cui ogni segno non aveva più un significato particolare, ma rimandava al suono, o fonèma, di una sillaba: mettendo in sequenza i simboli di diversi suoni sillabici era possibile scrivere parole intere e di senso compiuto.
In questo modo era sufficiente conoscere poche decine di segni (corrispondenti a tutti i suoni della lingua parlata) per riuscire a scrivere con facilità tutte le parole, senza dover imparare il numero elevato di simboli tipico delle scritture ideografiche. La scrittura fonografica o sillabica si diffuse in tutto il Vicino Oriente a partire dal 1600 a.C. circa e favorì una profonda trasformazione sociale, perché era più facile da imparare e da usare. Crebbe così il numero di individui che sapevano leggere e scrivere e, anche se la maggioranza della popolazione restava del tutto analfabeta, per la prima volta gruppi sociali diversi dalla classe sacerdotale – in particolare i mercanti – poterono conoscere e utilizzare la scrittura. Questo mutamento ridusse a poco a poco l’influenza economica, culturale e politica di scribi e sacerdoti.
In Mesopotamia, agli inizi del I millennio a.C., l’evoluzione della scrittura sillabica fu accompagnata dall’elaborazione di segni ancora più stilizzati.
Questa scrittura è stata definita cuneiforme, poiché il bastoncino utilizzato per incidere le tavolette d’argilla produceva un’impronta a forma di cuneo. 

GUIDA ALLO STUDIO

  • In quale area geografica nacque la scrittura? Quando e per quale funzione?
  • Quale evoluzione subirono i sistemi di scrittura e quali conseguenze sociali determinarono? 

Il nuovo Storia&Geo - volume 1
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Dalla preistoria alla crisi di Roma repubblicana