COMPITO DI REALTÀ • Sezione 2

La città greca

Definizione dell’argomento

La civiltà greca si è sviluppata nelle póleis, centri autonomi che hanno vissuto nel corso della storia momenti di espansione e splendore ed altri gravati da guerre e distruzioni. Noi conosciamo queste antiche città attraverso i ritrovamenti archeologici e le opere artistiche e architettoniche che sono arrivate fino a noi, oltre ai documenti storici.
Ripercorreremo qui la storia di alcune grandi póleis greche, che mantengono ancora oggi un fascino straordinario, tracciando un itinerario che passa per Micene, Atene, Santorini, Selinunte.
Dopo aver esaminato i documenti 1-4 proposti e aver scelto un tema specifico tra quelli indicati nella guida al percorso, ogni gruppo proporrà il proprio contributo alla classe.

COMPETENZE DA ATTIVARE

A COMPETENZE DISCIPLINARI

  • Acquisire strumenti lessicali e concettuali relativi a tempo, spazio, relazioni umane.
  • Analizzare diversi tipi di fonti e testi, individuarne gli elementi essenziali ecc.
  • Individuare, selezionare e mettere in relazione dati traendoli da documenti in base a criteri temporali, spaziali, tematici.
  • Ricavare informazioni (dirette e indirette) da fonti e documenti di diversa tipologia (scritta, iconografica, audio-video, schemi e grafici).
  • Collocare singoli fatti in uno schema generale, individuando parole-chiave, elementi comuni, funzioni e scopi, svolgendo confronti.
  • Organizzare una ricerca, un percorso di studio.
  • Scegliere e realizzare lo strumento comunicativo adatto in una situazione specifica (didascalia, schema, riassunto, slide, presentazione, video ecc.).
  • Individuare criteri di valutazione e autovalutazione.

B COMPETENZE CHIAVE PER L’APPRENDIMENTO PERMANENTE

  • competenza digitale
  • imparare a imparare
  • competenze sociali e civiche
  • consapevolezza ed espressione culturale
  • padronanza della madrelingua

Guida al percorso

Il percorso si snoda attraverso alcune famose città della Grecia antica, di cui si scelgono particolari aspetti che il lavoro dei vari gruppi collegherà e metterà a confronto.
Santorini [Doc. 1] era uno dei centri della civiltà minoica, distrutto da un cataclisma dopo aver raggiunto un alto livello di sviluppo.
La vicenda di Micene [Doc. 2] si congiunge con il mito di Troia e rimanda alle origini della civiltà greca.
Ad Atene [Doc. 3A e 3B], i luoghi principali della città, l’acropoli e l’agorà, riflettono il sistema politico della pólis.
Infine Selinunte, in Sicilia [Doc. 4], è al centro del parco archeologico più grande d’Europa, dove sono stati ricostruiti i templi andati distrutti.

Per ciascuna città il compito è:

  • ripercorrerne la storia tra verità e mito;
  • descrivere l’aspetto che aveva all’apice dello sviluppo;
  • individuare i principali monumenti che la caratterizzarono nel passato;
  • esplorare le testimonianze attuali.
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DOCUMENTI

 DOC. 1  Santorini

Santorini, sprofondata nel mare 3600 anni fa a causa di una violentissima eruzione vulcanica, fu una delle capitali della civiltà minoica.

Anche Creta, a più di 100 km di distanza, risentì delle conseguenze del terremoto, che alzò un muro d’acqua di oltre 30 metri.
Racconta questa storia Alberto Angela, in Alla ricerca delle città perdute, andato in onda sulle reti Rai: la visione è tuttora disponibile sul portale Rai.

 DOC. 2  Micene

Si ripercorre la storia di Micene utilizzando la voce dedicata dell’enciclopedia Treccani, dalle origini legate alla civiltà cretese, al periodo eroico del governo di Agamennone, alla partecipazione alle guerre persiane: http://www.treccani.it/enciclopedia/micene/
Nel sito archeologico della città antica, si possono esplorare le mura ciclopiche, la porta dei leoni, le tombe degli Atridi, i cui tesori sono stati trovati grazie alla fiducia dell’archeologo tedesco Heinrich Schliemann nella veridicità dei poemi di Omero, la stessa convinzione che lo ha condotto anche alla scoperta di Troia.


C.W. Ceram, in Civiltà sepolte (Einaudi, Torino 1952), racconta come è avvenuta la scoperta di Heinrich Schliemann.


«Nel 1876, all’età di cinquantasei anni, Schliemann aveva affondato per la prima volta il piccone nel suolo di Micene, nel 1878-79, assistito da Virchow, scavò per la seconda volta a Troia; nel 1880 scoprí a Orcomeno, la terza città che Omero disegna con l’attributo di aurea, la ricca volta del tesoro di Minia; nel 1882, con Dörpfeld, scavò per la terza volta nella Troade, e due anni dopo a Tirinto.
Le mura dell’acropoli di Tirinto furono messe a nudo; un violento incendio aveva calcinato le pietre e cotto l’argilla che le connetteva insieme, trasformandole in veri e propri mattoni; gli archeologi credevano che queste mura fossero avanzi medievali e le guide greche dichiaravano che a Tirinto non c’era niente di importante da visitare.
Sulla fede degli antichi scrittori, Schliemann cominciò a scavare e lo fece con tanto impegno che distrusse una piantagione di cumino di un contadino di Cofinio e dovette pagare 275 franchi di ammenda. A Tirinto sarebbe nato Eracle. Le mura erano ritenute dagli antichi una costruzione prodigiosa. Pausania le paragonò alle piramidi d’Egitto. Si dice che Proitos, leggendario re di Tirinto, avesse convocato presso di sé sette ciclopi per erigerle; e che ne furono poi costruite anche altrove, anzitutto a Micene, cosí che tutta l’Argolide poté essere chiamata da Euripide «la terra ciclopica». Schliemann scavò e trovò le fondamenta di un palazzo che superava tutti quelli fino allora scoperti e che dava una poderosa impressione del popolo preistorico che l’aveva costruito e dei re che vi avevano dimorato. Il palazzo sorgeva, simile a un forte, su un massiccio di pietra calcarea. Le mura erano formate di blocchi della lunghezza di 2-3 metri e dello spessore e dell’altezza di un metro. La costruzione raggiungeva nella parte inferiore, che comprendeva solo stanze di servizio e scuderie, dai sette fino agli otto metri, e nella parte superiore, dove abitava il signore, fino a 11 metri, con un’altezza complessiva di 16 metri!
E bisogna cercare di immaginarsela popolata di guerrieri dalle armi sonanti. Finora non si conosceva nulla della pianta di questi palazzi omerici; nessuna traccia era rimasta del palazzo di Menelao, di quello di Ulisse e degli altri principi. A Troia i resti della rocca di Priamo non davano nessuna idea della pianta. Qui, per opera dello scavo, venne invece chiaramente alla luce un palazzo omerico. C’erano atri con colonne e sale, il cortile degli uomini con l’altare, il megaron sontuoso con atrio e propileo; si poteva ancora riconoscere il bagno (col pavimento formato da un solo blocco di pietra calcarea di 20 000 kg), dove gli eroi di Omero si erano immersi e cosparsi di unguento. Qui, sotto la vanga di Schliemann, balzava viva la scena del ritorno dell’astuto Ulisse, del banchetto dei Proci, del bagno di sangue nella grande sala, come sono descritti nell’Odissea.
E c’era qualcosa di ancora piú interessante, la ceramica e le pitture murali. Schliemann notò subito l’affinità di tutti i vasi e recipienti di argilla con quelli che aveva tratto alla luce a Micene, e rilevò anche la somiglianza col materiale che altri archeologi avevano trovato ad Asine, Nauplia, Eleusi e in varie isole, soprattutto a Creta. Non aveva egli forse trovato fra le rovine di Micene un uovo di struzzo (che al primo momento aveva creduto un vaso di alabastro) di provenienza egizia? E non scoperse qui quei vasi dal motivo cosiddetto «geometrico » che già nel 1500 a.C. i Fenici avevano portato alla corte di Thutmosis III? In una particolareggiata spiegazione, Schliemann cercò di dimostrare che era sulle tracce di una corrente di civiltà di origine asiatica o africana; una civiltà che aveva toccato tutta la costa orientale della Grecia, comprendendo la maggior parte delle isole, e aveva avuto verosimilmente il suo centro in Creta.
Oggi noi chiamiamo questa civiltà cretese-micenea. Schliemann ne aveva trovato le prime testimonianze. Ma la sua scoperta doveva essere riservata a un altro».

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 DOC. 3A  Atene

I luoghi importanti della pólis ateniese sono legati al tipo di governo della città: al centro, sull’acropoli, i templi dedicati alle divinità protettrici, in basso l’agorá per le assemblee cittadine.
Andare alla voce ATENE dell’enciclopedia Treccani, poi a STORIA - La città antica; quindi ad ARTE E ARCHITETTURA 1. La topografia della città antica; 2. Monumenti antichi: L’Acropoli; L’agorá.


 DOC. 3B 

L’Acropoli, alla cui sistemazione dette impulso Pericle, merita una descrizione approfondita, soprattutto il Partenone, il tempio dedicato al culto di Atena.
Nel sito web LEZIONI DI ARCHITETTURA piantine, schemi e illustrazioni propongono come si è sviluppata la città di Atene.

 DOC. 4  Selinunte

Selinunte, colonia della Magna Grecia, deve il suo nome al sedano (in greco sélinon), simbolo impresso anche sulle monete della città.
La città si sviluppò fino a raggiungere i 100 000 abitanti; la sua distruzione fu causata non solo dai rivali Cartaginesi, ma anche da terremoti, secoli di incuria e spoliazioni.
Nel sito archeologico, sull’acropoli si possono vedere vari templi, di cui alcuni sono stati ricostruiti in anastilosi, una tecnica di restauro con la quale si rimettono insieme, uno alla volta, i pezzi originali di una costruzione andata distrutta (il termine deriva dal greco e significa «riedificazione»).
Nel parco archeologico è esposto l’Efebo di Selinunte, il più famoso ritrovamento scultoreo.
Il sito degli scavi è ricco di indicazioni sulla storia della città e sul parco archeologico, il più grande d’Europa, oltreché sulla vita quotidiana, sulla religione, sui reperti (l’Efebo), con ricostruzioni e filmati.

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Guida alla produzione

Compiuto il lavoro di documentazione, si tratta di organizzare le informazioni ricavate e sintetizzarle per la relazione/presentazione finale. L’argomento va suddiviso in modo coerente, evitando ripetizioni e predisponendo una scaletta o una mappa che evidenzi i collegamenti. È opportuno individuare anche del materiale iconografico corredato di didascalie, in quanto non è solo un “abbellimento”, ma è un vero e proprio documento storico.
Va scelto un titolo che dia un’idea chiara di quello che si tratterà. Si può scegliere anche un titolo a effetto, di tipo giornalistico, purché pertinente. Sia in una presentazione sia in un video o in un cartellone, all’inizio occorre indicare titolo, autori, contesto (scuola, classe, anno scolastico). Il lavoro deve comprendere sempre anche la citazione ordinata e completa delle fonti da cui si sono tratte informazioni (siano tratte da libri o da siti web).

Diario di bordo e scheda di autovalutazione

Il diario di bordo è lo strumento per documentare l’andamento dei lavori. Serve a ordinare e distribuire il lavoro nel tempo, tenendo conto della scadenza di consegna, a suddividerlo tra i componenti del gruppo, e a tenere sotto controllo i problemi.
La scheda di autovalutazione permette di testare il proprio lavoro svolto sulla base di elementi concreti e verificabili. Saper valutare il proprio lavoro è il primo passo per ottenere risultati migliori.
Ciò permette di analizzare quanto sia stata compresa ed esercitata correttamente ciascuna fase del lavoro.

DIARIO DI BORDO

Organizzazione e distribuzione del lavoro

Compito da svolgere/argomento

 

Caratteristiche del prodotto da realizzare (presentazione digitale, in un video o in cartelloni ...)

 

Scadenza per la consegna

 

Composizione del gruppo di lavoro

 

Coordinatore

 

Suddivisione dei compiti

 

Fasi di lavoro

  Stadio di avanzamento dei lavori Problemi e soluzioni
Fase 1 documentazione    
Fase 2 selezione delle informazioni    
Fase 3 elaborazione dei materiali scritti    
Fase 4 selezione dei documenti iconografici con didascalie    
Fase 5 assemblaggio dei contenuti (in slide, video, cartellone)    
Fase 6 preparazione di intestazione, bibliografia, sitografia    
Fase 7 elaborazione del prodotto finale    
Fase 8 presentazione in classe    
Fase 9 autovalutazione e valutazione    

SCHEDA DI AUTOVALUTAZIONE

COMPETENZE

LIVELLO DI ACQUISIZIONE

  Ottimo (A) Buono (B) Sufficiente (C) Insufficiente (D)

Analisi di diversi tipi di fonti e testi, individuandone gli elementi essenziali

       

Produzione di una ricerca, un percorso di studio di senso compiuto

       

Scelta e realizzazione di una comunicazione adatta all’argomento e alla situazione

       

Qualità estetica e comunicativa del prodotto

       

Terre, mari, idee - volume 1
Terre, mari, idee - volume 1
Dalla preistoria alla crisi di Roma repubblicana