le cause, nella vita, non sono mai così logiche, così ordinate, come nelle nostre
65 comuni opere d’arte, in cui tutto è, in fondo, combinato, congegnato, ordinato ai
fini che lo scrittore s’è proposto. L’ordine? la coerenza? Ma se noi abbiamo dentro
quattro, cinque anime in lotta fra loro: l’anima istintiva, l’anima morale, l’anima
affettiva, l’anima sociale? E secondo che domina questa o quella, s’atteggia la nostra
coscienza; e noi riteniamo valida e sincera quella interpretazione fittizia di noi
70 medesimi, del nostro essere interiore che ignoriamo, perché non si manifesta mai
tutt’intero, ma ora in un modo, ora in un altro, come volgano i casi della vita.
Sì, un poeta epico o drammatico può rappresentare un suo eroe, in cui si mostrino
in lotta elementi opposti e repugnanti;3 ma egli di questi elementi comporrà
un carattere, e vorrà coglierlo coerente in ogni suo atto. Ebbene, l’umorista fa proprio
75 l’inverso: egli scompone il carattere nei suoi elementi; e mentre quegli cura di
coglierlo coerente in ogni atto, questi si diverte a rappresentarlo nelle sue
incongruenze. […]
Il mondo, lui, se non propriamente nudo, lo vede, per così dire, in camicia: in
camicia, il re, che vi fa così bella impressione a vederlo composto nella maestà d’un
80 trono con lo scettro e la corona e il manto di porpora e d’ermellino4 […].
Nella realtà vera le azioni che mettono in rilievo un carattere si stagliano
su un fondo di vicende ordinarie, di particolari comuni. Ebbene gli scrittori, in
genere, non se n’avvalgono, o poco se ne curano, come se queste vicende, questi
particolari non abbiano alcun valore e siano inutili e trascurabili. Ne fa tesoro
85 invece l’umorista. L’oro, in natura, non si trova frammisto alla terra? Ebbene,
gli scrittori ordinariamente buttano via la terra e presentano l’oro in zecchini
nuovi, ben colato, ben fuso, ben pesato e con la loro marca e il loro stemma
bene impressi. Ma l’umorista sa che le vicende ordinarie, i particolari comuni, la
materialità della vita in somma, così varia e complessa, contradicono poi aspramente
90 quelle semplificazioni ideali, costringono ad azioni, ispirano pensieri e
sentimenti contrarii a tutta quella logica armoniosa dei fatti e dei caratteri concepiti
dagli scrittori ordinarii. […] Non ci sentiamo guizzar dentro, spesso, pensieri
strani, quasi lampi di follia, pensieri inconseguenti, inconfessabili finanche a
noi stessi, come sorti davvero da un’anima diversa da quella che normalmente
95 ci riconosciamo? Di qui, nell’umorismo, tutta quella ricerca dei particolari più
intimi e minuti, che possono anche parer volgari e triviali se si raffrontano con le
sintesi idealizzatrici dell’arte in genere, e quella ricerca dei contrasti e delle contradizioni
su cui l’opera sua si fonda, in contrapposizione alla coerenza cercata
dagli altri; di qui quel che di scomposto, di slegato, di capriccioso, tutte quelle
100 digressioni che si notan nell’opera umoristica, in opposizione al congegno ordinato,
alla composizione dell’opera d’arte in genere.