4.3 L’ESPANSIONE NEL MEDITERRANEO

Laboratorio DELLE FONTI 

LE IMMAGINI

Mestieri e società nell’antica Roma

Grazie all’espansione commerciale seguita alla vittoria nelle guerre puniche, Roma divenne la più ricca tra le città del mondo allora conosciuto. Sulle sue vie si aprivano numerose botteghe di artigiani e commercianti, che vendevano ogni tipo di prodotti. I rilievi funebri e le statue riemerse dagli scavi archeologici consentono di ricostruire le loro attività e il ruolo che svolgevano nella società del tempo.
Le merci provenienti da tutte le terre affacciate sul Mediterraneo venivano vendute nei “fori”, i mercati delle città. A loro volta, i commerci alimentavano le attività artigianali, che raggiunsero un notevole livello di specializzazione. Gli artigiani romani erano in grado di realizzare manufatti molto elaborati. Le famiglie più ricche acquistavano tessuti, oggetti preziosi, profumi e ornamenti per mostrare in pubblico la loro elevata condizione sociale. L’influenza della cultura greca aveva stimolato l’apertura di botteghe di artisti che producevano copie in marmo di statue greche dell’epoca classica, comprate dai ricchi romani per ornare le loro abitazioni. Vasai, pittori e scultori si ispiravano all’arte greca anche per le loro realizzazioni, spesso commissionate dai nobili romani che intendevano esaltare la propria immagine pubblica.

Rilievi di vita quotidiana

Marmo, II secolo a.C.- I secolo d.C. 
Museo Ostiense, Ostia (immagine 1);
Museo della civiltà romana, Roma (immagini 2-5).



LA CONDIZIONE DELLE DONNE ROMANE

Le donne nobili romane, le “matròne”, erano sottoposte alla tutela del marito, ma potevano ricevere eredità, acquistare possedimenti e partecipare alla vita pubblica: come accadeva alle donne etrusche, uscivano liberamente per recarsi a fare acquisti o accompagnavano i mariti nei ricevimenti ufficiali. A differenza degli uomini, che avevano il praenomen (per esempio, nel caso di Marco Porcio Catone, Marco, paragonabile al nostro nome proprio), il nomen (Porcio, che identificava la gens, la famiglia Porcia) e il cognomen (Catone, una sorta di soprannome che indicava una caratteristica del personaggio), le donne avevano un solo nome, derivato dal nomen della famiglia di appartenenza: per esempio Porcia, Fabia, Cornelia, Emilia, Cecilia. Generalmente le fanciulle nobili venivano promesse come spose dal loro padre ai membri di altre famiglie quando erano ancora adolescenti: in questo periodo esse deponevano le bambole, simbolo della loro fanciullezza, presso le statue dei Lari, protettori della famiglia, e vivevano ritirate in casa in attesa che il padre trovasse loro uno sposo. Nelle famiglie povere, invece, le bambine venivano spesso “esposte”, cioè abbandonate per strada o sulle acque dei fiumi subito dopo la nascita, affinché venissero adottate da qualche ricco viandante. L’abbandono delle figlie femmine dipendeva in genere dal fatto che le donne, sposandosi, uscivano dalla famiglia portando con sé, come dote, una parte del patrimonio familiare.


  • Quali arnesi puoi riconoscere nelle varie immagini?
  • A che cosa si dedicavano gli artigiani marmorai?
  • Perché, secondo te, nelle immagini presentate c’è una predominanza maschile?

Il nuovo Storia&Geo - volume 1
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Dalla preistoria alla crisi di Roma repubblicana