Il regno di Macedonia alla conquista della Grecia

3.5 L’ETÀ ELLENISTICA

IL RACCONTO DELLA STORIA

Il regno di Macedonia alla conquista della Grecia

La decadenza politica ed economica delle póleis greche favorì l’ascesa del regno di Macedonia, che nel corso del IV secolo a.C. si affermò come una grande potenza nel Mediterraneo orientale sotto la guida di Filippo II e, soprattutto, di suo figlio Alessandro. Inserendosi nelle contese che da ormai un secolo contrapponevano le città greche e sfruttando la loro debolezza economica, i Macedoni assoggettarono i territori della penisola Ellenica per poi rivolgersi verso Oriente, alla conquista di un vastissimo impero.

La società macedone e l’esercito

La società macedone era molto diversa da quella delle libere città greche. Al vertice vi era la figura del re, che risiedeva nella corte di Pella, capitale del regno, e guidava la classe dei nobili, formata da proprietari terrieri, che costituivano la cavalleria dell’esercito. La popolazione era invece composta prevalentemente da contadini liberi che lavoravano le terre dei nobili e combattevano nella fanteria.
Per garantirsi la fedeltà dei nobili, i sovrani donavano loro vasti appezzamenti di terre; questo meccanismo implicava però la necessità di conquistare sempre nuove aree, tenendo l’esercito costantemente impegnato in una politica di espansionismo territoriale.
L’esercito rappresentava il punto di forza del regno; era organizzato nella falange macedone, evoluzione di quella tebana: una formazione molto compatta, impenetrabile per i nemici. Grazie all’uso delle sarisse, lunghe lance che rendevano possibile colpire lo schieramento avversario prima di arrivare al combattimento corpo a corpo, la falange macedone si dimostrò superiore alla tradizionale falange greca, rendendo l’esercito di questo popolo pressoché imbattibile.

L’espansione macedone

Nel 359 a.C., eletto re dai nobili macedoni, Filippo II intraprese una politica di espansione militare nelle regioni vicine: nel 357 a.C. conquistò le città di Anfìpoli e di Pidna, per poi dirigersi verso Potidèa, nella penisola Calcidica, dove sottrasse agli Ateniesi le miniere di oro della regione, da utilizzare per finanziare le guerre e per corrompere le città greche che rifiutavano l’alleanza con il suo regno.
Quando nel 353 a.C., intervenendo al fianco di alcune póleis, Filippo II si assicurò il controllo della Tessaglia, la potenza macedone cominciò a essere avvertita come una minaccia anche dalle città della Grecia meridionale ( CARTA). Mostrando notevoli abilità diplomatiche, Filippo II si presentò come il difensore dei Greci e come il custode dell’ordine e della pace.
Di fronte a questo atteggiamento, i Greci reagirono in modo non univoco. Atene, per esempio, si divise in tre schieramenti: il partito che voleva sottomettersi alla Macedonia per combattere Tebe, guidato da Èschine e Isòcrate; i sostenitori di Eubùlo, che attraverso trattative diplomatiche speravano di frenare l’espansione macedone; infine, il gruppo che faceva capo al politico e oratore Demòstene (autore delle Filippiche, discorsi rivolti contro Filippo II), il cui obiettivo principale era l’indipendenza della pólis, da perseguire anche attraverso un’alleanza con Tebe contro il comune nemico macedone.

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La conquista della Grecia

La speranza dei Greci di mantenere l'indipendenza e la libertà ebbe però vita breve. Nel 348 a.C. i Macedoni conquistarono Olinto, nella penisola Calcidica, sconfiggendo il contingente militare ateniese che era giunto in soccorso della città, e posero sotto assedio Bisanzio. Controllando lo stretto dei Dardanelli, i Macedoni potevano bloccare i rifornimenti di cereali che dalle coste del Ponto Eusìno (come a quel tempo era chiamato il mar Nero) giungevano ad Atene.
A questo punto, su esortazione di Demostene le città greche si unirono nella lega antimacedone, sostenuta economicamente anche dal re persiano, preoccupato dell'espansione di Filippo II. Nel 338 a.C., tuttavia, a Cheronèa, in Beozia, i Macedoni sconfissero definitivamente gli avversari ( CARTA). Persa ogni possibilità di mantenere l'indipendenza, nel 337 a.C. le città greche accettarono le condizioni previste dalla pace di Corinto: Filippo II divenne il comandante supremo della lega panellenica, formata da póleis formalmente libere ma, di fatto, assoggettate al controllo militare macedone.

GUIDA ALLO STUDIO

  • Quali ricchezze naturali possedeva la Macedonia? 
  • Come era organizzata la società macedone? 
  • Qual era il punto di forza dell'esercito macedone? 
  • Quali strategie utilizzò Filippo II per imporre l'egemonia macedone nel mondo greco?   
  • Quali condizioni comportò la pace di Corinto? 

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