L’Italia centrale e le sue risorse

4.1 L’ITALIA PREROMANA

L’Italia centrale e le sue risorse

Due delle più fiorenti civiltà che si svilupparono in Italia, quella degli Etruschi e quella dei Romani, ebbero origine nella parte centrale della penisola, nelle attuali regioni della Toscana e del Lazio. La ricchezza di quest’area era costituita in primo luogo dall’allevamento e dall’agricoltura, che nel corso del I millennio a.C., grazie ai contatti con il mondo greco, aveva beneficiato dell’introduzione della vite e dell’ulivo. Grazie a queste colture redditizie e all’integrazione dell’agricoltura con l’allevamento, la produzione di risorse alimentari fu per diversi secoli sufficiente a mantenere una popolazione in crescita, anche in assenza di una rete commerciale che in altre aree del Mediterraneo era già diventata parte rilevante dell’economia.
Nella crescita di queste civiltà ebbe un ruolo importante anche la presenza di altre risorse naturali, a partire dalle miniere di ferro, rame, stagno e argento, molto consistenti nei monti Metalliferi e nelle isole che oggi fanno parte dell’arcipelago Toscano. L’estrazione dei metalli, e in particolare del ferro, favorì lo sviluppo di una fiorente attività metallurgica e l’incremento, nel tempo, dei flussi commerciali tra l’entroterra e le coste.

Il Lazio nel II millennio a.C. 

L’area laziale – il cui nome deriva dal latino latus, “ampio”, “largo” – ospita l’ampia valle del fiume Tevere, che nei pressi del mar Tirreno si allarga in una fertile pianura ( CARTA). Appena più a sud si trovano i colli Albani, di origine vulcanica e dunque adatti alla coltivazione di cereali, legumi e ortaggi, lino e canapa (questi ultimi utilizzati per realizzare tessuti). Anticamente, buona parte della valle del Tevere e della costa tirrenica laziale (Agro Pontino) era circondata da vaste paludi; per il resto, la zona presentava una ricca vegetazione di tipo mediterraneo, popolata da una variegata fauna selvatica (lupi, cervi e cinghiali). Nei boschi veniva praticato l’allevamento dei suini, mentre negli ampi pascoli quello di bovini e ovini, che fornivano carni, latte, formaggi e lana; i bovini erano utilizzati anche come animali da tiro nelle attività agricole.

La valle del Tevere 

I primi villaggi che avrebbero costituito la città di Roma sorsero in una posizione geografica particolarmente favorevole ( LABORATORIO DELLE FONTI). Nei pressi dell’isola Tiberina, infatti, il fiume era facile da attraversare e i collegamenti tra le due sponde erano abbastanza agevoli. In questo punto, inoltre, si incrociavano importanti vie di comunicazione fluviali e terrestri, che collegavano il Lazio con il resto dell’Italia centrale e, in seguito, con il nord e il sud della penisola. Il Tevere consentiva il collegamento dell’entroterra con il mar Tirreno e, per di più, lungo il corso del fiume risaliva fino all’interno della regione un importante tracciato utilizzato per il trasporto e il commercio del sale, prodotto nelle saline costiere e molto ricercato per la conservazione dei cibi.
Grazie a questi elementi favorevoli, sui colli lambiti dal Tevere sorsero diversi insediamenti. I villaggi furono costruiti sulle alture per evitare i danni causati da improvvise inondazioni del fiume, oltre che per sfuggire alle malattie provocate dagli insetti che infestavano le aree paludose. La posizione elevata consentiva inoltre di difendere meglio l’abitato in caso di incursioni di genti nemiche.
Roma ebbe origine in questo ambiente favorevole alla presenza umana, vicino com’era a terre che consentivano un discreto sviluppo delle attività agricole e dell’allevamento. Le condizioni ambientali, però, non bastano a spiegare il grande sviluppo insediativo ed economico dell’area: l’intervento umano fu infatti fondamentale per garantirne la prosperità. In particolare, i lavori di bonifica ridussero l’ampiezza delle paludi ed estesero i terreni coltivabili. L’incremento delle estensioni agricole, a sua volta, stimolò gli scambi commerciali, creando le premesse per il miglioramento delle condizioni di vita di una popolazione in costante crescita demografica.

Laboratorio DELLE FONTI I TESTI

La favorevole posizione geografica di Roma

In questo brano lo storico Tito Livio, vissuto a cavallo tra il I secolo a.C. e il I d.C., cita un discorso del console Furio Camillo (V-IV secolo a.C.). Dalle parole del celebre uomo politico romano emerge la consapevolezza dell’influenza determinante che le condizioni ambientali esercitarono sullo sviluppo economico e sociale dell’antica Roma.

Ebbene, quando io me ne ero lontano […] ogniqualvolta io pensavo alla patria, la mia fantasia mi rappresentava vivo questo spettacolo: i colli e le campagne e il Tevere […]. Non a caso certo gli dèi e gli uomini prescelsero questi luoghi per fondarvi una città: colline saluberrime, un fiume opportunissimo per convogliarvi i prodotti delle regioni interne e per riceverne le importazioni marittime, in località vicina al mare quanto basta per le nostre necessità, ma non tanto da esporci al pericolo di incursioni di navi straniere, nel cuore dell’Italia, favorevole quant’altre mai allo sviluppo di una città. E lo prova proprio l’estensione rapida di questa, così recente.” 

Tito Livio, Storia di Roma, V, 54, trad. di C. Vitali, Zanichelli, Bologna 1989.


  • Perché le colline vengono definite “saluberrime”?
  • Per quali scopi veniva usato il fiume Tevere?
  • Perché la distanza dal mare del luogo in cui sorge Roma è ideale?

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Nuova ricchezza dai commerci 

Dopo una lunga fase in cui la penisola Italica rimase sostanzialmente autonoma dal punto di vista della produzione delle risorse alimentari, gli scambi commerciali con le colonie fenicie e greche dell’Italia meridionale conobbero un rilevante incremento. I contatti con il Mediterraneo orientale – e, attraverso questo, con il Vicino Oriente – non erano mancati neanche in precedenza; grazie a essi, fin dal III millennio a.C. gli antichi popoli italici avevano conosciuto la lavorazione del rame, e così, nel II millennio a.C., anche l’Italia era entrata nell’età del bronzo. Per molto tempo, tuttavia, i commerci erano rimasti limitati a un numero ristretto di beni: le ceramiche, le pietre dure e l’ossidiana.
Nel I millennio a.C., invece, lo sviluppo agricolo favorì l’incremento degli scambi e, di conseguenza, l’espansione economica e demografica delle comunità italiche. I villaggi da cui sarebbe sorta la città di Roma, come abbiamo visto, si trovavano proprio al centro delle vie commerciali che percorrevano la penisola. Presso l’isola Tiberina, infatti, si incrociavano tre importanti flussi mercantili: da nord giungevano i cereali e i metalli destinati alle colonie greche dell’Italia meridionale; da queste arrivavano olio, vino, ceramiche e altri manufatti e prodotti artigianali diretti all’Italia settentrionale; lungo il Tevere, infine, venivano trasportati il sale e gli altri prodotti delle zone costiere verso l’entroterra.

GUIDA ALLO STUDIO

  • Quali risorse naturali erano presenti nella parte centrale della penisola Italica?
  • Quali attività economiche erano praticate nella valle del Tevere?
  • Quali interventi umani sull’ambiente favorirono lo sviluppo economico e l’aumento demografico?

Il nuovo Storia&Geo - volume 1
Il nuovo Storia&Geo - volume 1
Dalla preistoria alla crisi di Roma repubblicana