Regno Unito

EUROPA – REGIONE BRITANNICA

REGNO UNITO


CLIL

The hilly areas of the British Isles are known as moorlands, and the vegetation is similar to that of northern Italy. Heather is the most widespread plant species.

Il Regno Unito si trova al largo delle coste nord-occidentali dell’Europa.
La sua isola maggiore, la Gran Bretagna, è bagnata dal Mare del Nord a est, dal Canale della Manica a sud e dall’Oceano Atlantico a nord e a ovest (insieme al Mare d’Irlanda).

IL TERRITORIO E IL CLIMA

Monti, valli e pianure

Le catene montuose presenti sul territorio del Regno Unito sono molto antiche e quindi poco elevate, perché sono state esposte per milioni di anni all’azione erosiva degli agenti atmosferici.
I rilievi più importanti sono i Monti Grampiani e l’altopiano delle Highlands in Scozia, i Monti Pennini in Inghilterra e i Monti Cambrici in Galles.
Il resto del territorio è costituito da pianure e zone collinari, soprattutto in Inghilterra e nell’Irlanda del Nord.

Fiumi e laghi

La morfologia del territorio britannico, stretto e allungato, con rilievi a ridosso delle coste (a nord), non permette la formazione di fiumi molto lunghi. I più importanti sono il Tamigi (348 chilometri), che attraversa la capitale Londra, e il Severn: entrambi scorrono nell’Inghilterra meridionale, in corrispondenza delle pianure più ampie.
I laghi sono invece molto numerosi, soprattutto in Scozia, dove vengono chiamati con il termine loch (“lago” in gaelico) seguito dal nome della località. Quello con la superficie più vasta è il Loch Lomond, mentre il maggiore per quantità d’acqua è il più conosciuto Loch Ness.

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GEOPATRIMONIO

Il Giant’s Causeway

Il Giant’s Causeway, il “Selciato del Gigante”, è un tratto di scogliera situato nell’Irlanda del Nord, la cui singolare conformazione crea un paesaggio surreale.
La scogliera infatti è costellata da migliaia di colonne di basalto (circa 40.000) alte fino a 12 metri, di base esagonale e forma squadrata, disposte ordinatamente l’una accanto all’altra. La particolarità e la spettacolarità di questo ambiente ispirarono, in passato, molte leggende. Solo nel 1771 si spiegò il fenomeno come conseguenza di un’eruzione vulcanica avvenuta 60 milioni di anni fa. La lava risalì attraverso spaccature del sottostante basamento calcareo e, raffreddandosi velocemente a contatto con l’acqua, originò questa suggestiva e inusuale formazione rocciosa.
La vita è riuscita a insediarsi anche tra queste rocce: la scogliera è il regno di cormorani, fulmari, gazze marine, urie, oltre che di specie vegetali come la festuca marina, l’asplenio e la scilla marina. Nel 1986 l’UNESCO ha inserito il Giant’s Causeway tra i Patrimoni Mondiali dell’Umanità, riconoscendone il valore geologico e l’interesse per lo studio delle scienze della Terra.


Se vuoi esplorare il Giant’s Causeway: whc.unesco.org/en/list/369

Mari, coste e isole

Le coste del Regno Unito sono bagnate dal Mare del Nord, dal Canale della Manica e dall’Oceano Atlantico, che nel tratto fra la Gran Bretagna e l’Irlanda prende il nome di Canale di San Giorgio a sud e di Mare d’Irlanda a nord. La Gran Bretagna, essendo un’isola, ha un notevole sviluppo costiero (oltre 7000 chilometri). Le coste sono basse e sabbiose nell’Inghilterra orientale; alte e rocciose a sud in corrispondenza della Manica (celebri le “bianche scogliere” vicine alla città di Dover); incise da insenature con pareti a strapiombo, simili ai fiordi e chiamate firths in gaelico, in Scozia e in Irlanda del Nord.
Vi è una gran quantità di isole minori sia nella Manica (tra cui l’Isola di Wight) sia nel Mare d’Irlanda (la più grande è l’Isola di Man) e, soprattutto, al largo delle coste scozzesi, dove si trovano tre importanti arcipelaghi: a ovest le numerosissime Isole Ebridi, vicino alla costa settentrionale le Isole Orcadi, mentre molto più a nord l’arcipelago delle Isole Shetland.

Clima e paesaggi

Il clima del Regno Unito risente della vicinanza dell’oceano: a causa della forte esposizione alle perturbazioni atlantiche, le piogge sono infatti molto frequenti durante tutto l’anno.
La parte occidentale del Paese è lambita dalle acque tiepide della Corrente del Golfo proveniente dal Messico, che dona alla zona un clima più caldo rispetto a quello di altre regioni situate alla stessa latitudine.
Il paesaggio era un tempo dominato da estese foreste, oggi assai ridotte a causa dell’attività umana; il territorio è per la maggior parte pianeggiante e collinare, caratterizzato da praterie e brughiere.

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LA STORIA

Le Isole Britanniche, nell’antichità e nell’Alto Medioevo, subirono una serie di invasioni da popoli provenienti dall’Europa continentale: i Romani invasero il suolo britannico nel I secolo d.C., sconfiggendo i Celti; seguì l’occupazione e la migrazione di intere comunità di Angli e di Sassoni, popolazioni germaniche che si trasferirono in Inghilterra dal VI secolo, portando con sé la propria lingua, antenata dell’inglese attuale. L’ultima grande invasione risale al 1066 ed ebbe come protagonisti i Normanni di Guglielmo il Conquistatore, provenienti dalla Francia, che ebbero la meglio sugli Anglosassoni.
A partire da questa data il Regno d’Inghilterra si impose come uno dei principali Stati feudali europei (nel 1215 vi fu ratificata la Magna Charta Libertatum, il primo documento che concedeva diritti individuali ai cittadini limitando il potere del re) e consolidò la propria potenza e identità durante la Guerra dei Cent’anni contro la Francia (1337-1453).
Dopo un’aspra guerra di successione tra le casate nobiliari dei Lancaster e degli York, nota come Guerra delle due Rose, che segnò la salita al potere della dinastia Tudor, il Regno d’Inghilterra divenne un potente Stato nazionale. Aderì in parte alla Riforma protestante con Enrico VIII Tudor che, nel 1534, proclamò lo scisma dalla Chiesa cattolica e l’instaurazione della Chiesa anglicana, a capo della quale c’era lo stesso sovrano. Si aprì allora un periodo di intensa espansione economica e politica, che si manifestò soprattutto nel dominio dei mari. Anche sul piano artistico e culturale vi fu un’importante fioritura: la fine del XVI secolo è nota come Rinascimento Inglese. Protagonista assoluta di questo periodo fu la regina Elisabetta I Tudor, tanto che si parla di “Età elisabettiana”.
Seguì, nel XVII secolo, un periodo di disordini e di guerra civile tra cattolici, anglicani e protestanti radicali, durante il quale re Carlo I Stuart fu giustiziato (1649) e fu instaurata una dittatura sotto la guida di Oliver Cromwell (1653-1658). La cosiddetta Rivoluzione Inglese si concluse solo negli ultimi anni del Seicento con la fine dell’assolutismo monarchico e l’instaurazione della monarchia parlamentare.
Nel 1707 i regni di Inghilterra, Galles e Scozia si riunirono a formare il Regno di Gran Bretagna, che nel 1801, con l’aggiunta dell’intera Irlanda, prese il nome di Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda.
Tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo il Regno Unito fu protagonista della Rivoluzione Industriale.
Il grande sviluppo economico del Paese, unito all’espansione coloniale e alla formazione dell’impero coloniale britannico, che possedeva vasti territori in tutti i continenti, rese il Regno Unito la più grande potenza mondiale dell’epoca (Geo Oggi pagina 131). Questo periodo raggiunse il suo culmine nella seconda metà del XIX secolo, durante l’“Età vittoriana”, dal nome della regina Vittoria.
Il XX secolo fu invece un periodo di crisi: il Regno Unito fu coinvolto nella Prima e nella Seconda Guerra Mondiale. Durante il secondo conflitto, il Paese dovette affrontare il primo attacco straniero sul suolo britannico dai tempi di Guglielmo il Conquistatore: si tratta della cosiddetta “battaglia d’Inghilterra”, il nome con cui si indicano le massicce incursioni aeree compiute dall’aviazione tedesca nel 1940. Uscito vincitore da entrambe le guerre, il Regno Unito dovette però assistere alla progressiva disgregazione dell’impero coloniale, con la perdita del territorio più importante, l’India, che ottenne pacificamente l’indipendenza nel 1947, mentre negli anni ’20 si era già resa indipendente la Repubblica d’Irlanda.

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L’ORDINAMENTO POLITICO

Il nome completo del Regno Unito è Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord. Comprende quattro grandi regioni, un tempo nazioni distinte che si sono riunite sotto la stessa bandiera nel corso dei secoli e che ancora oggi sono chiamate anche nazioni costitutive: Inghilterra, Galles, Scozia e Irlanda del Nord. Le prime tre si estendono sulla vasta isola della Gran Bretagna, anticamente chiamata Britannia; la quarta si trova sull’Isola d’Irlanda. Per abbreviare il lungo nome ufficiale, spesso gli abitanti chiamano la loro patria “UK”, da United Kingdom (“Regno Unito” in inglese). In seguito a recenti riforme, Galles, Scozia e Irlanda del Nord godono di un’ampia autonomia politica e amministrativa. Ogni regione possiede le cosiddette “Amministrazioni Nazionali Devolute”, cioè un Parlamento e un Governo autonomi, competenti per le questioni locali. Nonostante tali riforme, esistono movimenti politici che chiedono una maggiore autonomia delle regioni o addirittura la loro secessione dal Regno Unito. Oltre allo storico movimento per l’indipendenza dell’Irlanda del Nord (Geo Storia pagina 142), tali spinte sono forti anche in Scozia (Geo Oggi pagina 130).
L’Inghilterra invece non possiede organi autonomi, ma si appoggia direttamente alle istituzioni del Regno Unito. Queste comprendono una Camera dei Comuni, i cui membri sono eletti dalla popolazione, e una Camera dei Lord, i cui componenti detengono il seggio per antichi privilegi oppure vengono nominati direttamente dal sovrano.
Il Regno Unito è una monarchia costituzionale: il sovrano (che può essere indifferentemente uomo o donna, perché la legge dinastica non obbliga alla successione maschile) è il capo dello Stato, ha compiti rappresentativi e di garante delle istituzioni, e nomina su indicazione delle Camere il Primo Ministro, che è il capo del Governo. Nonostante l’aggettivo “costituzionale” attribuito alla monarchia britannica, il Regno Unito non possiede una Costituzione scritta vera e propria, ma le istituzioni sono regolate da un insieme vario di fonti scritte (trattati internazionali, sentenze emesse dai tribunali competenti, statuti di singole istituzioni) e persino da consuetudini non scritte e applicate oralmente da secoli.
Sebbene nel corso del XX secolo gran parte dei territori dell’Impero Britannico si sia resa indipendente, il Regno Unito possiede ancora territori e dipendenze sparsi in tutto il globo: si tratta dei Territori d’Oltremare Britannici che, anche se dotati di una certa autonomia, sono parte del Regno Unito. Sono 14 in tutto e comprendono, fra gli altri, Gibilterra, i Territori Britannici dell’Antartide e numerose isole in tutti gli oceani, come gli arcipelaghi delle Cayman e delle Bermuda nell’Atlantico e lo sperduto arcipelago di Pitcairn nel Pacifico. Esistono anche tre territori (le isole di Jersey e Guernsey nella Manica e l’Isola di Man nel Mare d’Irlanda) che non fanno formalmente parte del Regno Unito ma sono considerati possesso personale della Corona (e infatti sono detti Crown Dependencies).
Inoltre il Regno Unito è membro del Commonwealth of Nations (Comunità delle Nazioni), una confederazione di ex territori dell’Impero Britannico di cui fanno parte attualmente 53 Stati indipendenti. Tra questi vi sono Stati importanti come l’India e il Sudafrica, oltre a numerosi Paesi asiatici e africani. Dei 53 membri, 16 riconoscono ancora l’autorità del sovrano del Regno Unito, che è quindi formalmente il capo dello Stato: tra questi, i più importanti sono il Canada e l’Australia.
Il Regno Unito è un membro dell’Unione Europea dal 1973, ma il 23 giugno 2016 la maggioranza della popolazione britannica, nel corso di un referendum, si è espressa a favore dell’uscita del Paese dall’UE (Geo Oggi pagine 30-31). Quello che i mezzi di comunicazione hanno ribattezzato Brexit sarà però un processo lungo e richiederà intense negoziazioni tra il Governo britannico e gli organi dell’UE.

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GEOOGGI

Venti di secessione in Scozia

Gli scozzesi ribadiscono da sempre le peculiarità storiche e culturali che li differenziano dagli abitanti delle altre regioni del Paese. Dopo l’annessione della Scozia al Regno Unito, sancita dal Treaty of Union (1707), la Scozia è stata governata con il pugno di ferro dalla Corona inglese. Alla fine del XX secolo è invece iniziato un processo di devoluzione di molte competenze e poteri dal Governo centrale alle istituzioni locali scozzesi.
Tale politica ha subito un’accelerazione dal 2007, quando le elezioni per il Parlamento scozzese furono vinte dall’SNP, Scottish National Party (Partito Nazionale Scozzese), che mira a una maggiore autonomia, e alla futura indipendenza, della Scozia.
Le aspirazioni indipendentiste degli scozzesi hanno anche motivazioni economiche: uno dei nodi fondamentali sono i giacimenti petroliferi del Mare del Nord, che si trovano in acque territoriali scozzesi, ma la cui gestione è in mano al Governo centrale. Nel 2014 si è tenuto un referendum per l’indipendenza della Scozia: il 55% degli scozzesi si è espresso per rimanere nel Regno Unito (nella foto, sostenitori del “sì”). Ma i nazionalisti non si sono dati per vinti, e la questione dell’indipendenza è tornata di attualità dopo il referendum del 2016: a differenza dei britannici, la maggioranza degli scozzesi ha votato infatti per rimanere nell’UE, ed è stato proposto di ripetere il referendum per l’indipendenza.

Geoblog - volume 2
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L’Europa