Coll’andare dei giorni però, nessuno parlava più di quello che era successo,1 ma
come la Longa non vedeva spuntare la lettera,2 non aveva testa né di lavorare né
di stare in casa: era sempre in giro a chiacchierare di porta in porta, quasi andasse
cercando quel che voleva sapere. «Avete visto una gatta quando ha perso i suoi
5 gattini?» dicevano le vicine. La lettera non veniva però. Anche padron ’Ntoni non
s’imbarcava più e stava sempre attaccato alle gonnelle della nuora come un cagnolino.
Alcuni gli dicevano: «Andate a Catania, che è paese grosso, e qualcosa
sapranno dirvi».
Nel paese grosso il povero vecchio si sentiva perso peggio che a trovarsi in mare
10 di notte, e senza sapere dove drizzare il timone. Infine gli fecero la carità di dirgli
che andasse dal capitano del porto, giacché le notizie doveva saperle lui. Colà,
dopo averlo rimandato per un pezzo da Erode a Pilato,3 si misero a sfogliare certi
libracci e a cercare col dito sulla lista dei morti. Allorché arrivarono ad un nome, la
Longa che non aveva ben udito, perché le fischiavano gli orecchi, e ascoltava bianca
15 come quelle cartacce, sdrucciolò pian piano per terra, mezzo morta.
«Son più di quaranta giorni», conchiuse l’impiegato, chiudendo il registro. «Fu
a Lissa; che non lo sapevate ancora?».
La Longa la portarono a casa su di un carro, e fu malata per alcuni giorni. D’allora
in poi fu presa di una gran devozione per l’Addolorata che c’è sull’altare della
20 chiesetta, e le pareva che quel corpo lungo e disteso sulle ginocchia della madre,
colle costole nere e i ginocchi rossi di sangue, fosse il ritratto del suo Luca, e si sentiva
fitte nel cuore tutte quelle spade d’argento che ci aveva la Madonna. Ogni sera
le donnicciuole, quando andavano a prendersi la benedizione, e compare Cirino
faceva risuonare le chiavi prima di chiudere, la vedevano sempre lì, a quel posto,
25 accasciata sui ginocchi, e la chiamavano anche lei la madre addolorata.
«Ha ragione» dicevano nel paese. «Luca sarebbe tornato fra breve, e i suoi trenta
soldi al giorno se li sarebbe guadagnati. “A nave rotta ogni vento è contrario”».
«Avete visto padron ’Ntoni?» aggiungeva Piedipapera; «dopo la disgrazia di suo
nipote sembra un gufo tale e quale. Adesso la casa del nespolo fa acqua davvero da
30 tutte le parti, come una scarpa rotta, e ogni galantuomo bisogna che pensi ai suoi
interessi».
La Zuppidda era sempre con tanto di muso, e borbottava che ora tutta la famiglia
rimaneva sulle braccia di ’Ntoni! Questa volta una ragazza ci penserà prima di
pigliarselo per marito.