ASIA – MEDIO ORIENTE

GEOPATRIMONIO

SUSA, capitale di tre imperi

Adagiata sulle pendici più dolci dei monti Zagros nell’Iran occidentale, non lontano dal confine con l’Iraq, Susa fu per molti millenni uno dei centri urbani principali del Medio Oriente. Gli archeologi vi hanno trovato tracce di un insediamento risalente almeno al 4400 a.C., il che fa di Susa una delle più antiche città del mondo. Tra il III e il I millennio a.C. la città divenne il centro più importante della fiorente civiltà elamita, che aveva stretti rapporti con le vicine città sumere dell’attuale Iraq; successivamente, sotto il regno della dinastia achemenide (VIIV sec. a.C.), fu capitale dell’Impero persiano insieme alla città di Persepoli; infine fu una delle capitali dell’Impero dei Parti (II sec. a.C.-III sec. d.C.).
Oggi le possenti rovine di templi e palazzi che si levano dalle basse colline erbose danno solo una pallida idea della grandezza di Susa nei suoi “periodi d’oro”. L’edificio più importante i cui resti siano giunti fino a noi è il palazzo dell’imperatore persiano Dario, un tempo decorato con statue e mosaici di guerrieri e animali fantastici, alcuni dei quali si possono ora ammirare nei musei dell’Iran e del resto del mondo. Numerosi reperti sono esposti proprio a Susa, in un curioso edificio: il castello in stile europeo medievale fatto costruire alla fine del XIX secolo dall’archeologo francese Jacques Jean-Marie de Morgan, come base per le sue campagne di scavo nella città.
Le rovine di Susa e la vicina città moderna, Shush, furono duramente colpite dai bombardamenti durante la sanguinosa guerra tra Iran e Iraq (1980-1988), ma negli anni successivi il Governo iraniano ha provveduto a un completo restauro del sito, che oggi è visitato da un numero sempre maggiore di turisti.

PERCHÉ VIENE TUTELATA

L’Iran è un Paese islamico molto osservante e si potrebbe pensare che il Governo e la popolazione guardino con diffidenza ai resti degli antichi monumenti e templi, risalenti all’epoca preislamica, che sopravvivono sul territorio iraniano. Molti gruppi fondamentalisti islamici, come l’ISIS (Geo Oggi pagina 117), considerano infatti luoghi di questo genere testimonianze “pagane” da cancellare. In realtà in Iran avviene l’esatto contrario: gli antichi monumenti sono protetti e oggetto di campagne di scavo e restauro, e i siti archeologici come Susa e Persepoli sono popolari attrazioni turistiche, visitate tanto dagli iraniani quanto dagli stranieri. La stessa Susa è stata dichiarata Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO nel 2015. Questo atteggiamento si spiega in parte con il fatto che gli iraniani sono profondamente orgogliosi della propria identità persiana, costituita dalla peculiare lingua parlata in Iran (il farsi) e dalle antiche tradizioni derivate anche dalla religione zoroastriana. Un’identità che il Governo non perde occasione di sottolineare in contrapposizione a quella araba dei popoli vicini, con i quali c’è una forte rivalità. Gli antichi siti sono quindi visti come testimonianze della grandezza della civiltà persiana, e in quanto tali valorizzati.

Geoblog - volume 3
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