1. La svolta di Diocleziano e le riforme
Nel corso del III secolo d.C., l’impero aveva dovuto fronteggiare diversi momenti di crisi:
- la grave instabilità politica e militare causata dalle lotte tra gli imperatori nel cinquantennio di anarchia militare;
- le crescenti minacce e pressioni provenienti da Oriente, con il consolidamento dell’impero sasanide in Persia e la nascita, nelle province orientali, di governi locali che si ponevano in continuità con la tradizione romana ma in opposizione con il suo potere, come l’esperienza, seppur breve, della regina Zenobia con il regno di Palmira;
- le pressioni dei Germani alle frontiere nordoccidentali e sui Balcani.
Queste minacce avevano richiesto ingenti investimenti di denaro per l’esercito e avevano prosciugato gran parte delle risorse finanziarie ed economiche dell’impero. Tuttavia Roma disponeva ancora di una forza economica, politica e militare di rilievo, tanto che per il momento, pur tra molte difficoltà, i suoi domini e l’estensione dei suoi territori reggeva l’urto degli attacchi esterni. Inoltre, gli imperatori Diocleziano e Costantino avviarono riforme profonde che portarono a un nuovo assetto nel governo dell’impero per ristabilirne la solidità e il controllo del Mediterraneo.