Il primo Novecento – L'autore: Eugenio Montale

LABORATORIO verso l'esame

 TIPOLOGIA A  
 analisi del testo  

Corno inglese*

Ossi di seppia


In questo breve componimento giovanile Montale invoca il vento perché faccia risuonare il suo cuore come fa suonare la natura (gli alberi, il cielo, il mare). Ma se nella natura il vento produce una musica, per quanto cupa come è quella di un temporale, il poeta dispera che esso possa fare altrettanto con il suo cuore.

        Il vento che stasera suona attento
        – ricorda un forte scotere di lame –
        gli strumenti dei fitti alberi e spazza
        l’orizzonte di rame
5     dove strisce di luce si protendono
        come aquiloni al cielo che rimbomba
        (Nuvole in viaggio, chiari
        reami di lassù! D’alti Eldoradi
        malchiuse porte!)
10   e il mare che scaglia a scaglia,
        livido, muta colore,
        lancia a terra una tromba
        di schiume intorte;
        il vento che nasce e muore
15   nell’ora che lenta s’annera
        suonasse te pure stasera
        scordato strumento,
        cuore.

COMPRENSIONE

1 Fai la parafrasi della poesia.


2 In quale rapporto è il titolo con il testo della poesia?


ANALISI

3 Descrivi la struttura metrica e rimica della lirica.


4 Si possono individuare figure retoriche di suono? Se sì, dove?


5 Rintraccia gli enjambement presenti nel testo. Quale funzione espressiva svolgono?


6 Nella poesia sono presenti correlativi oggettivi? Se sì, quali? Spiega il loro uso.


7 Rintraccia le parole di registro aulico e letterario; quindi commenta il loro impiego sul piano espressivo.


INTERPRETAZIONE COMPLESSIVA E APPROFONDIMENTI

8 Il motivo della natura scabra ed essenziale è presente anche in altri componimenti di Montale. Analizza e commenta l’importanza di questa tematica.


9 Se Montale fa largo uso della tecnica espressiva del correlativo oggettivo, Ungaretti ricorre piuttosto all’analogia. Facendo opportuni riferimenti alle liriche lette dei due autori, evidenzia gli elementi in comune e le differenze tra correlativo oggettivo e analogia.

 >> pag. 627 
 TIPOLOGIA B  
 saggio breve  

ARGOMENTO

LA GEOPOETICA: LE RELAZIONI TRA PAESAGGIO E POESIA

Sviluppa l’argomento in forma di saggio breve utilizzando i documenti forniti. Nella tua argomentazione fai riferimento a ciò che hai studiato e alle tue conoscenze.

Documento 1

In questa lirica il poeta Eugenio Montale tratteggia un tipico paesaggio ligure, brullo e riarso.

        Gloria del disteso mezzogiorno
        quand’ombra non rendono gli alberi,
        e più e più si mostrano d’attorno
        per troppa luce, le parvenze, falbe.

5     Il sole in alto, – e un secco greto.
        Il mio giorno non è dunque passato:
        l’ora più bella è di là dal muretto
        che rinchiude in un occaso scialbato.

        L’arsura, in giro; un martin pescatore
10   volteggia s’una reliquia di vita.
        La buona pioggia è di là dallo squallore,
        ma in attendere è gioia più compita.


Eugenio Montale, Gloria del disteso mezzogiorno, in Ossi di seppia, 1925

Documento 2

Il geografo e antropologo Eugenio Turri (1927–2005) riflette sul significato del paesaggio.


Il paesaggio non è dunque una creazione dei sensi fine a se stessa: esso opera in concreto
in quanto entra totalmente e con funzioni determinanti nei rapporti tra uomo
e natura: nel paesaggio, come espressione sensibile dell’ambiente in cui agisce, l’uomo
ritrova gran parte delle manifestazioni esterne che lo guidano psicologicamente
5 e materialmente; in esso inoltre ritrova oggettivati i segni e le opere che egli realizza.


Eugenio Turri, Antropologia del paesaggio, Edizioni di Comunità, Milano 1974

Documento 3

Nel 1978 il poeta scozzese Kenneth White (n. 1936) ha coniato il termine “geopoetica”: in questo intervento spiega di che cosa si tratta.

Se verso il 1978 ho cominciato a parlare di “geopoetica” è, da una parte, perché
la terra (la biosfera) era, chiaramente, minacciata sempre di più, ed era necessario
occuparsene in maniera seria ed efficace; dall’altra parte, perché avevo sempre pensato
che la poetica più ricca venisse da un contatto con la terra, da un’immersione
5 nello spazio della biosfera, da un tentativo di leggere le linee del mondo. […] Il
progetto geopoetico non è una varietà culturale in più, né una scuola letteraria,
né una forma di poesia considerata come arte intima. Si tratta di un movimento
che riguarda le fondamenta stesse dell’esistenza dell’uomo sulla terra. Nel campo
geopoetico si incontrano pensatori e poeti di ogni tempo e nazionalità. Per citare
10 qualche esempio, si può pensare, in Occidente, a Eraclito1 («L’uomo è separato da
ciò che gli è più vicino»), a Hölderlin2 («L’uomo vive poeticamente sulla terra»),
a Heidegger3 («Topologia dell’essere»), a Wallace Stevens4 («I grandi poemi del
cielo e dell’inferno sono stati scritti, rimane da scrivere il poema della terra»). […]
La geopoetica offre un terreno di incontro e di stimoli reciproci, non soltanto, ed
15 è sempre più necessario, tra poesia, pensiero e scienza, ma tra le discipline più
diverse, dal momento che sono pronte a uscire da quadri spesso troppo stretti e a
entrare in uno spazio globale (cosmologico, cosmopoetico) ponendosi la domanda
fondamentale: che ne è della vita sulla terra, che ne è del mondo?


Kenneth White, www.geopoetique.net, 1989

 >> pag. 628 

Documento 4

Nel celebre inizio della Terra desolata, il poeta inglese Thomas Stearns Eliot (1888–1965) coglie gli aspetti negativi insiti nel paesaggio.

        Aprile è il mese più crudele, generando
        Lillà dalla terra morta, mischiando
        Memoria e desiderio, eccitando
        Spente radici con pioggia di primavera.
5     L’inverno ci tenne caldi, coprendo
        La terra di neve smemorata, nutrendo
        Una piccola vita con tuberi secchi.
        L’estate ci sorprese, arrivando sullo Starnbergersee
        Con un rovescio di pioggia: ci fermammo sotto il colonnato,
10   E procedemmo nel sole, nell’Hofgarten.
        […]
        Che sono le radici che s’avvinghiano, che rami crescono
        Da queste pietrose rovine? Figlio dell’uomo,
        Tu non puoi dirlo, né indovinarlo, perché conosci soltanto
        Un mucchio di immagini frante, dove il sole batte,
15   E l’albero morto non dà riparo, né il grillo sollievo,
        E l’arida pietra non dà suono di acqua.


T.S. Eliot, La terra desolata (1922), trad. di A. Serpieri, Rizzoli, Milano 1982

 >> pag. 629 

Documento 5

Il poeta svizzero Philippe Jaccottet (n. 1925) canta il fascino malinconico del paesaggio di campagna.


        La terra adesso si è svelata
        e la luce del sole girando come un faro
        fa gli alberi ora rosa ed ora neri.
        Poi scrive sull’erba con un inchiostro leggero.

5     Una sera, il cielo restò più a lungo chiaro
        sopra i vasti giardini verdi e neri
        come le piogge scese il giorno prima.
        Splendettero i lampioni troppo presto.
        Allora nel nido dei rami
10   spuntò il canto del merlo
        e fu come se l’olio della luce
        bruciasse dolcemente nella fragile
        nera lucerna, o anche la voce stessa della luna
        venuta a predire la notte di marzo ai passeggeri…


Philippe Jaccottet, Nuovi appunti per la semina, 1958, in Il barbagianni. L'ignorante, trad. di F. Pusterla, Einaudi, Torino 1992

Guida alla stesura

  • Dopo un’attenta lettura di tutti i documenti, fai una breve sintesi di ognuno: il paesaggio di Montale è scabro (doc. 1); il paesaggio si pone sempre in relazione con l’uomo (doc. 2); la geopoetica si occupa del rapporto tra paesaggio e poesia (doc. 3); Eliot descrive un paesaggio minaccioso (doc. 4); Jaccottet propone un paesaggio placido e mite (doc. 5). Questo ti permetterà di avere un’idea complessiva.
  • Individua le parole chiave presenti in ogni documento e raggruppale in una serie di temi omogenei: esempi di approccio scientifico al paesaggio (docc. 2, 3); esempi di paesaggio in cui il poeta è presente (docc. 1, 4); esempio di paesaggio in cui il poeta è assente (doc. 5).
  • Individua i punti di contatto e quelli di divergenza tra i diversi temi. Mettili a confronto, spiegando come si sono sviluppati e modificati, e perché.
  • Ogni tua affermazione deve essere sempre argomentata.
  • Usa un linguaggio chiaro e preciso e, dove necessario, tecnico.

Al cuore della letteratura - volume 6
Al cuore della letteratura - volume 6
Dal Novecento a oggi