Unità 5 L’ETÀ CLASSICA

I SAPERI FONDAMENTALI

LA SINTESI

 LE CITTÀ GRECHE CONTRO L’IMPERO PERSIANO

Lo sviluppo economico delle città greche e la loro espansione commerciale nell’Egeo nel corso del VI e del V secolo a.C. le portarono a scontrarsi con il potente impero persiano.
Nel VI secolo a.C. i Persiani, sotto la guida di Ciro il Grande, avevano fondato un impero esteso su tutto il Vicino Oriente. I successori di Ciro, Cambise e soprattutto Dario, conquistarono nuovi territori in Egitto, nella Grecia settentrionale e in Asia centrale, con l’obiettivo di espandersi verso Occidente.
Dario infatti guardava con interesse alle póleis: proprio la rivolta delle città ioniche fece precipitare i rapporti tra Persiani e Greci causando un conflitto di vastissime proporzioni.


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 LE GUERRE PERSIANE

La prima guerra persiana (494-490 a.C.) si concluse a Maratona in uno scontro diretto in cui Atene, aiutata soltanto da opliti di Platea, sconfisse l’esercito persiano nonostante una significativa inferiorità numerica.
La seconda guerra persiana (480-478 a.C.) vide invece la formazione di un’alleanza panellenica in cui Sparta assunse il comando dell’esercito di terra e Atene quello delle operazioni navali (a seguito della costruzione di una potente flotta navale voluta da Temistocle). Dopo un inizio tragico per i Greci, pesantemente sconfitti alle Termopili, gli Ateniesi attuarono una precisa strategia che li portò allo scontro navale presso l’isola di Salamina, nel quale le agili triremi ebbero la meglio sulle imponenti navi persiane.
Seguì poi una nuova sconfitta persiana nella battaglia di Platea (479 a.C.) e la definitiva presa di Sesto nel 478 a.C. Il conflitto tra le due potenze tuttavia non si esaurì del tutto, ma proseguì tra alterne vicende fino alla conclusione della pace di Callia del 449 a.C., che siglava un accordo di non interferenza.


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 L’IMPERIALISMO DI ATENE E LA LEGA DELIO-ATTICA

La città che trasse i maggiori benefici da questa vittoria fu Atene, che impose il suo predominio politico e commerciale sulle isole dell’Egeo.
Con l’obiettivo di continuare la lotta antipersiana Atene fondò la lega delio-attica, che metteva fine a un’alleanza panellenica, creando due blocchi di alleanze contrapposti, che fecero riemergere i particolarismi e le ostilità, soprattutto tra le due città principali Sparta e Atene. La lega infatti divenne presto strumento dell’imperialismo di Atene e della sua politica di egemonia marittima.


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 L’ATENE DI PERICLE

La città attica raggiunse il massimo splendore durante il governo di Pericle, che restò sulla scena politica per oltre trent’anni. Egli attuò delle riforme che miravano ad ampliare i poteri degli organi assembleari e con le quali favorì l’ascesa sociale delle classi più povere. Limitò però al contempo l’estensione della cittadinanza.
Inoltre, sfruttò i tributi versati dalle città alleate in cambio della protezione militare per abbellire la città con splendidi monumenti, come il Partenone, e dimostrò di saper fare un buon uso della cultura, promuovendola e sostenendola anche come strumento di potere.
Egli fece di Atene il più importante centro greco di cultura, filosofia e arte.


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 LA GUERRA DEL PELOPONNESO

Dopo un periodo di microconflitti e avvisaglie, l’espansionismo ateniese provocò la guerra del Peloponneso (431-404 a.C.) contro Sparta, conflitto che coinvolse l’intero mondo greco.
Lo scontro con Sparta fu accompagnato ad Atene anche da fratture e attriti tra democratici e oligarchici, con la conseguenza della fine della democrazia sostituita da un susseguirsi di effimeri regimi oligarchici (dal governo dei Quattrocento al governo dei Cinquemila e, dopo la conclusione della guerra, a quello dei Trenta tiranni, cui seguì infine un tentativo di restaurazione della forma democratica).
Il conflitto inoltre, con la vittoria di Sparta e la disfatta definitiva di Atene e della sua flotta, sancì la fine del predominio ateniese sulla Grecia e l’inizio di quello spartano, sotto il quale furono imposti governi aristocratici in tutte le città sottomesse. Sparta tuttavia non aveva le necessarie risorse economiche per mantenere il controllo sulla Grecia e, nonostante un’alleanza con i Persiani in cambio di denaro, dovette affrontare una coalizione antispartana nella cosiddetta guerra di Corinto (395-386 a.C.).
La pace del Re, sancita a conclusione della guerra, stabilì l’autonomia di tutte le città elleniche e la volontà di una pace comune di cui Sparta doveva farsi garante: essa tuttavia ne approfittò per riaffermare la propria egemonia, messa però definitivamente in crisi da Tebe, che sconfisse gli Spartani nel 371 a.C. presso Leuttra.
A questo punto fu Epaminonda a mirare a una nuova egemonia, quella tebana, ma alla sua morte, nel 362 a.C., Tebe perse il suo punto di riferimento e la sua potenza si esaurì. La Grecia entrò a questo punto in una fase di decadenza, indebolita completamente dalle continue guerre e divenne facile preda di una nuova popolazione, i Macedoni.


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Terre, mari, idee - volume 1
Terre, mari, idee - volume 1
Dalla preistoria alla crisi di Roma repubblicana