Spagna

EUROPA – REGIONE IBERICA

SPAGNA


CLIL

The Andalusian Plain is a predominantly agricultural area, with olive groves occupying much of the land.

Situata all’estremità occidentale dell’Europa, la Spagna occupa oltre l’80% della superficie della Penisola Iberica. Confina a nord-est con la Francia e il piccolo Stato di Andorra, a ovest con il Portogallo; è bagnata a sud e a sud-est dal Mar Mediterraneo e a nord e a nord-ovest dall’Oceano Atlantico. A sud, il territorio di Gibilterra appartiene al Regno Unito.

IL TERRITORIO E IL CLIMA

Monti, valli e pianure

A nord-est la Spagna è separata dalla Francia dalla catena dei Pirenei, di aspetto simile alle nostre Alpi anche se meno imponenti, mentre più a ovest, a ridosso della costa atlantica, si innalza la Cordigliera Cantabrica. Nella parte meridionale del Paese, in prossimità della costa mediterranea, si trova l’estesa Cordigliera Betica, formata da diverse catene montuose, tra cui la Sierra Nevada (sierra è la parola spagnola per “catena montuosa”).
Al centro di questi tre imponenti gruppi montuosi si estende la Meseta, un grande altopiano che occupa da solo la maggior parte del territorio spagnolo; ha un’altezza media di 800 metri ed è interrotto da catene montuose minori, come il Sistema Iberico a nord-est, il Sistema Centrale a est e la Sierra Morena a sud. Nei secoli passati l’area della Meseta fu uno dei cuori economici della Penisola Iberica, grazie agli estesi allevamenti di pecore da cui si ricavava una preziosa lana (attività tuttora praticata), e fu spesso posta in contrapposizione alle coste, che prosperavano invece grazie alla pesca e al commercio marittimo.
L’unica vera pianura spagnola è la Pianura Andalusa, situata appunto nella regione dell’Andalusia, lungo il corso del fiume Guadalquivir. Altre zone pianeggianti meno estese si trovano lungo la costa mediterranea.

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GEOPATRIMONIO

Il Parco Nazionale di Doñana

La Penisola Iberica non è solo un ponte naturale tra Europa e Africa per il passaggio di persone e lo scambio di culture, ma anche per centinaia di specie animali, soprattutto uccelli, che intraprendono lunghi viaggi da un continente all’altro nel corso delle loro annuali migrazioni. Una delle oasi più accoglienti lungo il loro percorso è il Parco Nazionale di Doñana, in Andalusia, all’estremità sud-occidentale della Spagna, lungo la riva destra del fiume Guadalquivir. Il suo territorio comprende aree paludose, zone più secche di macchia mediterranea e tratti costieri con dune sabbiose, che fanno da habitat a una straordinaria varietà di specie vegetali e animali, tra cui cervi, tassi, gatti selvatici, manguste e le rare linci pardine. Nel Parco, inoltre, nidificano ogni anno circa 500.000 esemplari di uccelli appartenenti a oltre 300 specie, tra cui oche selvatiche, aironi, cicogne e la rarissima aquila imperiale spagnola. Oggi il Parco, fondato nel 1969 e dichiarato Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO nel 1994, è un vero paradiso per gli amanti del birdwatching, che si dedicano all’osservazione e alla fotografia dei volatili, ed è visitato da più di 400.000 persone l’anno.


Per saperne di più: whc.unesco.org/en/list/685

Fiumi e laghi

Caratteristica comune dei numerosi fiumi spagnoli è il regime torrentizio: generalmente, infatti, i corsi d’acqua hanno una portata che varia sensibilmente a seconda delle stagioni, con piene in primavera e secche in estate. Il fiume più lungo del Paese è l’Ebro, che sgorga sulla Cordigliera Cantabrica e sfocia nel Mediterraneo dopo un percorso di 910 chilometri. Gli altri fiumi principali, il Tago, il Duero (che diventa Douro quando passa in Portogallo), il Guadalquivir e il Guadiana, scorrono invece da est a ovest e sfociano nell’Atlantico.
In Spagna non esistono bacini lacustri di origine naturale particolarmente estesi; quello di Sanabria, nel Nord-Ovest del Paese, è il più grande lago e ha origine glaciale.

Mari, coste e isole

La costa settentrionale della Spagna, bagnata dall’Oceano Atlantico, è ripida e frastagliata e, nel tratto più occidentale, in Galizia, caratterizzata da profonde insenature chiamate rías. Nella parte orientale si apre il grande Golfo di Biscaglia, che rientra anche in territorio francese (dove è chiamato Golfo di Guascogna).
A sud la costa assume un aspetto diverso a ovest e a est dello Stretto di Gibilterra: il tratto occidentale, bagnato dall’Oceano Atlantico, è basso e paludoso, segnato dal Golfo di Cadice. A circa 1400 chilometri dal continente europeo e a soli 100 chilometri dalle coste africane, si trovano le Isole Canarie, di origine vulcanica. A est dello stretto la costa alterna invece tratti bassi e sabbiosi ad altri alti e ripidi; qui si aprono anche due insenature: il Golfo di Almeria e il grande Golfo di Valencia. Proprio di fronte a quest’ultimo si trova l’arcipelago delle Isole Baleari, formato dalle quattro grandi isole di Maiorca, Minorca, Ibiza e Formentera, e da altre isole minori.

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Clima e paesaggi

La Spagna si divide in tre grandi fasce climatiche. A nord, lungo le coste oceaniche, il clima è di tipo atlantico, con piogge frequenti e improvvise. Al centro, in corrispondenza del grande altopiano della Meseta, il clima è continentale, con poche piogge, inverni freddi ed estati calde. A sud predomina il clima mediterraneo, con inverni miti ed estati molto calde; lungo le coste meridionali si estendono ampie zone di macchia mediterranea, oltre a poche aree umide, come quella del Parco Nazionale di Doñana (Geo Patrimonio pagina 41), sopravvissute alle bonifiche che hanno interessato il territorio nel corso dei secoli.

LA STORIA

Abitata sin dalla preistoria dagli Iberi, ai quali più tardi si aggiunsero altri popoli come i Celti e i Baschi, la Spagna fu conquistata, in parte, prima da Cartagine, quindi da Roma. Alla caduta dell’Impero Romano si susseguirono varie tribù barbare, tra cui i Visigoti, ma nell’VIII secolo furono gli Arabi a occupare il territorio e a dominarlo per molti secoli. La storia della nazione spagnola inizia infatti nel 1492, anno in cui i regni di Castiglia e di Aragona si unirono a formare quello che verrà più tardi chiamato Regno di Spagna. Nello stesso anno Ferdinando e Isabella, i due sovrani che, sposandosi, avevano consentito l’unificazione, conquistarono il Regno di Granada, ultima roccaforte araba della Penisola Iberica: si completò così la Reconquista, la guerra combattuta dai regni cristiani della penisola durante tutto il Medioevo per riconquistare i territori occupati dagli Arabi. Ma il 1492 fu anche l’anno della scoperta dell’America da parte di Cristoforo Colombo, e la Spagna, finanziatrice dell’impresa, conquistò immensi territori e grandissime ricchezze. Si inaugurò così il Siglo de oro (Secolo d’oro), cioè il periodo di massima prosperità economica del Paese, che divenne una delle più grandi potenze europee e mondiali. Dalla metà del XVII secolo le fortune spagnole iniziarono però a declinare: all’inizio dell’Ottocento la Spagna fu occupata dall’esercito napoleonico e le colonie cominciarono, una dopo l’altra, a conquistare l’indipendenza.
La crisi del regno si aggravò sino a che, nel 1931, la monarchia venne abbattuta e fu proclamata la repubblica. Nel 1936 il generale Francisco Franco tentò un colpo di Stato contro le istituzioni repubblicane, innescando una guerra civile che si concluse nel 1939 con la vittoria di Franco. Il generale governò da dittatore fino alla sua morte, nel 1975, data che segna l’inizio del processo che porterà alla Spagna democratica come la conosciamo oggi.

GEOSTORIA

Gli Arabi in Spagna

Visitando la Spagna è impossibile non riconoscere l’influenza esercitata su questa terra dagli Arabi: all’apice del suo splendore, tra l’VIII e il XII secolo, la Spagna araba era uno dei più ricchi centri culturali d’Europa e molti intellettuali vi si recavano per studiare nelle sue celebri università, come quella di Córdoba. Gli studiosi arabi ebbero il merito di conservare e tramandare moltissime opere di scienziati e filosofi dell’Antichità, come Tolomeo e Aristotele, che altrimenti sarebbero andate perdute. Fu proprio per tramite degli studiosi e delle università della Spagna araba che queste opere furono successivamente riscoperte nell’Europa cristiana, al termine della crisi dell’Alto Medioevo. Anche quando nel 1492, in seguito alla caduta del regno arabo di Granada, i musulmani furono costretti a convertirsi al Cristianesimo, i cosiddetti moriscos (convertiti) mantennero segretamente molte delle loro abitudini, contribuendo alla sopravvivenza della cultura araba nella Penisola Iberica. Il monumento simbolo della dominazione araba e della successiva Reconquista cristiana è la torre della Giralda a Siviglia, dichiarata nel 1987 Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO. Un’altra meraviglia lasciata dalla dominazione araba è la fiabesca reggia dell’Alhambra. Residenza dei re di Granada, fu costruita in gran parte nel XIV secolo e rappresenta il vertice dell’arte andalusa. È un complesso di palazzi, cortili circondati da esili colonnati, deliziosi giardini (nella foto) e moschee finemente decorate.

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L’ORDINAMENTO POLITICO

La Spagna è divisa in 17 comunidades, o Comunità Autonome, regioni dotate di ampia autonomia, i cui confini rispecchiano le particolarità culturali e linguistiche delle popolazioni che vi risiedono. Tali diversità sono ufficialmente tutelate, per esempio, con l’insegnamento scolastico delle varie lingue regionali e l’adozione della doppia lingua nei documenti ufficiali e nella segnaletica stradale. Tra le comunidades vi sono anche i due arcipelaghi delle Baleari e delle Canarie.
Il territorio delle comunidades è poi ulteriormente suddiviso in un totale di 50 province, che hanno un carattere più strettamente amministrativo.
Ai tempi della dittatura di Franco le autonomie vennero soppresse e fu proibito l’uso ufficiale di tutte le lingue che non fossero il castigliano. In risposta a queste misure repressive si formarono movimenti autonomisti e separatisti che si opposero al centralismo del Governo con tutti i mezzi a disposizione, comprese la lotta armata e la guerriglia. Alcuni di questi movimenti sopravvivono ancora oggi (Geo Storia pagina 50). Sono sottoposte alla sovranità spagnola anche le città africane di Ceuta e Melilla, sulla costa marocchina (Geo Oggi pagina 51). Le due città non fanno parte di alcuna Comunità Autonoma, ma godono dello status di Città Autonoma.
La Spagna rivendica anche il territorio di Gibilterra, attualmente sotto la sovranità britannica. Nel 2002 in occasione di un referendum la popolazione di Gibilterra ha in maggioranza votato per rimanere sotto il Regno Unito e nel 2006 Gibilterra si è dotata di una nuova Costituzione che aumenta il grado di autonomia delle autorità locali.
Dal punto di vista dell’ordinamento, la Spagna è una monarchia costituzionale. Il potere legislativo è in mano alle Cortes (il Parlamento e il Senato); il re ha compiti di rappresentanza ed è il garante della Costituzione, promulgata nel 1978 dopo la fine della dittatura di Franco, mentre il governo vero e proprio è esercitato da un Consiglio dei Ministri analogo a quello italiano. La Spagna è membro dell’Unione Europea dal 1986.

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LA POPOLAZIONE

La Spagna conta oltre 48 milioni di abitanti, che non sono però distribuiti in modo uniforme sul territorio. Sono densamente abitate le zone costiere, mentre le regioni dell’interno vedono una scarsa presenza dell’uomo: molte parti dell’altopiano della Meseta risultano addirittura quasi disabitate; fa eccezione, nel cuore del Paese, l’area metropolitana della capitale Madrid. Nel complesso la Spagna risulta uno dei Paesi occidentali con la densità della popolazione più bassa (95 abitanti per chilometro quadrato), mentre piuttosto elevato è il tasso di urbanizzazione: circa 80 spagnoli su 100 vivono nelle città.
Come in tutti i Paesi sviluppati, la popolazione spagnola cresce molto lentamente; inoltre, negli ultimi decenni è diminuito il tasso di mortalità e di conseguenza l’età media delle persone si sta allungando.
Una parte sempre maggiore della popolazione spagnola è composta da immigrati (sono oltre 6 milioni, circa il 13% della popolazione), che arrivano soprattutto dall’Africa Settentrionale (in particolare dal vicino Marocco) e dall’America Latina. Questi ultimi, provenendo da ex colonie del Regno di Spagna, hanno il vantaggio di avere come lingua madre lo spagnolo e di vantare in alcuni casi antenati spagnoli, elemento che permette loro di ottenere più facilmente la cittadinanza.
La lingua ufficiale è il castigliano, più noto semplicemente come spagnolo, soprattutto al di fuori del Paese: è la lingua parlata in Castiglia, regione considerata un po’ il cuore della nazione. Sono però diffusi, e riconosciuti ufficialmente, anche il catalano in Catalogna, il gallego in Galizia e il basco, parlato nelle Province Basche. Quest’ultimo è un idioma molto antico, che non condivide l’origine indoeuropea di molte delle lingue europee. La maggioranza della popolazione spagnola si dichiara di fede cattolica.

Le città

Come abbiamo visto, circa l’80% della popolazione spagnola vive nelle città.
I centri più popolosi si trovano sulle coste, con la vistosa eccezione di Madrid, la capitale del Paese e il centro più grande della Spagna, con 3.140.000 abitanti (mentre l’area metropolitana ne conta oltre 6 milioni). Da quando, nel 1561, Filippo II spostò la sua corte qui, nel cuore del regno, Madrid ha continuato a crescere fino a diventare la metropoli moderna di oggi, fulcro della vita politica ed economica della nazione, e frequentatissima dai turisti, grazie agli splendidi musei e ai palazzi monumentali. Uno dei più importanti è il palazzo dell’Escorial, residenza del re Filippo II. Un tempo situato fuori dall’abitato e oggi inglobato dalla crescita della Madrid moderna, è una gigantesca “città nella città”.
La seconda città spagnola è Barcellona, capoluogo della Catalogna. Con circa 1.604.000 abitanti, non ha nulla da invidiare a Madrid, sia per quanto riguarda l’economia sia per il turismo. Il famoso viale delle Ramblas è frequentato giorno e notte e le splendide architetture, antiche e moderne, attirano anche intellettuali e appassionati di design. Molti visitatori giungono nel capoluogo della Catalogna da ogni parte del mondo per ammirare le opere di uno dei più famosi catalani della storia, il genio dell’architettura Antoni Gaudí (1852-1926). La sua realizzazione più famosa è la Sagrada Familia, una grande e particolarissima chiesa che, iniziata nel 1883, non è ancora stata completata, anche se nel 2010 è stata consacrata da papa Benedetto XVI con una solenne cerimonia.
Valencia (800.000 abitanti), capoluogo della Comunità Valenciana, è un altro importante centro turistico ed economico. Dal 1996 è diventata un punto di riferimento per il mondo della cultura, grazie alla realizzazione della Città delle Arti e delle Scienze, vasto complesso di edifici progettato dal famoso architetto valenciano Santiago Calatrava: ospita cinema, musei, teatri e il più grande parco marino d’Europa.
Altra città ricca di meraviglie architettoniche è Siviglia (693.000 abitanti), capoluogo dell’Andalusia.
Nel 1992 si è tenuta in questa città l’Esposizione Universale, in occasione della quale sono stati costruiti edifici avveniristici, che contrastano piacevolmente con i monumenti in stile islamico, ricordo della dominazione araba sulla città. Uno dei monumenti più visitati è la medievale Torre dell’Oro, ma un vero tesoro è l’Archivio generale delle Indie, che custodisce preziosi documenti sui viaggi della flotta spagnola che nel Secolo d’oro tornava dalle Americhe portando con sé immense ricchezze.
Anche il capoluogo dell’Aragona, Saragozza (664.000 abitanti), è stato per molti secoli un’esotica capitale islamica, come testimonia il suo centro storico, pieno di viuzze e di palazzi in stile moresco. Tra i monumenti più importanti vi sono la Basilica del Pilar e la cittadella saracena, un tempo sede del temibile Tribunale dell’Inquisizione. Fu una delle città più tolleranti dell’Europa medievale, dove convivevano pacificamente gruppi di musulmani, cristiani ed ebrei.

Geoblog - volume 2
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L’Europa