Prassitele

L’ARTE GRECA

Prassitele

Prassitele, scultore vissuto nel IV secolo a.C., è chiamato anche il “maestro della grazia” perché preferisce ritrarre figure di donne o di adolescenti che, rispetto ai corpi maschili degli atleti, permettono di realizzare statue dalle curve più sinuose e dalle forme più tondeggianti. Per questo Prassitele usa spesso il marmo, più adatto del bronzo a rendere la morbidezza della figura (mentre il bronzo è più efficace per dare risalto ai dettagli della muscolatura). Il grande scultore ritrae i suoi soggetti in situazioni quotidiane, semplici; sia i gesti sia le espressioni dei volti esprimono dolcezza e serenità. Per esempio, Apollo è rappresentato ancora adolescente (1) mentre, appoggiato a un albero, mostra l’intenzione di schiacciare la lucertola che vi si sta arrampicando (Sauroctòno significa infatti “che uccide una lucertola”); non appare come un dio maestoso e distaccato, ma molto umano, anche grazie alla scelta del momento in cui è colto: quello di un gioco infantile.

L’Afrodite più copiata

Anche l’Afrodite Cnìdia (cioè della città di Cnido) è colta in un momento di intimità: sta per fare il bagno e appoggia l’abito su un vaso con la mano sinistra mentre porta avanti la destra per coprirsi in un gesto di spontaneo pudore (2). La veste e il vaso fanno da supporto esterno alla statua, che è leggermente sbilanciata in avanti: Prassitele così sposta il baricentro della figura, rendendola flessuosa e realistica. Si tratta dell’opera più citata dalle fonti antiche e più riprodotta, tanto che ne possediamo oggi numerose copie.

Il filo dell’arte - volume B
Il filo dell’arte - volume B
Dalla Preistoria ai nostri giorni