EUROPA – REGIONE SARMATICA

GEOSTORIA

I popoli baltici e l’espansionismo russo

Estonia, Lettonia e Lituania sono conosciute come Repubbliche Baltiche, da una parte perché hanno in comune la posizione geografica, affacciata sulle sponde del Mar Baltico, dall’altra perché i loro popoli si distinguono dal resto degli abitanti della Regione Sarmatica (che appartengono alla grande famiglia dei popoli slavi) per la loro particolare etnia, e soprattutto per la lingua. Ma anche tra essi ci sono differenze: in realtà dovrebbero essere considerati “popoli baltici” solo i lituani e i lettoni, ma non gli estoni, dal momento che lituani e lettoni hanno un’origine etnica comune e parlano lingue simili, mentre gli estoni sono imparentati con i finlandesi.
Anche dopo i secoli di guerre, spartizioni di territori e scontri religiosi che hanno interessato la regione, lituani, lettoni ed estoni sono riusciti a mantenere la propria identità. Da secoli però devono fare i conti con il loro ingombrante vicino orientale: la Russia. Annessi dall’Impero Russo nel corso del XVIII secolo, i Paesi Baltici riuscirono a rendersi indipendenti solo negli anni ’20 del Novecento, per poi subire una nuova occupazione da parte dell’Unione Sovietica nel 1940. Da allora la loro storia è stata simile: una delle prime misure prese dal Governo centrale di Mosca dopo l’occupazione fu l’avvio di una massiccia campagna di “russificazione” dei Paesi Baltici, con il trasferimento forzato di centinaia di migliaia di coloni russi nei nuovi territori. Furono emanate anche dure leggi per impedire l’uso delle lingue e dei simboli nazionali. Con la crisi dell’Unione Sovietica, i tre Paesi Baltici furono tra le prime repubbliche sovietiche a dichiarare la propria indipendenza, che ottennero nel 1991. Ma la preoccupazione per le ingerenze del potente vicino orientale rimaneva forte, e i Governi dei tre Paesi da allora cercano costantemente di allontanarsi dall’orbita russa e di avvicinarsi invece agli Stati dell’Europa Centro-Occidentale. Questo processo è culminato nel 2004 con l’ingresso delle Repubbliche Baltiche nell’Unione Europea e nella NATO. Tale manovra ha messo in allarme la Russia, perché avvicina i “nemici” occidentali. Le Repubbliche Baltiche sono così diventate una nuova linea di frontiera tra la sfera di influenza dell’Occidente e quella della Russia.
A complicare la situazione c’è la presenza nei Paesi Baltici di forti minoranze russe, e i loro rapporti con il resto della popolazione sono da sempre molto tesi. Il timore dei Paesi Baltici è che la Russia sfrutti queste comunità russe come “testa di ponte”, come ha fatto recentemente in Ucraina (Geo Oggi pagina 204), sostenendo le loro rivendicazioni e usando il pretesto di difendere i diritti delle minoranze per intervenire militarmente.

Geoblog - volume 2
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L’Europa