Le lingue in Europa

POPOLAZIONI E POPOLI

Le lingue in Europa

Uno degli aspetti fondamentali che formano l’identità di un popolo e ne esprimono la cultura è la lingua, che può essere considerata il principale strumento attraverso il quale trasmettiamo agli altri il nostro modo di vedere e di pensare.
Le lingue parlate dai diversi popoli sono qualcosa di vivo, frutto di un processo di trasformazione che le ha modellate nel corso dei secoli e che continua a modellarle ancora oggi. Ogni lingua è infatti modificata, giorno dopo giorno, dal modo in cui viene utilizzata da chi la parla: alcune parole poco usate lentamente scompaiono, altre nuove si formano, vecchi modi di dire si perdono, nuove espressioni si diffondono, e così via. Quando lingue diverse entrano in contatto, inoltre, per esempio grazie alle migrazioni e ai mezzi di comunicazione, si influenzano reciprocamente. Lo dimostrano i numerosi prestiti linguistici, cioè i termini stranieri che entrano a far parte di una lingua: pensa a toilette (francese), mouse, goal (inglesi), kebab (arabo), parole straniere che però usiamo ormai abitualmente tutti i giorni.

I GRUPPI LINGUISTICI EUROPEI

Le complesse vicende storiche dei numerosi popoli che hanno abitato il nostro continente hanno fatto sì che si formassero e si sviluppassero le decine di lingue diverse che parlano oggi gli europei (14). La maggioranza di esse condivide una grande quantità di parole, di strutture, di modi di organizzare il discorso, ha cioè una medesima base linguistica, perché deriva da una radice comune: l’indoeuropeo, ossia la lingua dei popoli che, migliaia di anni fa, dalle steppe dell’Asia migrarono nella valle dell’Indo e nell’Europa Meridionale e Occidentale. All’interno della famiglia delle lingue indoeuropee si distinguono tre gruppi principali.

  • Lingue neolatine o romanze: derivano dalla fusione del latino, parlato dagli antichi Romani, con le lingue dei vari popoli da loro assoggettati. Comprendono l’italiano, il francese, lo spagnolo, il portoghese, il rumeno.
  • Lingue germaniche: derivano dalle lingue degli antichi popoli germanici dell’Europa Centro-Settentrionale (i cosiddetti “barbari”). Le più parlate sono l’inglese e il tedesco, ma fanno parte di questo gruppo anche l’olandese, il norvegese, il danese, lo svedese, l’islandese.
  • Lingue slave: derivano dalle lingue dei popoli che dalle pianure dell’attuale Russia si espansero nelle zone dell’Europa Orientale. Comprendono il russo, l’ucraino (che utilizzano un proprio alfabeto, detto cirillico), il polacco, il serbo-croato e il macedone.

Nel nostro continente sono presenti però altre lingue di origine indoeuropea, oggi meno diffuse rispetto a quelle dei tre gruppi principali: le lingue celtiche, che derivano da quella anticamente parlata dal popolo dei Celti e che oggi sono presenti in Irlanda, Scozia, Galles e Bretagna; le lingue baltiche, parlate nelle regioni del Nord Europa affacciate sul Mar Baltico; il greco, derivato dal greco antico, e l’albanese.

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In Europa si parlano infine anche lingue che non appartengono al ceppo indoeuropeo: si tratta del basco, parlato tra Spagna e Francia, del turco, diffuso in alcune zone dell’Europa Orientale, e delle lingue uraliche, di cui fanno parte quelle ugro-finniche (finlandese, estone e ungherese) e il samoiese, parlato in alcune regioni settentrionali della Russia.

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TANTI POPOLI, TANTE LINGUE

In genere i confini di uno Stato coincidono con quelli entro i quali la popolazione parla una determinata lingua, che è quella considerata ufficiale: viene insegnata nelle scuole e utilizzata in tutti i mezzi di comunicazione.
Ci sono però anche regioni bilingui (15), nelle quali cioè si parlano due lingue ufficiali: si tratta perlopiù di zone di confine, come il nostro Trentino-Alto Adige, dove l’italiano è affiancato dal tedesco. Esistono poi anche Stati plurilingui, all’interno dei quali, cioè, la popolazione parla più lingue, tutte considerate ufficiali: è quello che accade in Svizzera, dove convivono il tedesco, il francese, l’italiano e il reto-romancio, o in Belgio, dove le lingue ufficiali sono francese e fiammingo. Inoltre, come puoi notare dalla carta della pagina a fianco, sono presenti in Europa numerose minoranze linguistiche (le zone di colore diverso all’interno di un’area omogenea), che corrispondono ad altrettante minoranze etniche: si tratta di gruppi di persone che parlano una lingua diversa da quella ufficiale (o da quella più diffusa) nello Stato in cui risiedono.

Le “nuove” lingue

Oltre a quelle che abbiamo elencato, oggi in Europa si sentono parlare sempre più spesso anche altre lingue: sono quelle che identificano i diversi gruppi di persone ormai stabilmente residenti nel nostro continente ma originarie di altri Paesi del mondo. Tra queste, le più diffuse sono l’arabo e il cinese (16), parlate non solo da cittadini immigrati di recente, ma anche dai figli nati in Europa di famiglie che vi risiedono da più lungo tempo.
Inoltre, moltissimi europei ormai conoscono l’inglese, lo studiano a scuola e lo utilizzano come seconda lingua. In un mondo sempre più globale e connesso, l’inglese è infatti indispensabile per poter comunicare a livello internazionale, essendo la lingua ufficiale in ambito commerciale e turistico.

GUIDA ALLO STUDIO

FISSO I CONCETTI 

1 Qual è il ceppo linguistico da cui è derivata la maggior parte delle lingue europee?

2 Quali sono i tre principali gruppi delle lingue indoeuropee?

3 Esistono in Europa lingue non indoeuropee?

4 Quando una regione è definita bilingue? Quando uno Stato è plurilingue?

Geoblog - volume 1
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L’Italia e l’Europa