EUROPA – REGIONE SARMATICA

GEOOGGI

Una transizione sospesa

Tra tutti i Paesi che in passato facevano parte dell’Unione Sovietica, la Bielorussia è lo Stato che è rimasto più legato all’epoca comunista, e sotto molti aspetti il tempo per i cittadini bielorussi sembra essersi fermato a quel periodo. Il paesaggio della capitale Minsk è ancora oggi dominato dallo stile monumentale dell’architettura stalinista, con enormi viali (simili alle famose “prospettive” di San Pietroburgo) e palazzi tanto grandi quanto “brutti”, secondo il gusto contemporaneo. Di fronte ai principali palazzi delle istituzioni, inoltre, i soldati in uniforme da cerimonia marciano al celebre “passo dell’oca”, proprio come le guardie nella Piazza Rossa di Mosca ai tempi dell’URSS.
Soprattutto, l’economia bielorussa è ancora dominata dall’intervento dello Stato, che possiede interamente o in parte le più grandi industrie e le aziende fornitrici di servizi del Paese.
Sul piano politico, la Bielorussia fatica ancora oggi a completare il passaggio dal regime autoritario in vigore ai tempi dell’Unione Sovietica al modello della democrazia liberale che caratterizza invece la maggior parte dei Paesi europei. La Bielorussia è ufficialmente una repubblica democratica presidenziale, ma le limitazioni alla libertà politica dei suoi cittadini e le violazioni dei diritti umani che avvengono nel Paese, e che sono state ripetutamente denunciate dagli organismi internazionali, hanno fatto valere alla Bielorussia il soprannome poco lusinghiero di “ultima dittatura d’Europa”. A guidare il Paese è il Presidente della Repubblica Aleksandr Lukašenko, che governa ininterrottamente da quando fu eletto nel 1994. Da allora la Bielorussia si è progressivamente isolata dal resto d’Europa e si è riavvicinata alla Russia, con cui mantiene strette relazioni politiche, militari ed economiche.
L’Unione Europea e altre organizzazioni internazionali hanno più volte accusato il Governo bielorusso di violazioni dei diritti umani, come la detenzione di oppositori politici, l’intimidazione di cittadini in occasione delle elezioni e l’istituzione di leggi speciali che limitano la libertà di espressione. Per questi e altri motivi, a partire dal 2004 l’UE ha imposto sanzioni internazionali, che impediscono alle aziende europee di fare affari con compagnie bielorusse di proprietà dello Stato, e che vietano ad alcuni politici e pubblici ufficiali bielorussi di viaggiare nei Paesi dell’UE. È in vigore anche un embargo contro l’esportazione in Bielorussia di armi e di altre tecnologie che potrebbero essere usate per scopi bellici.
Nel 2016 però la Commissione Europea ha deciso di ritirare parte di questi provvedimenti, suscitando le proteste degli oppositori politici bielorussi e delle principali associazioni internazionali per la tutela dei diritti umani. La situazione dei diritti umani in Bielorussia è stata posta sotto i riflettori mondiali in particolare nel 2015, quando la scrittrice Svetlana Aleksievič, una delle più autorevoli figure critiche nei confronti del Governo, ha vinto il premio Nobel per la Letteratura.


Per approfondire la situazione politica in Bielorussia: www.tpi.it/mondo/bielorussia/l-ultima-dittatura-d-europa

Geoblog - volume 2
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L’Europa