LA DISPERSIONE DELLA LUCE
Newton, studiando la rifrazione della luce, scoprì che facendo passare un raggio di luce bianca solare attraverso un prisma di vetro a base triangolare, esso usciva dal prisma scomposto in sette colori (rosso, arancio, giallo, verde, azzurro, indaco, violetto), poi definiti spettro della luce.
Questo fenomeno, noto come dispersione della luce, è un effetto della rifrazione.
La luce, che ci appare come un’unica radiazione bianca, in realtà è policromatica,
perché composta da sette radiazioni monocromatiche, cioè di un solo colore. Entrando e uscendo dal prisma, ogni radiazione monocromatica subisce una doppia rifrazione diversa: la radiazione rossa, per esempio, è quella deviata in misura minore, la violetta quella deviata in misura maggiore. La diversa deviazione che le radiazioni subiscono fa sì che, quando escono dal prisma, risultino separate.
Le sette radiazioni monocromatiche corrispondono a onde con frequenza e lunghezza diversa e ogni frequenza viene perciò deviata in maniera leggermente diversa rispetto alle altre da ciascuna delle due rifrazioni che subisce.
Lo spettro della luce solare, o spettro elettromagnetico, comprende anche radiazioni che i nostri occhi non riescono a vedere: la radiazione ultravioletta, costituita da onde di lunghezza minore di quelle della luce violetta, e la radiazione infrarossa, costituita da onde di lunghezza maggiore di quelle della luce rossa. Il calore, quasi sempre associato alla luce generata dalle sorgenti luminose, è emesso come radiazione infrarossa.