Terre, mari, idee - volume 2

Unità 12 LA RINASCITA CAROLINGIA E IL FEUDALESIMO >> Capitolo 33 – Carlo Magno e il nuovo impero

La spartizione dell’impero

La pace di Verdun dell’843 stabilì la divisione dell’impero di Carlo Magno in tre aree indipendenti ( Atlante attivo, p. 276):

  • Lotario, il maggiore dei fratelli, ottenne la corona imperiale, secondo le volontà testamentarie del padre, il titolo di re d’Italia, con il possesso dei territori dell’Italia centrosettentrionale, e la zona centrale dell’impero, dalle coste del mare del Nord fino alle Alpi;
  • Carlo il Calvo si vide assegnato il regno dei Franchi occidentali;
  • Ludovico il Germanico ebbe in eredità il regno dei Franchi orientali, corrispondente all’incirca ai territori dell’attuale Germania.

In un’epoca caratterizzata da una profonda frammentazione del potere imperiale, questi territori furono poi ulteriormente suddivisi tra gli eredi dei Carolingi. Alla morte di Lotario (855), infatti, la corona imperiale e i possedimenti in Italia passarono al figlio maggiore, Ludovico II, mentre il secondogenito Lotario II ereditò altri territori nell’Europa centrosettentrionale, che assunsero il nome di Lotaringia; al terzo figlio, Carlo, furono infine assegnate la Borgogna e la Provenza. La morte prematura dei figli di Lotario, tra l’863 e l’875, comportò tuttavia la spartizione di tutti i territori tra Carlo il Calvo e Ludovico il Germanico, che ampliarono così i propri possedimenti nell’Europa centrale.

La fine dell’impero carolingio

Se il trattato di Verdun sancì la divisione dei regni, il passaggio del titolo imperiale fu invece stabilito dal papa, dotato di un’autorità ormai superiore a quella dei sovrani carolingi al punto da riuscire a imporre sul trono il personaggio che meglio rispondeva alle aspettative della Chiesa. Il titolo e i territori italiani che vi erano collegati furono assegnati a Carlo il Calvo, il quale sfruttò il sostegno delle gerarchie ecclesiastiche per sottrarre a Ludovico il Germanico le aree della Lotaringia annesse da quest’ultimo, pochi anni prima, al proprio regno. Il tentativo di Carlo il Calvo non ebbe però successo e nell’877, dopo la sua morte, la Borgogna e la Provenza si staccarono dal regno dei Franchi occidentali dando vita a un nuovo regno indipendente.
Le lotte dinastiche tra i successori di Carlo Magno stavano via via frantumando l’impero e l’autorità dei sovrani ne risultava sempre più indebolita; emergeva nel contempo l’affermazione politica dell’aristocrazia. Mentre i Carolingi erano impegnati a contrastare le invasioni di nuove popolazioni provenienti dalla Scandinavia, nell’881 il titolo imperiale fu assegnato a Carlo il Grosso, figlio di Ludovico il Germanico (morto nell’876). L’autorità dell’imperatore, tuttavia, era ormai insufficiente per imporsi sull’autonomia dei nobili più potenti, così che il potere di Carlo il Grosso divenne sempre più debole, e nell’887 il sovrano fu deposto dall’aristocrazia. È questa la data convenzionalmente scelta dagli storici per indicare la fine dell’impero carolingio, che lasciò al suo posto numerosi regni indipendenti.

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Nel cuore della STORIA

Nel giuramento di Strasburgo le “nuove” lingue romanze

Nell’842, durante le guerre civili che si conclusero con la pace di Verdun, Ludovico il Germanico e Carlo il Calvo stipularono un patto di alleanza, passato alla storia come “giuramento di Strasburgo”, nel quale, davanti ai loro eserciti, si impegnarono a unire le proprie forze per combattere il fratello Lotario.
Secondo un cronista del tempo, per permettere ai guerrieri dell’altro schieramento di comprendere il contenuto del patto, il giuramento fu pronunciato da Ludovico in “lingua romanza”, allora diffusa nella Francia occidentale, e da Carlo in “lingua teudisca”, utilizzata dagli abitanti della Germania. Questo documento attesta dunque come già in quell’epoca fosse in atto un processo di differenziazione linguistica nei territori dell’impero e costituisce la più antica testimonianza sia del passaggio dalla lingua latina al volgare romanzo (da cui sarebbe derivato l’attuale francese), sia dell’idioma parlato nel IX secolo in Germania (da cui deriva l’attuale lingua tedesca).

La “voce” delle identità nazionali

Ecco come doveva suonare, alle orecchie dei presenti quel giorno, l’ incipit del giuramento nelle parole, riportate da un cronista del tempo, di Ludovico e di Carlo: “Per l’amor di Dio e per il popolo cristiano e la nostra comune salvezza”.

Pro Deo amur et pro christian poblo et nostre commun salvament.
In Godes minna ind in thes christianes folches ind unser gealtniss
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In questa differenziazione linguistica si affermò dunque la prima definizione storica delle identità nazionali della Francia e della Germania, i cui nuclei territoriali più antichi, riconducibili ai possedimenti di Ludovico e di Carlo, sono in gran parte corrispondenti alle due nazioni europee.

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Da Roma imperiale all’anno Mille