Il ruolo del teatro
Tra le espressioni artistiche più importanti dell’Atene classica vi fu anche il teatro. Le prime forme derivavano probabilmente dai canti intonati dai sacerdoti di Dioniso, il dio del vino e della forza vitale della natura. Rappresentazioni pubbliche erano poi state organizzate a fini propagandistici dal tiranno Pisistrato, per esaltare l’operato del proprio governo attraverso la narrazione delle leggende di antichi eroi attici. Da queste esperienze nacquero le prime compagnie di attori che, anche grazie all’affermazione di un regime più democratico, furono libere di mettere in scena opere legate all’attualità politica.
Ad Atene le rappresentazioni teatrali si svolgevano durante le feste primaverili, chiamate
Dionisie. Si trattava di veri e propri agòni, competizioni artistiche che prevedevano premiazioni simboliche per i vincitori. Alle prime ore del mattino il pubblico affluiva nel teatro, che era situato ai piedi dell’acropoli e poteva contenere fino a 20 000 spettatori, e vi restava fino a sera. Gli attori erano tutti maschi, poiché alle donne non era consentito partecipare ad attività pubbliche, a parte le processioni sacre delle feste religiose. Durante lo spettacolo indossavano costumi e maschere, e la loro recitazione era accompagnata dalle musiche e dalle danze del coro, che si esibiva nello spazio antistante la scena occupata dagli attori.
A seconda dei temi trattati e degli aspetti formali che le caratterizzavano, le rappresentazioni vennero a differenziarsi in tragedie e commedie (autori tragici furono Eschilo, Sofocle ed Euripide, mentre il più noto commediografo è Aristofane). Al di là delle differenze, entrambe costituivano uno specchio della società del tempo: ogni spettatore poteva riconoscersi nelle vicende dei protagonisti, che toccavano i temi fondamentali della vita (come la fragilità dell’esperienza umana rispetto agli improvvisi cambiamenti del destino) e della politica.
In virtù di questo ruolo di stimolo alla riflessione sui problemi della città, il teatro era considerato un fondamentale momento di educazione civica e politica, rivolto a gran parte della popolazione. Agli spettacoli, infatti, potevano assistere anche i non cittadini e perfino gli schiavi, e la partecipazione era garantita anche ai nullatenenti grazie a un costo per l’ingresso assai ridotto (sotto Pericle venne addirittura previsto il rimborso da parte dello Stato ai più poveri).
Diffondendosi da Atene alle póleis di tutto il mondo ellenico (dall’Asia minore alla Magna Grecia), il teatro divenne una delle espressioni più significative della civiltà greca.