Terre, mari, idee - volume 1

Unità 8 L’ECUMENE ROMANA >> Capitolo 20 – Verso la fine della repubblica

Verso la fine del triumvirato

L’accordo fra i triumviri (rinnovato nel 37 a.C.) a questo punto venne meno, e Ottaviano, divenuto padrone delle regioni occidentali, rivolse le proprie mire verso l’Oriente dominato da Antonio. Al fine di ottenere il consenso del senato per una nuova guerra, Ottaviano tentò di screditare il rivale, diffondendo informazioni diffamanti sul suo comportamento e descrivendolo come un sovrano di tipo orientale.
Questa propaganda non era del tutto infondata. Antonio gestiva le province orientali quasi come un proprio possedimento, e la relazione sentimentale con la regina d’Egitto, Cleopatra, aveva influenzato il suo stile di vita. Nel 41 a.C. aveva stretto con lei importanti accordi diplomatici: l’Egitto diveniva regno cliente di Roma, ottenendo in cambio numerosi vantaggi commerciali e il controllo della Fenicia, di Cipro e di parte dell’Anatolia meridionale. Tra il 36 e il 34 a.C., inoltre, Antonio condusse campagne contro i Parti e i Medi – anche per vendicare la disfatta di Carre subita da Crasso nel 53 a.C. – e in Armenia, attribuendo vasti territori a Cleopatra. Per Ottaviano fu semplice diffondere l’idea che Antonio, influenzato dalla regina egiziana, intendesse creare un grande regno indipendente in Oriente, per rivolgere poi le sue forze contro l’Italia.
Al discredito di Antonio faceva da contraltare il sempre maggiore ascendente di Ottaviano, acquisito già con l’eliminazione di Sesto Pompeo e accresciuto da una nuova impresa militare, la vittoria contro i pirati della Dalmazia (34 a.C.), che da tempo danneggiavano i commerci adriatici.

L’uomo che ristabilì l’ordine

In questo ritratto, datato intorno al 40 a.C., Ottaviano si presenta al tempo stesso come il difensore della tradizione romana e come vendicatore dell’assassinio di Cesare.
La testa, volta in modo deciso verso destra, gli occhi infossati, la capigliatura scomposta, sono tutti elementi che rientrano nella tradizione del ritratto ellenistico della tarda età repubblicana.

Lo scontro di Azio e la vittoria di Ottaviano

Antonio era ormai l’unico ostacolo che impediva a Ottaviano di dominare incontrastato su tutte le province. Sfruttando abilmente la propaganda politica, Ottaviano riuscì a far passare in senato l’idea che la guerra contro il suo avversario fosse necessaria per combattere i corrotti costumi orientali e salvaguardare i valori della tradizione, di cui egli stesso si ergeva a campione e difensore. La lettura del testamento di Antonio, che affidava ai figli avuti da Cleopatra il controllo di importanti territori, convinse infine molta parte della classe dirigente romana del fatto che Antonio fosse ormai diventato una pedina nelle mani della regina d’Egitto. Molti senatori contrari a un nuovo conflitto furono costretti a fuggire a causa delle minacce ricevute da Ottaviano; nel 32 a.C., quindi, egli ottenne l’autorizzazione a condurre una nuova guerra. Dietro la motivazione ufficiale di difendere lo Stato romano dalla minaccia di un pericoloso despota orientale, del resto, la guerra contro Antonio nascondeva anche altre ragioni, prima fra tutte l’esigenza di difendere gli interessi economici dell’Italia. L’Egitto infatti rappresentava una delle regioni più ricche di grano, mentre la sottomissione delle province orientali avrebbe assicurato l’afflusso di nuovi tributi utili a garantire l’esenzione dalle tasse di cui godevano i cittadini romani.
Il conflitto durò pochi mesi: nel 31 a.C. Agrippa sconfisse i nemici nella battaglia navale di Azio, sulla costa occidentale della Grecia. Ottaviano li inseguì fino in Egitto, conquistato nel 30 a.C. e trasformato in provincia. Il suicidio di Antonio e Cleopatra sancì la fine del regno dei Tolomei, l’ultimo degli Stati che si erano formati in seguito alla spartizione dell’impero alessandrino. Con la caduta del regno d’Egitto si concluse inoltre l’età ellenistica, iniziata con la morte di Alessandro Magno.
Ottaviano rimaneva padrone incontrastato di tutte le terre affacciate sul Mediterraneo e protagonista assoluto dei destini dello Stato, che egli avrebbe radicalmente riformato dando avvio a una nuova fase della storia di Roma.

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Dalla preistoria alla crisi di Roma repubblicana