Un progetto politico che abbraccia il continente
Alla morte di Pipino il Breve (768), gli succedettero i figli Carlomanno e Carlo. Seguendo la tradizione franca, infatti, egli aveva suddiviso il regno tra i suoi due figli maschi, ma nel
771, dopo la morte del primo, Carlo rimase l’unico erede al trono. Sull’esempio del padre, egli promosse un progetto di espansione militare, inserito però nell’ambito di un più ampio disegno strategico volto a unificare dal punto di vista politico, economico, giuridico e militare un territorio che oggi corrisponde in buona parte all’Europa occidentale.
In questo suo progetto espansionistico Carlo poté avvalersi di una favorevole situazione politica: le migrazioni barbariche che avevano segnato tutto il lungo periodo della transizione dall’impero romano ai regni romano-barbarici erano cessate; l’impero di Bisanzio era impegnato a difendere i confini dalle mire espansionistiche degli Arabi; la Chiesa cristiana, sebbene ancora attraversata da contrasti interni, era una realtà con una struttura sempre più efficiente e organizzata sotto il primato del papa di Roma.
Carlo seppe valutare e sfruttare con attenzione questi fattori, e la sua lungimiranza e abilità gli valsero l’attributo di Magno, “il grande”, conferitogli dal suo biografo Eginardo. Dal suo nome latino, Carolus, deriva inoltre quello della dinastia carolingia, con cui furono anche indicati i Pipinidi.