Tante religioni che convivono
All’interno del 3,2% della popolazione italiana che professa un credo diverso da quello cattolico, i fedeli numericamente più consistenti sono i protestanti (25,3%) e i testimoni di Geova (23,8%), seguiti da musulmani (17%), cristiani ortodossi (11,9%), buddisti (8,8%) ed ebrei (2%). A tale mosaico vanno aggiunti poi i fedeli di altre confessioni “storiche”, come mormoni, sikh e induisti, oltre che i nuovi movimenti organizzati, come quelli new e next age, nati nel secolo scorso e da considerarsi a metà strada tra fedi religiose vere e proprie e stili di vita.
La varietà religiosa, conseguenza dei fenomeni dell’immigrazione e della sempre più marcata integrazione tra paesi, è tutelata da tutte le moderne costituzioni vigenti negli Stati democratici. La Costituzione italiana contempla la libertà di culto dei cittadini tra i suoi princìpi fondamentali.
Essa compare infatti già nell’articolo 3, strettamente collegata agli altri diritti nei quali si sostanzia l’uguaglianza davanti alla legge, che è tale appunto “senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.