La civiltà delle piramidi: l’antico Egitto
La storia dell’Egitto si snoda in un arco temporale lungo tre millenni, dal IV millennio a.C. fino alla conquista da parte dei Romani nel I secolo a.C.
Si divide in tre grandi periodi, corrispondenti ad altrettante dinastie di sovrani:
- l’Antico Regno o Età delle Piramidi (2650-2124 a.C.);
- il Medio Regno (2123-1550 a.C.);
- il Nuovo Regno o Età dei Templi (1550-1070 a.C.).
La società egizia ha una struttura gerarchica con a capo un unico re, il faraone, considerato il rappresentante in terra del dio Horus – la principale divinità egizia – e assistito nel governo dai suoi funzionari. Vengono poi, in ordine di importanza, i sacerdoti e gli scribi, cioè coloro che conoscono e usano la scrittura; i compiti più pesanti sono affidati al popolo, che vive nelle città e nelle campagne, e ai servi di palazzo.
Tutta l’arte egizia, dall’architettura alla scultura e alla pittura, è un mezzo per rendere omaggio
alle divinità, al faraone e al culto dei
morti. Simbolo di questa civiltà sono infatti le piramidi, in particolare quelle di Giza, enormi tombe erette per celebrare la grandezza e la memoria del sovrano, e per accompagnarlo nella vita dell’aldilà.
L’arte dell’antico Egitto rimane invariata nel corso dei tremila anni di storia di questa civiltà, tanto da presentare quasi sempre le stesse caratteristiche: questo permetteva alla popolazione di comprendere, anche a distanza di secoli, il messaggio che ogni dipinto o scultura voleva comunicare, rendendo omaggio al potere assoluto e immutabile del faraone e delle divinità.
Agli Egizi si deve inoltre l’invenzione della
scrittura geroglifica, che ricorre a pittogrammi, cioè disegni, per esprimere concetti, idee, azioni.
Per scrivere si usa un supporto nuovo, il foglio di papiro, sul quale è possibile utilizzare penne e inchiostri.