EUROPA – REGIONE FRANCESE

GEOOGGI

Il nucleare in Francia

La Francia conta 58 reattori nucleari attivi sul proprio territorio, raggruppati in 19 centrali. È il secondo Paese del mondo per quantità di energia prodotta tramite nucleare, pari a 407 miliardi di kilowatt all’anno (al primo posto ci sono gli Stati Uniti, con 789 miliardi di kilowatt): questo quantitativo soddisfa il 75% del fabbisogno di energia elettrica della Francia e rappresenta il 40% del consumo totale di energia del Paese.
La Francia cominciò a sviluppare un proprio programma nucleare per usi civili già alla fine della Seconda Guerra Mondiale. I Governi francesi infatti sono sempre stati favorevoli a questo tipo di energia; posizione che non è cambiata nemmeno in seguito all’incidente alla centrale giapponese di Fukushima del marzo 2011, quando un forte terremoto e il successivo tsunami danneggiarono gravemente alcuni reattori della centrale provocando una fuoriuscita di materiale radioattivo. Le radiazioni contaminarono un’area nel raggio di decine di chilometri dalla centrale, costringendo oltre 150.000 persone a lasciare le proprie abitazioni. In seguito all’incidente diversi Paesi (tra cui lo stesso Giappone, la Germania e la Svizzera) hanno deciso di interrompere la costruzione di nuove centrali nucleari o addirittura di abbandonare gradualmente il nucleare in favore di altre forme di energia più sicure. Ma non la Francia, che è anzi l’unico Paese dell’Europa Occidentale in cui è attualmente in costruzione un nuovo reattore nucleare, nella centrale di Flamanville in Normandia.
Questo atteggiamento è fonte di preoccupazione per la parte dell’opinione pubblica contraria all’uso del nucleare, tanto in Francia quanto nei Paesi vicini, compresa l’Italia. Il programma nucleare italiano è stato infatti abbandonato in seguito a un referendum tenutosi nel 1987, in cui la maggioranza degli elettori si è espressa a favore della chiusura delle quattro centrali nucleari allora esistenti sul territorio italiano (il risultato è stato riconfermato da una nuova consultazione nel 2011). Ma alcune centrali nucleari francesi si trovano a poche centinaia di chilometri dal confine italiano: se fossero coinvolte in un eventuale grave incidente, le conseguenze potrebbero estendersi ben oltre la frontiera. In particolare, un incidente come quello di Fukushima o, ancora peggio, come quello avvenuto a Chernobyl in Ucraina nel 1986 (Geo Oggi pagina 205), potrebbe provocare la fuoriuscita dal reattore di una nube radioattiva in grado di spostarsi, spinta dal vento, per migliaia di chilometri, contaminando il territorio sottostante. Nel marzo del 2016 il Governo tedesco ha chiesto a quello francese di chiudere la centrale nucleare di Fessenheim, al confine tra i due Paesi, che è la più vecchia della Francia e dove, secondo svariate associazioni ambientaliste, si sono verificati negli anni precedenti alcuni incidenti che le autorità francesi si sono affrettate a minimizzare. Ci sono poi le forti preoccupazioni sulla sicurezza e sorveglianza delle centrali, che potrebbero essere oggetto di attacchi terroristici.

Geoblog - volume 2
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