FOCUS: La natura morta

IL SEICENTO

FOCUS 

La natura morta

Nell’arte, la natura morta è una rappresentazione senza figure e personaggi vivi, composta soltanto di oggetti inanimati: frutta, fiori, alimenti, stoviglie, vasi, specchi, libri, strumenti musicali e altro. Il genere esisteva già nell’antichità classica e a volte compariva nei mosaici dei pavimenti delle ville romane, ma è agli inizi del Seicento che la natura morta diventa il soggetto di quadri singoli e composizioni autonome.
A Firenze Jacopo Chimenti, detto l’Empoli (Firenze 1551-1640), dipinge soprattutto interni di cucine: per la prima volta un soggetto così umile è considerato alla stregua di un grande dipinto di storia o di mitologia.

Amare riflessioni sulla vita

Già nella famosa Canestra di frutta di Caravaggio (p. 274) si capiscono i temi fondamentali di questo genere: l’interesse scientifico per la rappresentazione della natura, analizzata in tutti i suoi aspetti più minuti, e la creazione di raffigurazioni dai significati simbolici o allegorici. Nelle nature morte infatti compaiono spesso elementi che devono far riflettere l’osservatore sulla brevità della vita e lo scorrere del tempo: un teschio, un fiore appassito, un frutto che sta per marcire, una clessidra.
Nella natura morta del pittore lombardo Evaristo Baschenis (Bergamo 1617 ca.- 1677), sugli strumenti musicali, raffigurati con grande precisione, si è depositata la polvere, segno che il tempo non risparmia neanche le arti e la musica.
Il fiammingo Abraham Brueghel (Anversa 1631-Napoli 1697), che trascorre in Italia quasi tutta la vita, raffigura frutta di vario tipo; alcuni chicchi d’uva sono già scuri, la melagrana non è più rossa: stanno marcendo. Al centro della tela c’è una strana anguria, con una spessa buccia e poca polpa rossa.

Il filo dell’arte - volume B
Il filo dell’arte - volume B
Dalla Preistoria ai nostri giorni