OSSERVO LA REALTÀ
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Cammina cammina, pedala pedala, e si ha l’impressione di non arrivare mai: in ogni direzioni si guardi, l’orizzonte, piattissimo/ondulato, si perde in lontananza. È difficile farsi un’idea del paesaggio intorno, perché... è tutto alla stessa altezza! A meno di non prendere un aereo. Allora, al decollo, la Pianura Padana, la più piccola/grande d’Italia, si allarga sotto i nostri occhi.
Osservandola, si nota subito che è una zona
profondamente/scarsamente modellata dall’uomo. La distesa di campi/foreste sembra una scacchiera fatta di tessere colorate: gialle, verdi... e blu! Queste ultime sono
le risaie/gli uliveti. Qui, nel Novarese, la risicoltura è infatti una delle attività principali. I campi, separati da bassi/alti argini di terra, vengono coperti d’acqua per permettere la crescita delle piantine di riso e soffocare le erbe infestanti, un tempo strappate a mano dalle mondine.
Ogni tanto, su questi specchi d’acqua si alza in volo un airone, un uccello che nidifica nelle zone urbane/umide, habitat anche delle fastidiose zanzare.
La trama regolare/irregolare dei campi è tagliata dalla striscia di asfalto della A4,
l’autostrada/la provinciale che collega Milano a Torino. Di fianco, si allungano i binari dell’alta velocità: qui strade e ferrovie possono correre zigzagando/dritte, senza rilievi da aggirare, fiancheggiate dai fabbricati un po’ invadenti dei capannoni industriali.
La monotonia del territorio è rotta solo dai filari di viti/alberi lungo i canali di irrigazione, che portano ai campi l’acqua dei fiumi/laghi Sesia e Po, e da centri abitati grandi/medio-piccoli, che sorgono accanto a grandi città come Torino.