Nel complesso tutta la poesia acquista, grazie alle figure retoriche sintattiche e foniche, un andamento lento che sembra riprodurre la ripetitività monotona e un po’ stanca del lavoro delle lavandaie: la presenza di enjambement*(pare / dimenticato, vv. 2-3), chiasmi* (tonfi spessi e lunghe cantilene, v. 6; Il vento soffia e nevica la frasca, v. 7), allitterazioni* (in r e t: resta… aratro, v. 2; torni… partisti… rimasta, vv. 8-9; in l e n: lunghe cantilene, v. 6; in s e f: soffia… frasca, v. 7), assonanze* (aratro… dimenticato, vv. 2-3; frasca… rimasta, vv. 7-9) e termini onomatopeici* (sciabordare, v. 5; tonfi, v. 6) alimenta quell’atmosfera di evocazione e sospensione emotiva tipica dell’arte pascoliana.