Arabia Saudita

ASIA – MEDIO ORIENTE

ARABIA SAUDITA

Il territorio dell’Arabia Saudita occupa quasi l’80% della Penisola Arabica ed è prevalentemente desertico. L’Arabia Saudita confina a ovest con il Mar Rosso, a nord con la Giordania, l’Iraq e il Kuwait, a est con il Mare Arabico, il Qatar e gli Emirati Arabi Uniti, a sud con l’Oman e lo Yemen.

IL TERRITORIO E IL CLIMA

La terra dei deserti

Una lunga catena montuosa, il Sarawat, corre per migliaia di chilometri lungo la costa del Mar Rosso, nella parte occidentale del territorio saudita, ed è divisa in due parti: una settentrionale chiamata Hegiaz, con vette che raggiungono i 2000 m di altitudine, e una meridionale, l’Asir, che supera i 3000 m.
A est del Sarawat si estende un grande altopiano arido, il Neged, che comprende tutta la parte centrale del Paese e digrada dolcemente verso est, passando dai 1400 m di altitudine della parte occidentale ai 750 nei pressi del suo limite orientale. Il Neged è delimitato a nord e a sud da due grandi aree desertiche, rispettivamente il Nafud e il Rub al-Khali, uno dei più grandi deserti del mondo.

Nessun lago o fiume

In Arabia Saudita non esistono fiumi e laghi naturali. Ai piedi della catena del Sarawat si trovano i letti di antichi fiumi ormai prosciugati, chiamati in arabo uadi. Le uniche zone umide naturali sono le oasi, che si concentrano sull’altopiano del Neged e si trovano immancabilmente in corrispondenza delle poche città dell’entroterra. Al-Hasa, situata invece nella parte orientale del Paese, è considerata la più grande oasi del mondo.

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Clima torrido all’interno, più mite sulle coste

Il clima prevalente è quello tipicamente desertico, caratterizzato da un’estrema aridità (in molte zone può non piovere per anni) e dalla fortissima escursione termica giornaliera, con temperature estive fino a 50 °C. La stretta regione costiera lungo il Mar Rosso e la più ampia regione umida nei pressi del Golfo Arabico registrano temperature più miti e un’escursione termica meno accentuata; sono inoltre caratterizzate da un’elevata umidità.

LA POPOLAZIONE

Una popolazione quasi esclusivamente araba

Circa il 90% della popolazione saudita (che complessivamente supera i 27 milioni di abitanti) è costituito da arabi, che hanno proprio qui la loro antica terra di origine: discendono infatti dalle tribù nomadi che abitavano la regione fin dal I millennio a.C. La lingua ufficiale del Paese è l’arabo, e una delle condizioni essenziali per chiedere e ottenere la cittadinanza saudita è essere di fede musulmana.
Una minoranza consistente è rappresentata dagli immigrati stranieri, spesso impiegati come manodopera non qualificata a basso costo.

La culla dell’Islam

Quasi tutti i sauditi sono di religione musulmana, e la maggior parte di essi aderisce all’Islam sunnita nella sua variante wahabita, una scuola teologica che riconosce particolare importanza alla rigida interpretazione dei princìpi del Corano. Inoltre, poiché i due più significativi luoghi dell’Islam, le città sante di La Mecca e Medina, si trovano proprio in Arabia Saudita, il territorio nazionale è considerato suolo sacro dai musulmani di tutto il mondo.
Per questo motivo in Arabia Saudita è proibita la costruzione di luoghi di culto che non siano moschee islamiche, ed è prevista perfino la pena di morte per i cittadini musulmani colpevoli di apostasia (l’atto di abbandonare la propria religione e convertirsi a un’altra fede). Dal punto di vista legale le religioni diverse da quella islamica non sono vietate (esistono infatti piccolissime minoranze di cristiani ed ebrei), ma la loro pratica è concessa solo in ambito strettamente privato.

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Ordinamento dello Stato: monarchia assoluta

L’Arabia Saudita è una delle poche monarchie assolute rimaste al mondo: il potere politico è in mano al sovrano e ai funzionari nominati dalla casa reale. L’unica legge a cui il re deve rendere conto, al pari di tutti gli altri cittadini, è la sharia, il complesso di norme tradizionali elaborate in ambito islamico a partire dalle prescrizioni contenute nel Corano. Ogni aspetto della vita dei cittadini è regolato da norme religiose. Su tutto il territorio nazionale, per esempio, non è consentito il consumo di carne di maiale e di alcolici, entrambi vietati dal Corano. Le donne, in particolare, sono soggette a una serie di regole e proibizioni: non possono frequentare i locali pubblici se non accompagnate dal marito o da un membro maschio della propria famiglia, non possono guidare l’auto e sono tenute a osservare norme molto precise per quanto riguarda l’abbigliamento.

Un’elevata urbanizzazione

Il carattere inospitale di gran parte del territorio saudita fa sì che la densità media della popolazione sia molto bassa, circa 12 ab./km2, e che la maggioranza delle persone si concentri nei grandi centri urbani: questo si traduce in un elevato tasso di urbanizzazione, pari all’83%. La capitale del Paese è Riyad, una città moderna in continua espansione, con una popolazione stimata di circa 7 milioni di abitanti. La città sorge sul territorio di un’antica oasi sull’altopiano del Neged.

GEOSTORIA

Sciiti e sunniti

Spesso si sente parlare di scontri tra sunniti e sciiti in Medio Oriente: si tratta di due confessioni che hanno lo stesso credo di base, l’Islam, ma differenti storie e pratiche religiose, un po’ come accade nel Cristianesimo tra il cattolicesimo e le varie confessioni protestanti. La divisione tra sciiti e sunniti deriva dal disaccordo, sorto alla morte di Maometto (nel 632 d.C.), in merito a chi dovesse succedergli. Una parte riteneva che la successione dovesse essere ereditaria e che la guida dovesse passare ad Alì, cugino e genero di Maometto. I membri del partito (shi’a in arabo) di Alì divennero i primi sciiti e affermarono che l’unica fonte degli insegnamenti di Maometto fosse il Corano. L’altra fazione sosteneva invece che l’autorità dovesse passare ai compagni più stretti di Maometto, in particolare ad Abu Bakr, che fu il primo califfo (capo della comunità musulmana). Questa parte riteneva che, come base della legge e della dottrina islamica, oltre al Corano si dovessero considerare anche gli insegnamenti tratti dalle storie sulla vita di Maometto, chiamate sunnah.
Per secoli sunniti e sciiti combatterono aspre guerre, e tra le due confessioni permane una forte tensione che influenza la politica del Medio Oriente. Gli sciiti, pur essendo la confessione minoritaria (10% dei musulmani nel mondo), sono in maggioranza in alcuni importanti Stati mediorientali, tra cui Iran, Iraq e Bahrain.
La divisione tra sciiti e sunniti condiziona la rivalità tra Iran e Arabia Saudita, i due Stati più influenti della regione, che combattono da anni una “guerra per procura”, sostenendo con denaro e armi i movimenti armati e i Governi nazionali sciiti e sunniti in lotta in molti Stati mediorientali, tra cui Siria, Iraq e Yemen.

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GEOOGGI

Il nodo dei diritti umani

Da parecchi anni le organizzazioni umanitarie internazionali criticano il Governo saudita per lo scarso rispetto dei diritti umani. La libertà delle donne è molto limitata, così come quella religiosa. In Arabia Saudita, per esempio, esiste ancora il reato di stregoneria (del quale sono accusate soprattutto le donne), che prevede come pena la decapitazione.
Anche le libertà politiche e il diritto di espressione sono fortemente limitati, ed è duramente punita qualsiasi forma di dissenso nei confronti del Governo e della dinastia regnante: poiché il sovrano saudita si considera il difensore dell’Islam, ogni critica alla monarchia è interpretata come un’offesa alla religione e punita di conseguenza. Nel 2015 il giovane blogger Raif Badawi è stato condannato a 10 anni di carcere e 1000 frustate per aver contestato il Governo sul suo sito Internet.
Le stesse organizzazioni (come Amnesty International) che criticano l’Arabia Saudita accusano anche le democrazie occidentali (tra cui gli Stati Uniti e l’Unione Europea) di non essere abbastanza dure con il Governo saudita nel pretendere il rispetto dei diritti umani. Questo perché, sempre secondo i critici, l’Occidente non vuole inimicarsi un Paese che rappresenta un importante alleato economico e politico nella regione mediorientale.

L’ECONOMIA

L’economia saudita è indissolubilmente legata al suo principale settore di attività, quello dell’estrazione, della raffinazione e della distribuzione del petrolio.

L’agricoltura non basta a sostentare la popolazione

Meno dell’1% della superficie dell’Arabia Saudita è adatto all’agricoltura, e la produzione non è sufficiente a soddisfare il fabbisogno alimentare interno.
Si coltivano cereali (come orzo e frumento), oltre a pomodori, limoni e datteri, di cui il Paese è uno dei primi esportatori mondiali.
Negli ultimi decenni il Governo saudita ha varato misure per aumentare l’estensione delle terre coltivabili, in modo da ridurre le importazioni di prodotti alimentari dall’estero: prima fra tutte, la diffusione dell’irrigazione artificiale.

Petrolio e finanza: i protagonisti dell’economia

I giacimenti petroliferi sauditi sono tra i più estesi e ricchi del mondo, e il Paese è il primo esportatore mondiale di petrolio (anche se recentemente è stato superato dagli Stati Uniti nella classifica dei produttori). I settori industriali più importanti sono quelli che impiegano il petrolio come materia prima, come quello della raffinazione, quello petrolchimico e della produzione di materie plastiche.
Negli ultimi anni il Governo saudita sta cercando di sviluppare altri comparti industriali per ridurre la dipendenza dell’economia dalle vendite di petrolio. Importantissimo è oggi anche il settore finanziario: gli abbondanti proventi della vendita di petrolio, chiamati in gergo economico “petroldollari”, sono investiti in un’ampia varietà di aziende e attività finanziarie locali, ma soprattutto estere (Geo Oggi pagina 107).

Geoblog - volume 3
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