Unità 6 L’ETÀ ELLENISTICA >> Capitolo 14 – I regni ellenistici e la diffusione di una nuova cultura

DIVENTARE CITTADINI

Diritti umani: un concetto in continua evoluzione

ART. 2

La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità…

Sono ancora molti i Paesi in cui la violazione dei diritti umani è diffusa e costante. I princìpi contenuti nella Carta delle Nazioni Unite (approvata nel 1945) e nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo (adottata dall’Assemblea dell’Onu nel 1948) sono ancora in gran parte da realizzare: «Promuovere ed incoraggiare il rispetto dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali per tutti senza distinzioni di razza, di sesso, di lingua o di religione» (art. 1 della Carta delle Nazioni Unite) rimane un compito delle generazioni future.

I “diritti umani” si definiscono tali in quanto appartengono a ogni individuo, indipendentemente dal sesso, dalla religione, dalle condizioni sociali, dal luogo di nascita, dalla lingua, dall’opinione politica, dall’orientamento sessuale e da ogni altra differenza culturale. Si tratta di diritti inalienabili, di cui nessuno, cioè, può essere privato; di conseguenza, secondo la dottrina filosofica che ne sostiene l’esistenza, essi sono indipendenti dalle leggi dello Stato in cui si vive: se le norme di un Paese li negano, tali norme sono da considerarsi illegittime. Il concetto di “diritto umano” ha subìto notevoli cambiamenti nel corso del tempo. Sebbene nell’antichità non manchino importanti esempi di leggi ispirate alla tolleranza – tra le quali il cosiddetto “Cilindro di Ciro”, il primo testo in cui si esprime rispetto per l’essere umano in quanto tale e con cui l’imperatore persiano Ciro il Grande abolì i lavori forzati e concesse libertà di culto ai suoi sudditi – si tratta sempre di “concessioni” che discendono dalla volontà di un sovrano, non del riconoscimento di prerogative legittimamente appartenenti agli individui. Nemmeno nelle póleis greche, dove si affermarono le prime forme di democrazia e si sviluppò il concetto di cittadinanza, i diritti erano riconosciuti a tutti gli individui.

Il giusnaturalismo e l’inalienabilità dei diritti umani

Con l’età moderna le cose cambiarono radicalmente. Se nella pratica politica e nella riflessione filosofica antica l’interesse era sempre stato rivolto al bene della collettività, e non a quello del singolo, con il pensiero filosofico-giuridico moderno cambiò il modo di concepire prerogative politiche e sociali degli esseri umani. Secondo la dottrina giusnaturalista, i depositari dei diritti non sono le comunità, ma i singoli individui, dotati di diritti naturali, superiori a ogni legge prodotta dall’uomo proprio perché intrinseci alla sua natura. Questo orientamento culturale fu alla base dei primi documenti legislativi in cui i diritti umani erano esplicitamente affermati come fondamentali e inalienabili: la Dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti d’America (1776), la Costituzione americana (1787) e la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino (1789) nata dalla Rivoluzione francese.

L’evoluzione del concetto di diritti umani

Nei secoli successivi, la nozione di diritto umano si è via via allargata, arrivando a comprendere innumerevoli ambiti d’azione. Ai diritti “di prima generazione”, riguardanti l’integrità fisica della persona e la libertà di pensiero e di culto, si sono affiancati quelli di “seconda generazione”, cioè i diritti sociali relativi a lavoro, salute e istruzione. Dagli anni Settanta del Novecento si è cominciato a parlare di diritti di “terza generazione” in tema di pace e di sviluppo economico e sociale, in riferimento soprattutto ai Paesi in via di sviluppo. Oggi si parla di diritti di “quarta generazione” in merito alle questioni etiche sollevate dallo sviluppo tecnico-scientifico nell’informatica e nella genetica, che pone problemi giuridici inediti. Parlare di diritti di quarta generazione, però, non implica che i diritti di prima, seconda e terza generazione siano rispettati in tutto il mondo.

PER FISSARE I CONCETTI
  • Qual è stato il primo documento storico in cui si fa riferimento al rispetto dei diritti umani?
  • Quali furono i primi documenti in cui i diritti umani vennero espressamente dichiarati “inalienabili”?
  • Attualmente, i diritti umani sono rispettati in tutti gli Stati del mondo?

Terre, mari, idee - volume 1
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Dalla preistoria alla crisi di Roma repubblicana