Il Surrealismo

IL PRIMO NOVECENTO

Il Surrealismo

L’avanguardia surrealista porta l’arte nel mondo dei sogni. Come il Dadaismo – da cui prende origine e dal quale eredita lo spirito ribelle e anticonformista –, il movimento spazia dalle arti visive al cinema, dal teatro alla poesia. Punto di partenza è l’indagine dell’inconscio, dei meandri più nascosti della mente: è lì che si annida il senso delle cose, e il sogno è il mezzo per cercarlo e raggiungerlo. Un altro metodo per rivelare ciò che si nasconde sotto la realtà visibile è dare spazio al caso: le immagini surrealiste spesso si sottraggono alle regole razionali e gli accostamenti di oggetti appaiono, appunto, casuali o frutto di libere associazioni mentali.
Capofila e iniziatore del movimento è il poeta francese André Breton, poi con il tempo al ristretto gruppo iniziale si aggiungono artisti molto diversi fra loro, come Max Ernst (Brühl, Germania 1891-Parigi 1976), Joan Miró (Barcellona 1893-Palma di Maiorca 1983), René Magritte (Lessines, Belgio 1898-Bruxelles 1967) e Salvador Dalí (Figueres, Spagna 1904-1989).

Miró: tra racconto e astrazione

Miró si svincola dalla rappresentazione figurativa tradizionale, ma non rinuncia alla dimensione narrativa, come dimostrano i titoli delle sue opere, sempre molto poetici, che evocano un universo incantato e quasi fiabesco.
In Dialogo di insetti (1), per esempio, la scena è divisa in due parti – terra e cielo – ottenute attraverso campiture di colore piatte che aboliscono i volumi. La terra è popolata di alberi dalle forme stilizzate che tendono verso l’alto e da buffi animali con antenne e baffi. Nel cielo, di un colore blu intenso con una bianca luna, fluttuano insetti e farfalle che sembrano parlare agli esseri terrestri.

Dalí, un artista eccentrico e multiforme

Non è facile riassumere la molteplicità di interessi di Salvador Dalí: pittore, scenografo, coreografo, scrittore, filosofo sono solo alcune delle “etichette” che si possono associare a questo straordinario personaggio, che innova profondamente il modo di essere artista nel Novecento.
Uno dei dipinti che meglio permette di capire la sua opera è Piaceri Illuminati (2). Questa tela è importante per vari aspetti. In primo luogo qui Dalí utilizza l’espediente dei “quadri nei quadri”, un procedimento che moltiplica l’immagine in un gioco fantastico di scatole cinesi, con l’effetto di rapire lo spettatore e creare sconcerto.
In secondo luogo, la tecnica pittorica assume il carattere del cosiddetto “realismo fotografico”, cioè ricerca un livello di verosimiglianza vicino a quello della fotografia, con effetti di disorientamento sull’osservatore, il quale grazie allo stile del pittore percepisce come reale ciò che invece è sogno.
Infine, per ingannare e quasi sedurre ulteriormente lo spettatore, l’artista mescola alla tela dei collages, come già avevano fatto i pittori cubisti, ma l’estrema abilità di Dalí rende difficile distinguere cosa è dipinto e cosa è invece incollato.

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Magritte e il paradosso della rappresentazione

Il gioco artistico di Magritte spesso consiste nel proporre una visione ingannevole: una cosa che ne simula un’altra, o una situazione che contraddice le nostre certezze. Per raggiungere questi effetti di stupore, l’artista utilizza oggetti o paesaggi consueti, in cui però dettagli incoerenti sembrano rompere ogni certezza.
Nell’opera dal titolo evocativo La condizione umana (3) compare un quadro su un cavalletto posto davanti a una finestra, nell’interno di una casa; nel quadro c’è un paesaggio che continua visivamente il paesaggio reale che appare all’esterno. In questo modo Magritte affronta uno dei dilemmi tipici del Surrealismo: dove inizia la finzione e dove finisce la realtà?

Ernst e i mostri dell’irrazionale

A differenza delle raffigurazioni di Magritte, che utilizzano elementi abituali in modo inconsueto e incoerente, i quadri dell’artista tedesco Max Ernst sono popolati da mostri e figure fantastiche che sembrano appartenere a un mondo immaginario. La tecnica pittorica appare tradizionale, con immagini riconoscibili e ben definite nei dettagli, ma è proprio questo apparente realismo ad accentuare la componente irrazionale, come accade nei sogni: si vede qualcosa che sembra perfettamente vero, ma in realtà non lo è.
Nel dipinto La vestizione della sposa (4), come suggerisce il titolo, è raffigurato il momento in cui una sposa si veste per la cerimonia: la donna al centro è però nuda, coperta solo di un mantello di piume rosse, con la maschera di un uccello in testa. Attorno a lei si muovono creature inquietanti, mostri grotteschi, personaggi di incubi.

Il filo dell’arte - volume B
Il filo dell’arte - volume B
Dalla Preistoria ai nostri giorni