Ucraina

EUROPA – REGIONE SARMATICA

UCRAINA

La località di Verkhovyna, ai piedi dei Carpazi.

L’Ucraina confina a est e a nord-est con la Federazione Russa, a nord-ovest con la Bielorussia, a ovest con la Polonia, la Slovacchia e l’Ungheria, a sud-ovest con la Romania e la Moldova. Le coste meridionali del Paese sono bagnate dal Mar Nero e dal Mar d’Azov.

IL TERRITORIO E IL CLIMA

Il territorio ucraino è formato da una grande pianura centrale, delimitata a sud-ovest dalla catena dei Carpazi e dall’altopiano chiamato Ripiano Podolico, e a nord-est dai modesti rilievi del Rialto Centrale Russo. A sud si estende un’altra area pianeggiante dalla quale si distacca la Penisola di Crimea, che si affaccia sul Mar Nero e chiude a est il Mar d’Azov.
Le pianure sono attraversate da numerosi fiumi, alcuni molto importanti: a sud-ovest l’ultimo tratto del Danubio segna il confine con la Romania, mentre più a nord scorrono il Dnestr (1352 chilometri), che sfocia vicino a Odessa, e il Dnepr (2201 chilometri), che bagna la capitale Kiev.
Il clima è continentale nell’entroterra, con inverni molto freddi (soprattutto a est), mentre è più mite lungo le coste meridionali, soprattutto in Crimea.

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GEOPATRIMONIO

Le foreste di faggi dei Carpazi

Al confine tra Ucraina, Slovacchia e Polonia, in corrispondenza della catena dei Carpazi, c’è una vasta regione selvaggia e relativamente spopolata. Qui si trovano alcune delle più estese foreste rimaste in Europa. Sono boschi costituiti perlopiù da varie specie di faggio, l’albero tipico delle foreste europee di latifoglie. In quest’area vivono i più grandi mammiferi terrestri ancora presenti allo stato selvatico in Europa, come il lupo e l’orso bruno, e soprattutto due specie estremamente rare, la lince e il bisonte europeo. La porzione delle foreste in territorio ucraino si trova nella provincia di Zakarpattia, nell’estremo Ovest del Paese, e comprende la foresta di Uholka, una delle più grandi del continente.
L’intera area, protetta da parchi nazionali e riserve naturali di competenza dei tre Paesi, è stata dichiarata Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO nel 2007.
Le campagne di sensibilizzazione ambientale hanno avuto successo nell’educare le popolazioni locali allo sfruttamento sostenibile e responsabile del patrimonio forestale.


Per approfondire: whc.unesco.org/en/list/1133

LA STORIA E L’ORDINAMENTO POLITICO

La regione ucraina divenne una potenza dell’Europa Orientale nel X secolo, quando i Variaghi, popolazioni vichinghe emigrate dalla Penisola Scandinava e stabilitesi nella regione intorno al IX secolo, fondarono il potente Principato di Kiev. Con la conversione al Cristianesimo del re Vladimiro, nel 988, l’Ucraina si aprì all’influenza politica dell’Impero Bizantino. Dal XII secolo la regione conobbe un periodo di decadenza, durante il quale il territorio ucraino subì numerose invasioni e occupazioni, prima da parte dei Mongoli, nel XIII secolo, poi di Lituani e Polacchi, e infine, nel 1686, dell’Impero Russo, che mantenne il controllo della regione, nonostante fiere resistenze, fino al 1917.
Nel 1922 l’Ucraina divenne una delle repubbliche dell’Unione Sovietica e dovette affrontare le feroci repressioni dell’epoca stalinista; durante la Seconda Guerra Mondiale fu invasa dalla Germania.
Dal 1991, dopo lo scioglimento dell’Unione Sovietica, è uno Stato indipendente, retto da una repubblica presidenziale.
A partire dal 2014 il Paese è precipitato in un periodo di grave instabilità politica e di tensioni con la vicina Russia. La Penisola di Crimea è stata annessa alla Russia e le regioni orientali hanno proclamato l’indipendenza, facendo degenerare il conflitto in una guerra civile (Geo Oggi pagina 204).

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LA POPOLAZIONE

Circa il 78% della popolazione è costituito da ucraini, che parlano ucraino, una lingua slava che utilizza l’alfabeto cirillico, e professano la religione ortodossa; una cospicua minoranza è affiliata al Cattolicesimo di rito greco.
Esiste una consistente minoranza russa (17%), soprattutto nella parte orientale del Paese, la regione del Donbass.

Le città

La maggioranza della popolazione si concentra attorno alla capitale Kiev (2.900.000 abitanti), storica città situata in una regione collinare sulle rive del fiume Dnepr, e ai grandi centri urbani come Leopoli (730.000 abitanti), Kharkiv (1.430.000 abitanti) e Odessa (1.003.000 abitanti).

L’ECONOMIA

Le attività del settore primario rivestono un ruolo importante. L’agricoltura è praticata su un’ampia porzione del territorio e può contare su terreni molto estesi e fertili che assicurano rese elevate, in grado di soddisfare i bisogni del Paese e alimentare una notevole esportazione: un tempo l’Ucraina era considerata il “granaio d’Europa”. Le produzioni più abbondanti sono quelle di cereali, patate e barbabietole; ma al Sud sono diffusi anche i frutteti e le vigne. Molto praticato l’allevamento, di bovini e suini, pollame e ovini. Dal sottosuolo si estraggono soprattutto ferro, carbone e gas naturale, presenti in grandi quantità nel bacino del Donbass, nella parte sud-orientale del Paese, al confine con la Russia. Qui, proprio grazie all’attività mineraria, si è sviluppato uno dei maggiori poli siderurgici e metallurgici d’Europa.
L’industria ucraina si concentra appunto in questi settori tradizionali: il siderurgico e il metallurgico, i quali però stanno vivendo una profonda crisi poiché le loro industrie principali si trovano proprio nella regione del Donbass dove è in corso il conflitto civile. Importante è inoltre il comparto agroalimentare che trasforma la notevole produzione agricola.
Il settore dei servizi, e con esso tutta l’economia ucraina, dopo un lungo periodo di espansione e ammodernamento iniziato intorno al 2000, ha subito una forte recessione a causa della crisi economica mondiale iniziata nel 2008, e il Paese è stato costretto a chiedere un ingente prestito al Fondo Monetario Internazionale per evitare la bancarotta. Un altro aspetto critico dell’economia ucraina è rappresentato dall’importazione di gas naturale dalla Russia, che si intreccia con le problematiche relative ai rapporti tra i due Stati.

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GEOOGGI

La “guerra” del gas

La Russia è il maggior produttore ed esportatore mondiale di gas naturale. Con questo termine si intende essenzialmente il metano, il gas che alimenta gli impianti di riscaldamento delle nostre case e i fornelli delle nostre cucine.
In Europa Occidentale la domanda di metano è molto elevata, e la Russia fornisce ai Paesi europei circa il 25% del loro fabbisogno totale. Il gas viene estratto da enormi giacimenti nella Siberia occidentale e trasportato verso sud per mezzo dei gasdotti (nella foto), enormi condutture lunghe migliaia di chilometri che collegano la Russia alle altre parti d’Europa.
In anni recenti la fornitura di gas russo verso l’Europa è stata messa a rischio da una controversia sorta tra Russia e Ucraina. Alcuni dei più grandi gasdotti che trasportano il gas russo passano dall’Ucraina prima di giungere in Europa Occidentale, e l’Ucraina preleva direttamente da essi il gas per il consumo nazionale. La prima crisi si verificò quando la compagnia russa Gazprom, il colosso energetico che gestisce quasi tutta l’estrazione e la distribuzione del gas russo, cominciò nel 2006 ad accusare l’Ucraina di “rubare” il gas, prelevandone dalle condutture in misura maggiore alla quantità specificata negli accordi tra i due Paesi.
L’Ucraina accusò a sua volta Gazprom di abusare della sua posizione di sostanziale monopolio e di imporre un prezzo del gas ingiustamente alto. A questo punto intervenne il Governo russo, che minacciò di interrompere le forniture di gas all’Ucraina se questa non avesse risarcito Gazprom per il gas sottratto. Tale minaccia allarmò moltissimo anche gli altri Paesi europei, perché la chiusura dei gasdotti che passavano dall’Ucraina avrebbe significato l’interruzione delle forniture anche verso l’Europa Occidentale, cosa che avrebbe letteralmente lasciato al freddo milioni di persone.
Nel 2010 fu stipulato un accordo che prevedeva l’applicazione di un notevole sconto sulle tariffe del gas destinate all’Ucraina in cambio del prolungamento della concessione da parte dell’Ucraina alla Russia della base navale militare di Sebastopoli, in Crimea. Ma la recente crisi politica tra Ucraina e Russia, con l’annessione da parte di quest’ultima della Crimea, hanno aggravato la situazione, e attualmente le forniture di gas, e la loro possibile interruzione, sono usate dalla Russia come potente arma economica per fare pressione sull’Ucraina e sull’Unione Europea e consolidare così la propria influenza nella regione. Il flusso di gas si è nuovamente interrotto nel 2014 e ancora nel 2015, ed è ripreso solo grazie all’intervento dell’UE, che ha prestato all’Ucraina il denaro per pagare le forniture arretrate.


Per saperne di più: www.repubblica.it/economia/2015/11/25/news/gazprom_russia_gas_ucraina-128110000

Geoblog - volume 2
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