1.2 - Climi, fasce climatiche e biomi

1 IL SISTEMA TERRA: STRUTTURA, AMBIENTI E POPOLAMENTO

1.2 Climi, fasce climatiche e biomi

I vari ambienti naturali della Terra sono caratterizzati dalla presenza di climi diversi. Il clima dipende essenzialmente da due elementi: la temperatura, ossia la quantità di calore che il Sole trasmette alla Terra, e le precipitazioni, cioè la caduta di acqua, allo stato liquido o solido, sulla superficie terrestre. Altri elementi che influiscono sono la pressione atmosferica, ossia il peso esercitato dall’atmosfera sulla superficie terrestre, l’umidità dell’aria, che è la quantità di vapore acqueo presente nell’atmosfera, e i venti, cioè gli spostamenti di masse d’aria.

I fattori climatici

Gli elementi climatici subiscono l’influenza dei fattori climatici, determinando così le caratteristiche specifiche degli ambienti naturali. Questi fattori sono:

  • la latitudine, cioè la distanza di un luogo dall’Equatore. Poiché la Terra è sferica, il riscaldamento è maggiore nei punti in cui il tragitto dell’irradiazione del Sole attraverso l’atmosfera è più breve e dove i raggi si concentrano in uno spazio più ridotto, come all’Equatore, dove essi cadono perpendicolarmente al terreno; al contrario, il riscaldamento risulta minore nei punti della Terra in cui, come ai Poli, i raggi devono compiere un percorso più lungo per attraversare l’atmosfera e si disperdono in superfici più ampie, formando un angolo di incidenza più ridotto. In sintesi, maggiore è la latitudine di un luogo, minore è la sua temperatura media annua;
  • l’altitudine, cioè la distanza in verticale di un luogo dal livello del mare, che provoca una diminuzione delle temperature di circa 0,6 °C ogni 100 metri di altezza in più rispetto al livello del mare;
  • la vicinanza alle grandi masse d’acqua dei mari e degli oceani, che si scaldano e si raffreddano più lentamente rispetto al suolo dei continenti. Questa caratteristica fa in modo che i mari trattengano il calore accumulato nelle stagioni calde e lo rilascino lentamente in quelle fredde, mitigando il clima dei territori costieri;
  • la presenza di correnti marine nelle vicinanze dei litorali costieri: per esempio, la corrente calda proveniente dal golfo del Messico percorre migliaia di chilometri nell’ocea­no Atlantico e raggiunge le coste della penisola Scandinava, in Europa settentrionale, mitigandone il clima, che dovrebbe essere molto più freddo a causa della latitudine.

Le fasce climatiche

Tra i fattori che influiscono sulla varietà di climi del pianeta, la latitudine svolge un ruolo preponderante, tanto che in base a essa la Terra viene suddivisa in cinque fasce climatiche, o astronomiche, che al loro interno presentano caratteristiche climatiche analoghe ( CARTA). Possiamo individuare i confini tra le diverse fasce all’incirca in corrispondenza dei paralleli dei Tropici e dei Circoli polari.

La fascia centrale della Terra, che comprende la linea dell’Equatore, va dal Tropico del Cancro (23° 27' di latitudine nord) al Tropico del Capricorno (23° 27' di latitudine sud) ed è denominata fascia torrida, o intertropicale. Nei territori che rientrano in questa zona, il Sole si trova per due volte l’anno allo zenit: i suoi raggi cadono cioè in modo perfettamente perpendicolare sulla Terra. Le temperature medie di questa zona sono tra le più elevate del pianeta, e il clima quindi è costantemente caldo.

Fra il Tropico del Cancro e il Circolo polare artico (66° 33' di latitudine nord) si estende la fascia temperata boreale, o settentrionale (nella quale rientra anche l’Italia), mentre fra il Tropico del Capricorno e il Circolo polare antartico (66° 33' di latitudine sud) si trova la fascia temperata australe, o meridionale. In queste fasce i raggi solari aumentano la loro inclinazione a mano a mano che ci si avvicina ai Poli: le temperature medie sono di conseguenza meno elevate rispetto a quelle della fascia precedente. L’estensione di questa zona fa sì che il clima presenti forti varietà: clima subtropicale umido, con inverni freschi e secchi ed estati calde e umide (spesso influenzate dai monsoni); clima mediterraneo, con inverni miti e temperature medie elevate in estate (le precipitazioni sono concentrate soprattutto nei mesi invernali); clima temperato fresco, con inverni miti ed estati fresche con piogge frequenti. Una prerogativa accomuna, però, questi tre tipi di clima: quattro stagioni abbastanza diverse tra loro, una caratteristica che tra l’altro differenzia questa fascia dalle altre.

Le ultime due fasce, che si estendono oltre i Circoli polari, sono denominate fascia polare artica, che comprende il Polo nord, e fascia polare antartica, che comprende il Polo sud. Qui le temperature medie sono molto più basse, perché i raggi del sole raggiungono la massima inclinazione, al punto da scomparire del tutto in un determinato periodo dell’anno. Il clima è molto rigido e i ghiacci sono perenni.

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Ambienti naturali e biomi

Le fasce climatiche rappresentano una suddivisione utile per individuare l’andamento generale del clima sul nostro pianeta, ma non sono sufficienti a definire le peculiarità dei diversi ambienti della Terra, le cui caratteristiche sono condizionate anche dagli altri fattori climatici: in particolare l’altitudine, la vicinanza dei mari e la presenza di barriere naturali. A seconda del clima, infatti, incontriamo ambienti naturali diversi, caratterizzati da un paesaggio che si mantiene uniforme e dalla presenza di determinate associazioni tra tipi di vegetazione (flora) e specie animali (fauna). Ciascuno di questi insiemi formato da esseri viventi, animali e vegetali, che interagiscono tra loro in un medesimo ambiente, influenzandosi reciprocamente, viene definito bioma (dal greco bíos, “vita”). Solitamente i biomi sono raggruppati in tre aree principali, corrispondenti alle tipologie di clima che caratterizzano le relative fasce climatiche. Possiamo individuare: i biomi dei climi freddi, tipici delle due fasce polari, i biomi dei climi caldi, caratteristici della fascia intertropicale, e i biomi dei climi temperati, presenti alle medie latitudini, nelle due fasce temperate ( CARTA).

I biomi dei climi caldi 

Mentre le fasce climatiche sono facilmente delimitabili in base alla latitudine, i confini dei biomi sono invece molto più difficili da definire. Nella fascia torrida o intertropicale si trovano i biomi dei climi caldi, ossia la foresta equatoriale, la giungla, la savana, la steppa e i deserti caldi.

  • La foresta equatoriale o pluviale si estende su gran parte dei continenti, lungo la linea dell’Equatore: è caratterizzata da piogge costanti e abbondanti e da temperature elevate. La vegetazione è molto intricata, con liane e piante rampicanti, e presenta diversi strati. Al livello del suolo il sottobosco è composto di arbusti e felci, mentre gli alberi possono svilupparsi fino a 20-40 metri di altezza nella zona intermedia, con chiome strette, o raggiungere addirittura i 60 metri, nello strato superiore. La foresta pluviale è il più ricco serbatoio di biodiversità della Terra.
  • La giungla, definita anche foresta tropicale o monsonica, è il bioma delle regioni asiatiche che si affacciano sull’ocea­no Indiano, dove cadono piogge abbondanti provocate dai monsoni, venti caldi stagionali, carichi di umidità e responsabili dei cicloni tropicali che si abbattono frequentemente su queste zone durante l’estate. Qui radure erbose e cespugliose si alternano ad aree più fitte di vegetazione, dove trovano riparo numerose specie animali, tra cui i mammiferi di grande taglia (elefanti, bufali, giaguari e tigri).
  • A mano a mano che ci si allontana dall’Equatore, le precipitazioni diminuiscono: la foresta pluviale lascia gradualmente spazio al bioma della savana, caratterizzata da ampie distese erbose che appaiono più o meno rigogliose a seconda dei periodi dell’anno, a causa dell’alternanza di stagioni piovose e asciutte. Qui vivono i grandi mammiferi erbivori (elefanti, ippopotami, rinoceronti, giraffe, zebre e antilopi) e i predatori carnivori (leoni, ghepardi, iene e sciacalli).
  • Se ci si allontana ulteriormente dall’Equatore si incontra il bioma della steppa, un ambiente semiarido a causa della scarsità di risorse idriche. Qui il manto erboso si riduce progressivamente, lasciando spazio solo a radi cespugli.
  • Nei pressi delle linee dei Tropici si trovano i deserti caldi in cui non piove mai, perché le alte pressioni dell’atmosfera sono stabili durante tutto l’anno e impediscono la formazione di nubi. Con il cielo sempre limpido, le temperature sono molto elevate e provocano l’evaporazione delle poche risorse idriche presenti: la crescita della vegetazione può avvenire perciò solo nelle oasi, alimentate da fonti sotterranee. I deserti caldi possono essere sabbiosi (come quello del Sahara, in Africa), rocciosi (come quello ai confini tra gli Stati Uniti e il Messico), o pietrosi (come la parte del deserto del Sahara che si trova in territorio algerino).

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I biomi dei climi temperati

Nelle zone degli ambienti con climi temperati l’alternarsi delle stagioni limita gli sbalzi di temperatura e distribuisce le precipitazioni lungo tutto l’anno: per questo vi si trovano situazioni climatiche molto differenti tra loro. Appartengono a quest’area la macchia mediterranea, le praterie, le foreste di latifoglie e i deserti freddi.

  • La macchia mediterranea è tipica delle zone costiere che si affacciano sul mar Mediterraneo, da cui prende il nome, ma si trova anche in altre regioni, come la California, il Cile, il Sudafrica e l’Australia sudoccidentale. Il suo clima, definito temperato caldo, con estati calde e secche e inverni miti e piovosi, favorisce lo sviluppo di una vegetazione spontanea, composta da alberi di piccole dimensioni e da arbusti ed erbe aromatiche.
  • Nelle regioni continentali interne, lontane dai mari, si estendono le pianure delle praterie, la cui vegetazione consiste prevalentemente di piante erbacee e, in alcuni casi, di alberi di latifoglie di dimensioni ridotte. Costituisce l’habitat privilegiato di erbivori di ogni taglia.
  • Le altre regioni continentali dell’area, con climi freschi e umidi, sono caratterizzate dalle foreste di latifoglie (faggi, querce e aceri), che perdono la loro chioma in autunno. Lungo le coste occidentali dell’America settentrionale, soggette a precipitazioni abbondanti, si estendono le foreste di sequoie, alberi che possono superare i 100 metri di altezza. La fauna è molto ricca ed è composta principalmente da cervi, caprioli, daini, orsi, cinghiali, lupi, lepri e scoiattoli.
  • Un altro bioma che rientra negli ambienti con clima temperato delle regioni più continentali è quello dei deserti freddi, presente, per esempio, nelle zone temperate dell’Asia e dell’America meridionale, come la Patagonia. È caratterizzato da forti escursioni termiche annuali, con estati molto calde e inverni freddissimi.

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I biomi dei climi freddi

Nelle zone con climi freddi o polari la forte inclinazione dei raggi solari determina temperature molto più rigide: a partire da 50° di latitudine, le latifoglie lasciano progressivamente spazio alle conifere (pini, larici e abeti), che, avendo foglie aghiformi, riescono a resistere meglio alle basse temperature. I biomi caratteristici di questi climi sono la taiga, la tundra, il bioma delle zone polari e quello di alta montagna.

  • Nell’emisfero boreale, o settentrionale, si estendono fitti boschi di conifere che formano la taiga, o foresta boreale. È un ambiente tipico della Scandinavia, della Russia, della Siberia e del Canada. Più a nord la presenza di conifere si riduce lasciando spazio agli alberi nani. Qui vivono grandi mammiferi (renne, alci e caribù) e predatori (lupi e orsi).
  • Spostandosi verso il Polo nord, si incontra la tundra, che nella lingua dei lapponi, una popolazione della Scandinavia settentrionale, significa “pianura senza alberi”; presenta infatti solo piccoli arbusti, erbe, muschi e licheni, gli unici vegetali in grado di resistere agli inverni lunghi e freddissimi, con temperature che scendono di molti gradi sotto lo zero. La fauna è rara, caratterizzata soprattutto dalla presenza di buoi muschiati, caribù e lepri artiche.
  • L’Artide (presso il Polo nord) e l’Antartide (attorno al Polo sud) presentano il clima delle zone polari, con temperature molto rigide, che possono scendere anche a 80° sotto zero: le terre e i mari sono ricoperti costantemente da uno strato di ghiaccio, l’ambiente è del tutto privo di vegetazione e la fauna comprende mammiferi di terraferma (orsi bianchi, lupi, renne e buoi muschiati) e mammiferi costieri (foche, trichechi, otarie e cetacei).
  • Condizioni simili a quelle delle regioni con clima freddo, sebbene a latitudini inferiori, sono presenti anche sulle catene montuose elevate, caratterizzate dal bioma dell’alta montagna: qui le temperature diminuiscono progressivamente in base all’altitudine; salendo di quota sopravvivono solo i boschi di conifere, con pini e abeti, ma, oltre una certa altitudine, la vegetazione si riduce agli arbusti e alle erbe.
FOCUS

TEMPERATURA, PIOVOSITÀ E BIOMI 
Sui biomi dei vari ambienti influiscono in maniera differente la temperatura e la piovosità. Confrontando il grafico sotto e il planisfero della pagina a fianco, si può notare come la scarsità delle piogge, rispetto alla latitudine e alla temperatura, abbia un’influenza superiore nel favorire la diffusione dei deserti: per esempio, il deserto del Sahara e le foreste tropicali dell’Asia sudorientale e dell’America centrale si trovano alla stessa latitudine e hanno temperature simili, ma presentano livelli di piovosità ben differenti.

L’incidenza della scarsità di piogge sulla diffusione dei deserti.

GUIDA ALLO STUDIO

  • Quali sono i fattori climatici che influenzano gli elementi del clima?
  • Come sono suddivise le fasce climatiche?
  • Quali sono le caratteristiche principali dei biomi nelle diverse fasce climatiche?

Il nuovo Storia&Geo - volume 1
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Dalla preistoria alla crisi di Roma repubblicana