I consigli di una madre al figlio cavaliere

TESTIMONIANZE DELLA STORIA

I CONSIGLI DI UNA MADRE AL FIGLIO CAVALIERE   (Unità 12 • Capitolo 33)

Nell’epoca carolingia l’ideologia cavalleresca diventò una parte fondamentale dell’educazione dei giovani che appartenevano all’aristocrazia. A meno che la famiglia decidesse altrimenti, per esempio orientando un figlio verso la carriera ecclesiastica, essi erano dunque destinati a vestire l’abito del cavaliere. In questo testo, indirizzato al figlio Guglielmo e redatto tra l’841 e l’843, Dhuoda, moglie del conte di Settimania (nella Gallia meridionale, nell’odierna regione della Linguadoca-Rossiglione), conclude le proprie argomentazioni con alcuni versi che contengono una sorta di decalogo del perfetto cavaliere.

Per essere valente e onorato, figlio mio eccellente,
non stancarti di leggere le parole che ho scritto
rivolgendomi a te; vi troverai facilmente ciò che ti può piacere.
La parola di Dio è vivente: ricercala.
Impara con scrupolo la sacra dottrina.
La tua anima infatti sarà rallegrata da grandi gioie nei secoli.
Il Re infinito e possente, splendente e clemente,
si degni sempre di nutrire la tua anima, di fanciullo e di adolescente;
la protegga e la difenda in ogni momento.
Sii tu dunque umile di spirito e casto nel corpo, ben disposto ai dovuti servizi,
sii duttile, per quanto lo puoi, verso i grandi e i piccoli.
Innanzi tutto temi ed ama il Signore Dio con tutto il tuo cuore e la tua mente,
spiegando tutte le tue forze, quindi tuo padre in ogni modo.
Il glorioso discendente di una schiatta, nato da una nobile stirpe, cui egli dà lustro
con le sue onorevoli azioni, non ti spiaccia servirlo con zelo.
Prediligi i più nobili fra i potenti della corte,
abbi considerazione per i superiori,
sii solidale con gli umili, unisciti ai servizievoli,
non lasciarti mai persuadere dai superbi e dagli empi.
Rendi sempre onore a coloro che per diritto e legittimamente
sono ministri delle cose sacre, ai presuli venerati;
ai custodi degli altari affidati sempre, con sincerità, tendendo le mani.
Aiuta e consola sovente le vedove e gli orfani,
dona generosamente cibo e bevanda
e sii largo di ospitalità con gli stranieri;
a chi è nudo offri le vesti con la tua stessa mano.
Presentati nelle cause come giudice giusto e capace,
non accettare mai doni di mano in mano,
non sopraffare nessuno; Colui che è munifico ti ricompenserà.
Generoso nel donare, sempre vigile e prudente,
cerca con amabilità di essere amico di tutti, traendo dal profondo la tua letizia;
ed essa si rifletterà sul tuo volto.


Dhuoda, Manuel pour mon fils, Éditions du Cerf, Paris 1975

PER FISSARE I CONCETTI
  • Nei confronti di Dio la madre suggerisce un rapporto più di amore o di timore?
  • Specifiche opere di carità vengono raccomandate al figlio: quali sono?
  • Quali atteggiamenti deve mantenere il giovane nei confronti dei potenti, secondo la madre?

Terre, mari, idee - volume 2
Terre, mari, idee - volume 2
Da Roma imperiale all’anno Mille