Al cuore della letteratura - volume 6

Il primo Novecento – L'opera: Ossi di seppia

 T10 

Falsetto


Sullo sfondo di uno scenario marino il poeta osserva con un misto di ironia e ammirazione Esterina, una ragazza, prima distesa al sole e poi nell’atto di tuffarsi in mare da un trampolino. La giovane aderisce alla vita con una gioiosa inconsapevolezza, che Montale non riesce a condividere. Il componimento risale al 1924 e fa parte della sezione Movimenti.


METRO 3 strofe polimetriche (la prima di 21 versi, le altre di 14), sigillate da un distico. Ricco e irregolare il tessuto di rime e assonanze.

        Esterina, i vent’anni ti minacciano,
        grigiorosea nube
        che a poco a poco in sé ti chiude.
        Ciò intendi e non paventi.
5     Sommersa ti vedremo
        nella fumea che il vento
        lacera o addensa, violento.
        Poi dal fiotto di cenere uscirai
        adusta più che mai,
10   proteso a un’avventura più lontana
        l’intento viso che assembra
        l’arciera Diana.
        Salgono i venti autunni,
        t’avviluppano andate primavere;
15   ecco per te rintocca
        un presagio nell’elisie sfere.
        Un suono non ti renda
        qual d’incrinata brocca
        percossa!; io prego sia
20   per te concerto ineffabile
        di sonagliere.

        La dubbia dimane non t’impaura.
        Leggiadra ti distendi
        sullo scoglio lucente di sale
25   e al sole bruci le membra.
        Ricordi la lucertola
        ferma sul masso brullo;

 >> pag. 599 

        te insidia giovinezza,
        quella il lacciòlo d’erba del fanciullo.
30   L’acqua è la forza che ti tempra,
        nell’acqua ti ritrovi e ti rinnovi:
        noi ti pensiamo come un’alga, un ciottolo
        come un’equorea creatura
        che la salsedine non intacca
35   ma torna al lito più pura.

        Hai ben ragione tu! Non turbare
        di ubbie il sorridente presente.
        La tua gaiezza impegna già il futuro
        ed un crollar di spalle
40   dirocca i fortilizî
        del tuo domani oscuro.
        T’alzi e t’avanzi sul ponticello
        esiguo, sopra il gorgo che stride:
        il tuo profilo s’incide
45   contro uno sfondo di perla.
        Esiti a sommo del tremulo asse,
        poi ridi, e come spiccata da un vento
        t’abbatti fra le braccia
        del tuo divino amico che t’afferra.
50   Ti guardiamo noi, della razza
        di chi rimane a terra.

      Dentro il testo

I contenuti tematici

La minaccia del tempo, che investe la giovinezza, non offusca la tranquillità di Esterina, che vive con pienezza un sorridente presente (v. 37) e allontana le inquietudini con un’indifferente scrollata di spalle. È lei a compiere le uniche azioni descritte nel componimento: dapprima si distende al sole su uno scoglio, sino a diventare quasi un elemento del paesaggio (un’alga, un ciottolo, v. 32), poi si tuffa in mare (t’abbatti fra le braccia / del tuo divino amico che t’afferra, vv. 48–49). Diventa così emblema di un’adesione istintiva e non problematica alla natura.
Il vitalismo panico fa di Esterina un’equorea creatura (v. 33) che riecheggia, anche nel lessico che la designa, la donna dell’Alcyone dannunziano, capace di instaurare un’ingenua e felice sintonia con il sole e il mare, la luce e l’acqua, indifferente ai rovelli del poeta, il quale non può fare altro che osservarla dalla riva, come rimarca il distico finale: Ti guardiamo noi, della razza / di chi rimane a terra (vv. 50–51). Il suo atteggiamento nei confronti di Esterina è ambivalente. Certo egli ne invidia l’inconsapevolezza, che la preserva dalle amarezze: ciò lo porta a sperare per lei un futuro sereno e ad approvarne la condotta ( Hai ben ragione tu! Non turbare / di ubbie il sorridente presente, vv. 36–37). D’altra parte nelle sue parole la stupita ammirazione è impregnata di un’ironia affettuosa. La fusione con il mare, divino amico che afferra Esterina, non costituisce per lui una tentazione.

 >> pag. 600 

Montale si pone oltre d’Annunzio, rifiutando l’idea di un’adesione immediata e sensuale alla vita. Lo si comprende già dal titolo, che, come quello di altre poesie degli Ossi di seppia (Corno inglese, Quasi una fantasia, Minstrels), fa ricorso al lessico musicale. Il “falsetto” è un modo di cantare che fa il verso a un’altra voce: viene evocato per marcare la distanza del poeta dalle atmosfere di Alcyone in cui Esterina è completamente immersa.
Nel disegnarne il profilo, Montale tiene presenti due modelli. Da un lato la protagonista – unica figura femminile nominata in modo esplicito negli Ossi di seppia – rimanda al tipo della giovane intatta, dalla grazia misteriosa e inarrivabile, celebrato da Vincenzo Cardarelli in Adolescente; dall’altro possiamo considerarla una versione estiva dell’audace pattinatrice che in Invernale di Guido Gozzano disegna arabeschi sul ghiaccio scricchiolante, mentre il poeta la osserva incantato dalla riva del lago.

Le scelte stilistiche

L’ironico e parodico gioco di allusioni a d’Annunzio induce Montale a innalzare il registro, proponendo ricercati intrecci fonici e rime* preziose, come rintocca : brocca; brullo : fanciullo; stride : s’incide. Compaiono inoltre numerosi termini aulici (fumea, adusta, assembra, equorea, lito), riferimenti alla mitologia classica (l’arciera Diana, v. 12, il presagio che rintocca nell’elisie sfere, v. 16), anfibologie* (Salgono i venti autunni, v. 13), giri sintattici complessi, perifrasi* nobilitanti (ponticello / esiguo, vv. 42–43, e tremulo asse, v. 46, per “trampolino”; gorgo che stride, v. 43, per “onde fragorose”; tuo divino amico che t’afferra, v. 49, per “mare in cui ti immergi”). Lo scabro scenario ligure che connota gli Ossi di seppia non è eliminato, ma si concentra nella seconda strofa, dove accompagna le movenze di Esterina, che – stesa sullo scoglio lucente di sale (v. 24) – viene paragonata prima alla lucertola / ferma sul masso brullo (vv. 26-27) e poi a un’alga, un ciottolo (v. 32).

      Verso le competenze

COMPRENDERE

1 Fai la parafrasi della poesia.


2 Dove si trova Esterina mentre il poeta la osserva?


ANALIZZARE

3 Individua le principali figure di suono presenti nel componimento.


4 Quali elementi del paesaggio rimandano a una visione panica che ricorda d’Annunzio?


INTERPRETARE

5 Hai ben ragione tu! (v. 36), dice Montale a Esterina.
Spiega in un breve testo a che cosa si riferisce questa esclamazione.


6 Quale funzione ha il mare nel componimento?


PRODURRE

7 Immagina un dialogo fra Esterina e il poeta, scrivendo 5 battute per ciascuno.


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Dal Novecento a oggi