Macedonia

EUROPA – REGIONE BALCANICO-MEDITERRANEA

MACEDONIA

Il ponte di pietra sul fiume Vardar a Skopje.

La Macedonia è priva di sbocchi sul mare e confina a nord con il Kosovo e la Serbia, a est con la Bulgaria, a sud con la Grecia e a ovest con l’Albania.
Il territorio macedone è quasi interamente montuoso, con aspre alture e vallate coperte da foreste. Il monte più alto è il Golem Korab (2764 m), al confine con l’Albania. L’unica zona pianeggiante, che è anche l’area più popolata, è la valle del fiume Vardar (388 chilometri), che prende il nome di Axiós oltre il confine con la Grecia. Il clima è di tipo continentale.
Dopo la dominazione romana e bizantina, la regione fu conquistata dall’Impero Ottomano, che la governò dal XV secolo fino al 1912, quando fu annessa al Regno di Serbia. Entrata nella Federazione Iugoslava nel 1945, se ne distaccò pacificamente nel 1991 ma venne riconosciuta a livello internazionale nel 1993, per l’opposizione della Grecia all’uso del nome “Macedonia”, che corrisponde a quello di un regno dell’antichità greca e di una regione storica il cui territorio si estende anche in Grecia (oltre che in Albania, Bulgaria e Serbia). Per questo motivo, la Macedonia viene indicata tra gli Stati membri dell’ONU con l’acronimo FYROM, che sta per Former Yugoslav Republic of Macedonia (Ex Repubblica Iugoslava di Macedonia). Oggi la Macedonia è una repubblica presidenziale.
La popolazione è costituita per il 64% da macedoni, di lingua macedone e religione ortodossa, e per il 25% da albanesi di fede musulmana. La tensione tra le due etnie è molto forte, anche con episodi di guerriglia armata e la presenza di gruppi indipendentisti albanesi che attuano azioni terroristiche. Sono presenti anche consistenti minoranze turche e rom.
La capitale della Macedonia, Skopje (503.000 abitanti), si trova nella valle del fiume Vardar. Il tasso di urbanizzazione del Paese è molto basso, e solo cinque città superano i 50.000 abitanti.
Il Paese è uno degli Stati più poveri d’Europa. Nonostante la crescita economica degli ultimi anni, la disoccupazione rimane elevata (circa il 30%) e persiste una generale arretratezza dell’economia, che incentiva una forte emigrazione, soprattutto verso i Paesi dell’Europa Centro-Occidentale.
Il settore primario ricopre un ruolo rilevante, ma l’agricoltura soddisfa a malapena i bisogni interni: si coltivano ortaggi e frutta, e una delle poche colture destinate all’esportazione è quella del tabacco. Anche l’industria è poco sviluppata, e presente perlopiù nei comparti agroalimentare, tessile e delle costruzioni. Il settore dei servizi è limitato principalmente al commercio.

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L’Europa