Romania

EUROPA – REGIONE DANUBIANA

ROMANIA

Il Monte Ceahlau, nei Carpazi Orientali.

Se si esclude una piccola porzione di costa affacciata sul Mar Nero a sud-est, per il resto la Romania è circondata dalla terraferma: confina a nord con l’Ucraina, a est con la Moldova e l’Ucraina, a ovest con l’Ungheria e la Serbia e a sud con la Bulgaria.

IL TERRITORIO E IL CLIMA

Monti, valli e pianure

La grande catena montuosa dei Carpazi occupa gran parte delle regioni centrali del territorio romeno. I Carpazi Orientali, continuazione della catena montuosa che si sviluppa dalla Repubblica Ceca, si allungano nella parte nord-orientale del Paese, mentre a ovest si estendono i Carpazi Romeni Occidentali (di cui fanno parte i Monti Apuseni), più bassi. I due sistemi sono uniti dall’alta catena dei Carpazi Meridionali, detti anche Alpi Transilvane perché caratterizzati da paesaggi simili a quelli delle nostre Alpi, con picchi che superano i 2000 metri di altitudine. Al centro di questi rilievi si estende la regione collinare della Transilvania. Al di fuori di questo “recinto” montuoso si trovano tre pianure: a ovest la Pianura del Banato, a sud la Valacchia, la più grande pianura romena, e a est, in corrispondenza del delta del Danubio, la regione della Dobrugia.

Fiumi e laghi

Il sistema fluviale della Romania è dominato dal bacino del Danubio. Il grande fiume scorre sul suolo romeno per circa 1000 chilometri, gran parte dei quali nell’estremo Sud, al confine con Serbia e Bulgaria, prima di sfociare nel Mar Nero con un ampio delta (Geo Patrimonio pagina 213). Uno dei suoi principali affluenti è il Prut, che scorre a est, lungo il confine con la Moldova.
I laghi sono numerosi ma non molto grandi, di tipo glaciale, e nella regione sud-orientale, lungo le coste del Mar Nero, basse e paludose, abbondano lagune e zone umide, in particolare verso il delta del Danubio.

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GEOPATRIMONIO

Il delta del Danubio

Alla fine del suo corso, prima di sfociare nel Mar Nero, il maestoso fiume Danubio si divide in tre grandi rami, dando origine al più ampio delta fluviale d’Europa, esteso per 3446 chilometri quadrati: la parte settentrionale nel territorio della Romania e quella meridionale in Ucraina. Qui le sue acque formano un vasto sistema di ruscelli, paludi, acquitrini e lagune, che ospitano una grande varietà di specie animali e vegetali: oltre 1200 tipi di piante, 300 specie diverse di uccelli e quasi 50 varietà di pesci d’acqua dolce. Tutta l’area è inoltre uno dei punti preferiti per la sosta e la nidificazione di milioni di uccelli migratori. Oggi purtroppo l’intera regione è minacciata dall’inquinamento: lungo il corso del fiume abitano oltre 20 milioni di persone e si trovano centinaia di industrie. I Paesi interessati hanno compreso che il corso del Danubio e la regione del delta hanno un grande potenziale turistico, e negli ultimi anni hanno potenziato le leggi contro l’inquinamento. Nel 1991 l’UNESCO ha dichiarato la porzione del delta del Danubio in territorio romeno Patrimonio Mondiale dell’Umanità, e nel 1998 è stata istituita una Riserva Naturale della Biosfera che tutela entrambi i versanti del delta.


Per saperne di più: whc.unesco.org/en/list/588

Clima e paesaggi

Il clima romeno è tipicamente continentale, con forti escursioni termiche stagionali: gli inverni sono piuttosto freddi e le estati calde e umide. Lungo la costa l’influsso del Mar Nero rende più dolci gli inverni, ma aumenta l’afa estiva.
Le pendici delle montagne sono ricoperte da estese foreste, costituite in gran parte da faggi e querce, che occupano circa un quarto della superficie del territorio. In queste regioni vivono numerosi animali selvatici, come lupi, orsi e cervi.
Le regioni pianeggianti, grazie ai sistemi di irrigazione che hanno reso coltivabile il terreno stepposo, sono caratterizzate da un paesaggio agricolo.

LA STORIA

L’antica regione della Dacia, che coincideva con l’attuale territorio romeno e moldavo, fu conquistata nel II secolo d.C. dall’Impero Romano, grazie a Traiano. Nel 271 d.C., tuttavia, l’imperatore Aureliano ordinò il ritiro dell’esercito romano dalla regione, considerata indifendibile di fronte alle pressioni dei popoli “barbari” provenienti dalle steppe asiatiche.
Nei secoli successivi sul territorio si stanziarono popolazioni germaniche, tra cui Goti e Sassoni, slave, che si mescolarono alla popolazione locale dei Valacchi (gli antenati degli attuali romeni), e ungheresi, tra cui i Siculi o Secleri che ancora oggi costituiscono una parte della minoranza ungherese in Romania. Dopo una lunga fase di incertezza, durante la quale la regione fu soggetta all’Impero Bizantino e al Primo Impero Bulgaro, nacquero tre grandi principati feudali: Moldavia, Valacchia e Transilvania.
Dopo due secoli di fiera resistenza, nel XVI secolo Moldavia e Valacchia furono sconfitte dai Turchi e diventarono Paesi tributari dell’Impero Ottomano. La regione della Transilvania, invece, fin dal Medioevo fu sotto l’influenza ungherese e più tardi entrò a far parte, con il Regno d’Ungheria, dell’Impero Austro-Ungarico.
La Romania nacque nel 1878, quando Valacchia e Moldavia, che si erano sottratte all’influenza ottomana, si unirono per creare il Regno di Romania, al quale si aggiunse anche la Transilvania dopo la sconfitta dell’Impero Austro-Ungarico nella Prima Guerra Mondiale. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, nella quale si era schierata a fianco della Germania e dell’Italia, la Romania divenne una repubblica nell’area d’influenza dell’Unione Sovietica, con la quale nacquero non pochi conflitti negli anni ’60. Dal 1965 si instaurò una dittatura con a capo il Presidente Nicolae Ceaus¸escu, che fu rovesciato in seguito a una rivoluzione popolare nel 1989.

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L’ORDINAMENTO POLITICO

Oggi la Romania è una repubblica presidenziale, ed è entrata a far parte dell’Unione Europea nel 2007 (oltre ad aver aderito nel 2004 alla NATO). Il potere legislativo è esercitato da un Parlamento bicamerale composto dal Senat, il Senato, e dalla Camera Deputat¸ ilor, la camera dei deputati. Diverso invece il ruolo del Presidente della Repubblica, eletto direttamente dai cittadini, che ha la facoltà di nominare il Primo Ministro ed è sostanzialmente il capo dell’esecutivo.
Tutte le minoranze etniche presenti sul territorio, circa venti, sono rappresentate in Parlamento. Amministrativamente, il territorio è diviso in 41 judeţe (al singolare judeţ), distretti analoghi alle province italiane.

LA POPOLAZIONE

La popolazione romena, quasi 22 milioni di persone, si distribuisce in modo abbastanza uniforme sul vasto territorio del Paese, con l’eccezione delle zone montuose, determinando una densità di popolazione (91 abitanti per chilometro quadrato) inferiore a quella media dell’Unione Europea.
Anche il tasso di urbanizzazione è molto più basso rispetto a quello di tanti Paesi europei: solo il 54% circa della popolazione vive in città, mentre il restante 46% risiede in contesti rurali.
Ciononostante, come vedremo, i centri urbani che superano i 100.000 abitanti sono piuttosto numerosi e ben distribuiti.
Per quanto riguarda l’andamento demografico, la Romania subisce le conseguenze dell’emigrazione di molti suoi cittadini, soprattutto verso Ungheria, Italia e Spagna. Si assiste così a un fenomeno opposto a quello che avviene in molti Stati europei: la popolazione romena cresce meno di quanto il suo saldo naturale, più elevato che altrove, potrebbe consentirle, proprio a causa del saldo migratorio negativo.
L’88% della popolazione del Paese è costituito da romeni e parla il romeno, una lingua neolatina, come l’italiano, il francese e lo spagnolo: il fatto che il romeno sia l’unica lingua neolatina dell’Europa Orientale si spiega con la lunga dominazione romana nella regione storica corrispondente all’attuale Romania.
La parte rimanente della popolazione è costituita da una minoranza ungherese (6%), concentrata soprattutto nella parte centrale della Transilvania, e rom (3%). Sino alla fine della Seconda Guerra Mondiale era presente anche una consistente minoranza tedesca, composta da oltre 700.000 persone discendenti di antichi coloni provenienti dalla Sassonia, che si stabilirono in Transilvania durante il Medioevo.
La religione principale è il Cristianesimo ortodosso, ma sono presenti anche il Cattolicesimo, professato in particolare dall’etnia ungherese, il Protestantesimo, religione della minoranza tedesca, e l’Islam, praticato soprattutto nella zona meridionale della costa del Mar Nero, in un’area occupata storicamente dall’Impero Ottomano.
Prima della Seconda Guerra Mondiale in Romania viveva una delle più consistenti comunità ebraiche d’Europa (circa 800.000 individui), ma dopo le persecuzioni nazifasciste, che uccisero oltre metà degli ebrei romeni, e la massiccia migrazione verso Israele verificatasi al termine del conflitto, gli ebrei romeni sono oggi poco più di 10.000.

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GEOOGGI

Romeni in Italia, italiani in Romania

A partire dalla caduta del regime comunista romeno, e soprattutto dall’inizio degli anni Duemila, l’Italia è divenuta una delle principali destinazioni dei migranti provenienti dalla Romania, che lasciano il loro Paese in cerca di lavoro o per ricongiungersi ai propri famigliari. Nel 2001 i romeni residenti in Italia erano solo 74.000, ma il loro numero è aumentato vertiginosamente negli anni successivi, e nel 2015 è arrivato a 1.151.000, un dato che fa di quella romena la comunità straniera più numerosa in Italia. E quella italiana è anche la comunità romena più grande di tutta l’Unione Europea. Oltre il 60% dei romeni immigrati in Italia proviene dalla Moldavia romena, una delle regioni più povere del Paese; in Italia le comunità romene più numerose si trovano nel Lazio (circa 200.000 persone), in Lombardia (circa 140.000) e in Piemonte (135.000). A partire dall’entrata della Romania nell’Unione Europea, nel 2007, i romeni possono decidere liberamente di stabilirsi in Italia o in un altro Paese membro dell’UE, senza dover richiedere alcun permesso di soggiorno.
Ma sono molti anche coloro che hanno fatto il percorso inverso, cioè gli italiani che vivono e lavorano in Romania.
Si tratta soprattutto di piccoli e medi imprenditori che hanno deciso di fondare, o di trasferire dall’Italia, la propria azienda in Romania, attirati dal basso costo della manodopera, dalle tasse inferiori rispetto a quelle italiane e dalle agevolazioni concesse dal Governo romeno a chi avvia un’impresa nel Paese.
Oggi sono oltre 23.000 le aziende fondate in Romania da italiani, soprattutto nella regione del Banato e nel suo capoluogo, Timişoara. Molte di queste imprese sono gestite da veneti.

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Le città

Abbiamo visto che la Romania è una delle nazioni con la più bassa percentuale di urbanizzazione d’Europa: solo il 54% della popolazione vive in città, e questo è segno della sopravvivenza di piccoli, o piccolissimi, centri rurali.
L’unica metropoli è la capitale Bucarest (1.883.000 abitanti), che costituisce il principale centro industriale e commerciale del Paese: la sua area metropolitana, pur ospitando solo il 9% della popolazione romena, produce circa il 15% del Prodotto Interno Lordo della nazione. Il centro cittadino è molto elegante, tanto che la città è stata definita, in passato, la “Parigi dell’Est”; purtroppo però le difficoltà economiche che persistono nel Paese e la povertà di ampie fasce della popolazione sono facilmente avvertibili visitando la periferia, dove sono evidenti i segni del degrado urbano.
In confronto alla capitale, le restanti città romene sono decisamente più ridotte sia per dimensioni sia per importanza economica, anche se non sono pochi i centri urbani che contano centinaia di migliaia di abitanti.
La seconda città più popolosa dopo Bucarest è Cluj-Napoca (324.000 abitanti), importante centro della Transilvania nonché residenza di molti appartenenti alla minoranza ungherese in Romania, mentre la terza città per numero di abitanti (319.000) è Timişoara, nella regione storica del Banato. È un centro industriale particolarmente importante perché, soprattutto negli ultimi anni, molte imprese straniere hanno trasferito qui le loro fabbriche per approfittare del ridotto costo della manodopera (Geo Oggi pagina 215). Tra le società che hanno investito nella zona vi sono anche imprese italiane: in città vive infatti una numerosa comunità di nostri connazionali.
Altro importante centro è Iaşi (290.000 abitanti), capoluogo della Moldavia romena.

L’ECONOMIA

La Romania ha dovuto affrontare, negli anni ’90 del XX secolo, un periodo di grave difficoltà economica dovuto alla pesante eredità lasciata dallo scomparso regime comunista. Il controllo statale sull’economia, la chiusura del Paese al commercio estero e l’inefficienza del sistema produttivo hanno fatto sì che, dopo la caduta della dittatura di Ceaus¸escu nel 1989, la Romania si sia ritrovata con un sistema economico e industriale totalmente inadeguato rispetto a quello della maggior parte dei Paesi europei.
Una completa ristrutturazione del sistema economico varata dal Governo a partire dal 1997, unita alla privatizzazione delle imprese e all’intervento di società straniere, ha effettivamente portato a un miglioramento dell’economia nazionale che si è manifestato a partire dal 2002: negli ultimi anni il PIL è quasi raddoppiato e la disoccupazione si è attestata intorno al 7%. Tuttavia, per una parte rilevante della popolazione, questa forte crescita non si è ancora tradotta in un miglioramento delle condizioni di vita, e molti romeni sono costretti a emigrare verso i Paesi europei più ricchi per sfuggire alla povertà (nel 2015 il 22% della popolazione era ancora sotto la soglia di indigenza).
L’entrata della Romania nell’Unione Europea, nel 2007, ha costituito un notevole incentivo allo sviluppo dell’economia romena, ma rischia di provocare squilibri per quanto riguarda il tenore di vita dei cittadini, che hanno dovuto far fronte negli ultimi anni a un costante incremento del costo della vita. A questa incertezza si aggiungono i problemi causati dalla crisi economica mondiale, che ha duramente colpito il Paese nel biennio 2009-2010.

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L’agricoltura e le materie prime

Il settore primario occupa ancora una parte rilevante della forza lavoro romena, tanto che la percentuale di addetti nel settore è una delle più alte d’Europa: 28%.
Nonostante i progressi nei settori industriali e dei servizi, la Romania è quindi un Paese ancora prevalentemente agricolo. Si coltivano soprattutto cereali, patate, barbabietole, lino, canapa, girasoli e viti. Dalle ultime due colture si ottengono olio e vino, quest’ultimo spesso di buona qualità, anche se poco conosciuto all’estero.
Diffuso è anche l’allevamento, bovino, suino e ovino.
Il sottosuolo romeno è ricco di risorse energetiche: petrolio, gas naturale e carbone. Sono molto sfruttati anche giacimenti di piombo, rame e bauxite, un minerale da cui si ricava l’alluminio. Con il progressivo sviluppo dell’economia romena, che tenderà sempre di più ad allinearsi alle economie occidentali, la percentuale di occupati nell’agricoltura è destinata a ridursi, a vantaggio del settore secondario e terziario.

L’industria

L’industria (29% di addetti) è sviluppata soprattutto nei settori sui quali si puntava maggiormente nel periodo comunista, come quello siderurgico, metallurgico, chimico, meccanico e petrolchimico.
Negli ultimi anni stanno crescendo le industrie legate alla produzione dei beni di consumo, come quelle dell’abbigliamento e del settore agroalimentare, che stanno alimentando anche una crescente esportazione verso l’estero.

I servizi

I servizi (43% di addetti) sono in costante sviluppo.
La crescita interessa in particolare il commercio: negli ultimi anni le esportazioni sono notevolmente aumentate. I Paesi che intrattengono i maggiori scambi con la Romania sono la Germania e l’Italia, gli Stati che hanno investito di più nelle industrie romene e che sono destinatari rispettivamente del 17% e del 10% del totale delle esportazioni provenienti dalla Romania. Grazie al porto di Costanza, sul Mar Nero, la Romania ha inoltre un ruolo importante e in crescita per il commercio all’interno della regione.
Anche il turismo è in aumento, sia nelle regioni montuose sia sulla costa del Mar Nero. Le infrastrutture di accoglienza e i trasporti si stanno rapidamente adeguando agli standard dell’Europa Occidentale.

Geoblog - volume 2
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L’Europa