Verso la fine del triumvirato
L’accordo fra i triumviri (rinnovato nel 37 a.C.) a questo punto venne meno, e Ottaviano, divenuto padrone delle regioni occidentali, rivolse le proprie mire verso l’Oriente
dominato da Antonio. Al fine di ottenere il consenso del senato per una nuova guerra, Ottaviano tentò di screditare il rivale, diffondendo informazioni diffamanti sul suo comportamento e descrivendolo come un sovrano di tipo orientale.
Questa propaganda non era del tutto infondata. Antonio gestiva le province orientali quasi come un proprio possedimento, e la relazione sentimentale con la regina d’Egitto,
Cleopatra, aveva influenzato il suo stile di vita. Nel 41 a.C. aveva stretto con lei importanti accordi diplomatici: l’Egitto diveniva regno cliente di Roma, ottenendo in cambio numerosi vantaggi commerciali e il controllo della Fenicia, di Cipro e di parte dell’Anatolia meridionale. Tra il 36 e il 34 a.C., inoltre, Antonio condusse campagne
contro i Parti e i Medi – anche per vendicare la disfatta di Carre subita da Crasso nel 53 a.C. – e in Armenia, attribuendo vasti territori a Cleopatra. Per Ottaviano fu semplice diffondere l’idea che Antonio, influenzato dalla regina egiziana, intendesse creare un grande regno indipendente in Oriente, per rivolgere poi le sue forze contro l’Italia.
Al discredito di Antonio faceva da contraltare il sempre maggiore ascendente di Ottaviano, acquisito già con l’eliminazione di Sesto Pompeo e accresciuto da una nuova impresa militare, la vittoria contro i pirati della Dalmazia (34 a.C.), che da tempo danneggiavano i commerci adriatici.