La rivolta di Spartaco
Due delle figure che avrebbero dominato gli ultimi decenni della repubblica – Marco Licinio Crasso e Gneo Pompeo Magno – emersero sulla scena politica proprio grazie alle operazioni militari svolte nell’ambito delle guerre civili e nella repressione di nuove rivolte
servili scoppiate nel centro e nel Sud della penisola.
Dopo la rivolta degli schiavi siciliani degli anni 135-132 a.C., una seconda ondata di
disordini aveva interessato la Campania e soprattutto la Sicilia tra il 104 e il 100 a.C. Nel I secolo a.C., invece, la ribellione più grave ed estesa (73-71 a.C.) partì da una nota scuola di gladiatori, quella di Capua. Guidata da Spartaco, un gladiatore originario della Tracia (regione a sud-est dei Balcani), la rivolta si estese a tutta l’Italia centrale e meridionale e giunse a raccogliere 150 000 schiavi ribelli, oltre a numerosi uomini liberi ridotti in miseria.
Più che una vera e propria guerra, la rivolta di Spartaco fu un insieme di azioni di guerriglia: gli schiavi non avevano intenzione di instaurare un potere alternativo a quello di Roma (come era avvenuto in Sicilia nel secolo precedente, ▶ p. 369), ma soltanto di sfuggire alle loro misere condizioni di vita e riacquistare la libertà. Raccolti in bande nelle campagne e tra le montagne, essi saccheggiavano le zone occupate e si spostavano continuamente per non farsi raggiungere dalle legioni romane. Questa mancanza di organizzazione – oltre che le lotte per la spartizione dei bottini – determinò infine la sconfitta della rivolta, repressa nel sangue dall’esercito regolare di Roma.
Dopo lunghi scontri, durante i quali Spartaco si era diretto prima a nord, probabilmente con l’idea di valicare le Alpi, poi nuovamente a sud, forse intenzionato a prendere la via del mare verso i Balcani, nel 71 a.C. i ribelli furono sconfitti sulle montagne della Calabria dall’esercito romano comandato da Marco Licinio Crasso. Per dissuadere altre rivolte servili, Crasso ordinò che i 6000 superstiti fossero crocifissi lungo la via Appia, tra Capua e Roma.