Unità 6 L’ETÀ ELLENISTICA

I SAPERI FONDAMENTALI

LA SINTESI

 L’ASCESA DELLA MACEDONIA E LE CONQUISTE DI FILIPPO II

La crisi economica e politica delle póleis greche favorì l’ascesa della Macedonia, regione situata ai confini settentrionali della penisola ellenica e ricca di materie prime. Monarchia caratterizzata da un potere centrale ereditariamente trasmesso, era controllata da un consiglio di nobili e da un’assemblea del popolo in armi, con i compiti di confermare per acclamazione la nomina del sovrano, di giudicare i reati di alto tradimento e di approvare le dichiarazioni di guerra.
Punto di forza del regno e sua istituzione più importante era l’esercito. Esso subì una prima trasformazione sotto il regno di Alessandro I, che introdusse una riforma con cui affiancò la fanteria (formata dai pezeteri, i contadini) alla cavalleria (costituita invece dagli eteri, i nobili) e una seconda con il re Archelao I che lo organizzò per la prima volta secondo la formazione oplitica. Con Filippo II, eletto re nel 359 a.C., ebbe inizio un’espansione militare verso sud, con il preciso obiettivo di imporre il proprio dominio sulla Grecia, approfittando delle rivalità che dividevano le diverse città elleniche. Tale espansione fu anche permessa dalle novità che egli apportò all’esercito: valorizzò innanzitutto il ruolo della cavalleria, assicurandosi così la fedeltà dell’aristocrazia, mentre la fanteria fu riorganizzata prendendo esempio dalle modalità di combattimento della falange obliqua tebana. La cosiddetta “falange macedone” ne rappresentava un’evoluzione: si trattava di una formazione molto compatta, tanto da risultare impenetrabile allo schieramento nemico, e disposta obliquamente.
Dopo la conquista di Anfipoli e Pidna, Filippo II riuscì in pochi anni a liberare le coste macedoni dalla presenza ateniese, mentre nel 354/353 a.C. trovò l’occasione di entrare ufficialmente nelle vicende greche intervenendo nella guerra sacra in corso già dal 356; proseguì poi con la conquista della Tessaglia e di Olinto e con l’annessione della Tracia. Di fronte a una tale minaccia, molte città greche reagirono unendosi in una lega antimacedone, che fu tuttavia sconfitta da Filippo nella battaglia di Cheronea, nel 338 a.C.
All’anno successivo risale la cosiddetta pace di Corinto, con la quale si concesse un’apparente autonomia amministrativa alle póleis sottomesse, che di fatto però erano assoggettate al comando militare del sovrano macedone. Della lega non faceva parte Sparta, che continuava a opporsi a Filippo II.


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 L’IMPERO DI ALESSANDRO

Nel 336 a.C., mentre era sul punto di intraprendere una campagna militare contro l’impero persiano, Filippo fu assassinato da una congiura di nobili macedoni. Il trono passò al suo giovane figlio, Alessandro, che, dopo aver eliminato tutti gli oppositori interni e sedato la ribellione delle città elleniche, si dedicò all’impresa progettata dal padre.
In seguito alle vittorie ottenute presso il fiume Granico (in Asia minore) e a Isso (sul confine settentrionale della Siria), le truppe macedoni dilagarono in tutti i territori dei Persiani e li sconfissero definitivamente presso Gaugamela (in Assiria), nel 331 a.C., conquistando un vastissimo impero.
Nel 326 a.C. l’esercito macedone giunse presso il fiume Indo, l’estremo confine orientale dell’impero persiano: qui le truppe, ormai stremate, rifiutarono di proseguire verso il Gange, come prevedeva il piano di Alessandro, e iniziarono il ritorno verso la Mesopotamia, dove Alessandro si dedicò all’organizzazione dei territori conquistati, seguendo una politica ispirata ai princìpi di integrazione e di tolleranza. L’esercito fu rafforzato reclutando migliaia di soldati persiani, ma i gradi di comando restarono ai generali di stirpe macedone e greca; dell’amministrazione dello Stato, invece, vennero incaricati molti funzionari persiani. Nel complesso Alessandro assunse i caratteri del tipico sovrano orientale, divinizzato, provocando l’ostilità dei Greci e dei Macedoni.


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 LA FORMAZIONE DEI REGNI ELLENISTICI

Nel 323 a.C., mentre si trovava a Babilonia, Alessandro morì per una malattia improvvisa. La sua morte segnò l’inizio dell’età ellenistica, che si chiude convenzionalmente nel 31 a.C. con la conquista romana dell’Egitto. L’impero macedone si frammentò: i generali di Alessandro, i diadochi (“successori”), alla guida delle rispettive truppe si scontrarono per imporre la propria supremazia sugli avversari.
Al termine di queste guerre (durate dal 322 al 281 a.C.) si formarono numerose monarchie ereditarie, guidate dai diadochi. Le principali furono il regno degli Antigonidi, in Macedonia e in Grecia, il regno d’Egitto, guidato dalla dinastia dei Tolomei, e quello dei Seleucidi, che si estendeva dall’Anatolia all’India. I vastissimi domini territoriali dei Seleucidi si disgregarono nel II secolo a.C. in seguito all’invasione dei Parti, che si stabilirono in Armenia, e alla nascita di un nuovo regno in Anatolia, guidato dalla dinastia degli Attalidi, la cui capitale, Pergamo, divenne uno dei principali centri culturali ellenistici.
Questi regni, benché presentassero tratti specifici, avevano alcune caratteristiche politiche e istituzionali comuni. Erano infatti tutti governati da un monarca che mirava a controllare ogni aspetto della vita dei sudditi e che dunque aveva instaurato una forma di potere assoluto in cui si promuoveva anche la divinizzazione della sua figura.
Tutti i regni inoltre avevano una similare organizzazione statale, quella cioè di “Stati territoriali” caratterizzati da una grande eterogeneità geografica ed etnica, in cui il potere centrale finiva per doversi confrontare con numerose istituzioni locali e periferiche, affidandosi a una fitta rete di notabili.
Un ruolo importante era affidato alle città che riuscivano talvolta a raggiungere una certa autonomia amministrativa e a eleggere propri magistrati, coniare proprie monete e legiferare.


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 LA KOINÉ ELLENISTICA

Nonostante le contese tra i diadochi, i regni ellenistici mantennero la loro unità culturale, fondata in gran parte sulle tradizioni del mondo greco e simboleggiata dall’adozione della koiné (lingua “comune”) come lingua ufficiale. Le capitali dei regni diventarono importanti centri culturali e scientifici, in particolare Alessandria d’Egitto con la sua Biblioteca reale e con il Museo, formidabile centro di ricerca per gli studiosi dell’epoca, che svilupparono e approfondirono le principali discipline scientifiche.
Le nuove condizioni politiche e sociali ebbero grande influenza anche sulle espressioni artistiche, favorendo la diffusione di nuove forme letterarie, sulla religione (si sviluppò il sincretismo religioso, cioè la contaminazione e la fusione fra culti greci e orientali) e sulla filosofia, che puntava ora la sua attenzione sugli aspetti morali della vita dell’uomo.
I regni ellenistici instaurarono inoltre intensi contatti diplomatici e commerciali con l’Asia orientale, che favorirono lo scambio di informazioni e di innovazioni culturali e tecnologiche tra il mondo mediterraneo e l’Estremo Oriente, dove i rapporti più intensi avvenivano in particolare con India e Cina.


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LA MAPPA

Terre, mari, idee - volume 1
Terre, mari, idee - volume 1
Dalla preistoria alla crisi di Roma repubblicana