Il secondo Ottocento – L'autore: Giovanni Verga

LABORATORIO verso l'esame

 TIPOLOGIA B  
 saggio breve  

ARGOMENTO

DAL VILLAGGIO DEI MALAVOGLIA AL VILLAGGIO GLOBALE DEI SOCIAL NETWORK: COME È CAMBIATA LA SOCIALITÀ NEGLI ULTIMI DUE SECOLI

Sviluppa l’argomento in forma di saggio breve utilizzando i documenti forniti. Nella tua argomentazione fai riferimento a ciò che hai studiato e alle tue conoscenze.

Documento 1

In questo brano, tratto dal capitolo 7 dei Malavoglia, Giovanni Verga insiste sulla dimensione corale del villaggio.


Il vino buono faceva vociare, e il vociare metteva sete, intanto che non avevano aumentato
il dazio sul vino; e quelli che avevano bevuto levavano i pugni in aria, colle
maniche della camicia rimboccate, e se la prendevano persin colle mosche che volavano.
«Questa è come una festa per Santuzza!» dicevano. Il figlio della Locca, il quale
5 non aveva denari per bere, gridava lì fuori dell’uscio che voleva farsi ammazzare
piuttosto, ora che lo zio Crocifisso non lo voleva più nemmeno a mezza paga, per
quel suo fratello Menico che s’era annegato coi lupini. Vanni Pizzuto aveva anche
chiuso la bottega, perché nessuno andava più a farsi radere, e portava il rasoio in
tasca, e vomitava improperi da lontano, e sputava addosso a coloro che se ne andavano
10 pei fatti loro, coi remi in collo, stringendosi nelle spalle.
«Quelli sono carogne, che non gli importa un corno della patria!» sbraitava
don Franco, tirando il fumo della pipa come se volesse mangiarsela. «Gente che
non muoverebbe un dito pel suo paese».
«Tu lasciali dire!» diceva padron ’Ntoni a suo nipote, il quale voleva rompere il
15 remo sulla testa a chi gli dava della carogna: «colle loro chiacchiere non ci danno
pane, né ci levano un soldo di debito dalle spalle».

Documento 2

Il critico Luigi Russo (1892-1961) riflette sulla quotidianità della vita nel villaggio dei Malavoglia.


«Ma il primo di tutti a incominciare la sua giornata è stato Rocco Spatu». Paiono
parole stupide e insignificanti, e invero lo stupore impassibile del protagonista
non può meglio effondersi, che fermandosi su un particolare insignificante e assai
secondario. Avviene quello stesso, quando, tormentati da una grande pena, noi ci
5 balocchiamo a ripetere un ritornello qualsiasi, una qualunque frase convenzionale
o insensata, sulla quale sentiamo di riposare e di distrarre un poco il nostro dolore.
Si osservi ancora che il ritorno di tutte quelle piccole cose, secondo il ritmo di
un’abitudine quotidiana, finisce con l’avere la solennità del Tempo, che trascorre
impassibile, eterno e sempre eguale a sé medesimo. La vita di Acitrezza torna a essere
10 la medesima di ieri, e quella di oggi sarà la vita di domani. Vanni Pizzuto accende
il lumicino nella sua bottega, lo zio Santoro presto si accoccolerà davanti all’osteria
a incominciare la sua giornata anche lui. Rocco Spatu si scatarra da uomo vinoso e
sfaccendato, tutti gli usci tornano ad aprirsi; e quelle umili cose sono come avvicinate
e ingrandite da quel cielo, in cui la vita torna, anche lassù, la medesima.


Luigi Russo, Giovanni Verga, Ricciardi, Napoli 1919

 >> pag. 209 

Documento 3

In Metropolis (1916-1917) il pittore George Grosz (1893-1959) raffigura il caos infernale della città e l’incomunicabilità tra i suoi abitanti.

Documento 4

Il grande giornalista polacco Ryszard Kapuściński (1932-2007) si interroga sulla difficoltà di socializzare.


E ai nostri tempi? Arroganza degli uni verso le culture e le religioni degli altri, arcipelaghi
di ghetti e di lager sparsi su tutto il pianeta, muri, barriere, fossati, reticolati…
Quanti ce ne sono, in tutti i continenti! I progressi nelle comunicazioni verificatisi
in questi ultimi decenni sono diventati una specie di sfida: da un lato avvicinano gli
5 uomini tra di loro ma, dall’altro, siamo proprio certi che li avvicinino veramente? Tra
uomo e uomo, tra l’io e l’altro si è inserito un intermediario tecnico: una scintilla
elettrica, un impulso elettronico, una rete, un collegamento, un satellite. […] L’io comunicava
con l’altro non solo attraverso la parola, ma anche attraverso la vicinanza
diretta, attraverso lo stare insieme. Un’esperienza che niente è in grado di sostituire.
10 E il paradosso di questa situazione continua ad aumentare. Da un lato aumenta
la globalizzazione dei media, ma dall’altro ne aumentano anche la piattezza,
l’inadeguatezza, il caos. Più uno ha a che fare con i media, più si lamenta di sentirsi
solo e smarrito. Già agli inizi degli anni Settanta, quando la televisione era ancora
in fasce, Marshall McLuhan1 usò la definizione di “villaggio globale”. McLuhan,
15 che era un cattolico dotato di forte passione missionaria, immaginava che il nuovo
medium ci avrebbe resi tutti fratelli, accomunati da una medesima fede. La definizione
di McLuhan, oggi ripetuta senza riflettere, si è rivelata uno dei massimi
errori della cultura contemporanea. L’essenza del villaggio consiste nel fatto che i
suoi abitanti si conoscono intimamente, si frequentano e condividono un destino
20 comune. Cosa impossibile da dirsi della società del nostro pianeta, che fa piuttosto
pensare alla folla anonima di un grande aeroporto: una folla di persone frettolose,
sconosciute tra loro e perfettamente indifferenti le une alle altre.


Ryszard Kapuściński, L’altro, Feltrinelli, Milano 2007

 >> pag. 210 

Documento 5

Secondo il sociologo spagnolo Manuel Castells (n. 1942), una nuova socialità si sta facendo strada in Internet, tra speranze e pericoli.


Questi network online diventano forme di “comunità specializzata”, vale a dire
forme di socialità costruite intorno a interessi specifici. Dato che le persone possono
far parte senza problemi di numerosi network, gli individui tendono a sviluppare
i loro “portafogli di socialità” investendo in maniera differenziata, in momenti
5 diversi, in un certo numero di reti con basse barriere d’ingresso e bassi costi di
opportunità. Ne consegue, da un lato, un’estrema flessibilità nell’espressione della
socialità, mentre gli individui costruiscono e ricostruiscono le loro forme d’interazione
sociale. Dall’altro, il livello relativamente basso d’impegno può indurre
una certa fragilità delle forme di relazione. Mentre alcuni osservatori celebrano diversità,
10 pluralità e scelta, Putnam1 teme la “cyberbalcanizzazione” come modo di
accentuare la dissoluzione delle istituzioni sociali e il declino dell’impegno civico.
I nuovi sviluppi tecnologici sembrano accrescere le possibilità che l’individualismo
in rete diventi la forma dominante di socialità. La crescente teoria di studi
sugli usi dei telefoni mobili pare indicare che la telefonia cellulare soddisfi un modello
15 sociale organizzato intorno a “comunità di scelta” e interazione individualizzata,
basate sulla selezione di tempo, luogo e compagni dell’interazione […]. Lo
sviluppo progettato di Internet wireless aumenta la possibilità di un networking
personalizzato per un’ampia gamma di situazioni sociali, migliorando in questo
modo la capacità degli individui di ricostruire dal basso strutture di socialità.
20 Queste tendenze equivalgono al trionfo dell’individuo, anche se i costi per la
società non sono ancora chiari. A meno che non si ritenga che, in realtà, gli individui
stiano ricostruendo, attraverso le nuove disponibilità tecnologiche, il loro modello
d’interazione sociale, per creare una nuova forma di società: la società in rete.


Manuel Castells, Galassia Internet, Feltrinelli, Milano 2002

Guida alla stesura

  • Dopo un’attenta lettura di tutti i documenti, fai una breve sintesi di ognuno: il paese dei Malavoglia come comunità collettiva (doc. 1); la vita semplice e sempre uguale del villaggio verghiano (doc. 2); la città moderna come una realtà alienante (doc. 3); le difficoltà di comunicare nella società contemporanea (doc. 4); Internet come possibilità di una nuova socialità (doc. 5). Ciò ti permetterà di avere un’idea complessiva.
  • Individua le parole chiave presenti in ogni documento e raggruppale in una serie di temi omogenei: il villaggio di fine Ottocento (docc. 1, 2); la città moderna e asociale (doc. 3); i cambiamenti della socialità dalla televisione a Internet (docc. 4, 5).
  • Individua i punti di contatto e quelli di divergenza tra i diversi temi. Mettili a confronto, spiegando come si sono sviluppati e modificati, e perché.
  • Ogni tua affermazione deve essere sempre argomentata.
  • Usa un linguaggio chiaro e preciso e, dove necessario, tecnico.

I colori della letteratura - volume 3
I colori della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi