I recettori sensoriali dell’occhio

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I RECETTORI SENSORIALI DELL’OCCHIO

La retina è la parte più importante dell’occhio: essa, infatti, è costituita dalle cellule sensoriali, o fotorecettori, ossia cellule sensibili alla luce. Per la loro forma, i fotorecettori si distinguono in coni e bastoncelli (4).


  io studio  


  • I coni, più numerosi nella zona della retina opposta alla pupilla, detta fovea, sono attivati dalla luce intensa e sono sensibili ai colori, in particolare alla luce rossa, verde e blu.
  • I bastoncelli, più numerosi alla periferia della retina, percepiscono le variazioni di luce ma non i colori.

È grazie ai bastoncelli se riusciamo a distinguere i contorni e le forme dei corpi anche in una stanza poco illuminata: però li vediamo in “grigio e nero”, perché i coni in condizioni di scarsa illuminazione non sono attivati.
Coni e bastoncelli sono collegati alle terminazioni del nervo ottico, che esce dal bulbo oculare per raggiungere il cervello; il punto di origine del nervo, che è privo di coni e bastoncelli, è detto punto cieco.



(4) Coni e bastoncelli
I coni e i bastoncelli che formano la retina trasformano la luce in impulsi nervosi che, tramite il nervo ottico, giungono al cervello, dove sono elaborati in informazioni visive.

LA FORMAZIONE DELLE IMMAGINI

Il funzionamento dell’occhio viene spesso paragonato a quello di una macchina fotografica: l’iride è come il diaframma che fa entrare la giusta quantità di luce aprendo o chiudendo l’obiettivo (paragonabile a sua volta alla pupilla); il cristallino è come la lente della macchina, dirige i raggi luminosi sulla retina assicurando la messa a fuoco e producendo su di essa un’immagine capovolta e rimpicciolita (5); la retina è come la pellicola sensibile alla luce, su cui si imprime l’immagine.
Coni e bastoncelli della retina traducono l’immagine in impulsi nervosi che giungono al cervello, dove si trasformano in visione cosciente: quindi, continuando nel paragone, la funzione del cervello potrebbe essere assimilata al lavoro del fotografo che sviluppa la pellicola. Ma il cervello, in realtà, fa di più: riorganizza gli stimoli luminosi e rielabora l’immagine interpretandola attraverso l’associazione a forme, colori e movimenti già presenti nella memoria.
C’è anche un’altra differenza essenziale tra occhio e macchina fotografica: gli occhi sono due, e questo ci permette di vedere in tre dimensioni e, così, di percepire la profondità, una caratteristica propria della visione binoculare (6), ossia di quel tipo di visione nella quale la stessa immagine viene vista da entrambi gli occhi. Si tratta di un aspetto fondamentale: se per afferrare la matita poggiata sul banco muovi il braccio con sicurezza, è proprio perché il cervello ti dice a quale distanza si trova, ti dà cioè la percezione della profondità.



(5)  La messa a fuoco
Ogni oggetto colpito dalla luce riflette raggi luminosi in tutte le direzioni; alcuni passano attraverso la pupilla ed entrano nell’occhio. La cornea, l’umor acqueo, il cristallino e l’umor vitreo funzionano come lenti e dirigono i raggi luminosi sulla retina, producendo un’immagine dell’oggetto osservato capovolta e di dimensioni ridotte. Grazie a particolari muscoli, detti ciliari, il cristallino assicura la messa a fuoco: si appiattisce, in modo da deviare di poco i raggi luminosi, quando deve mettere a fuoco oggetti lontani; diventa più spesso, accentuando la deviazione dei raggi, quando l’oggetto è vicino. ll risultato è che l’immagine si forma sempre sulla retina. Nella corteccia cerebrale, per prima cosa, l’immagine viene di nuovo capovolta.
 

(6) Vedere in tre dimensioni
La capacità di vedere in rilievo è resa possibile dalla posizione dei due occhi, frontali e separati tra loro di pochi centimetri, dunque capaci di convergere sullo stesso oggetto (nel nostro esempio un dado), vedendolo però da angolazioni leggermente diverse. 
Prima di arrivare al cervello, le fibre dei due nervi ottici si incrociano: il nervo proveniente dall’occhio destro va all’emisfero sinistro, l’altro va all’emisfero destro. Nella corteccia cerebrale le due immagini si sovrappongono e si fondono in un’unica immagine tridimensionale.
  Uso le domande guida  
  • Da quali parti è formato l’occhio?

  • Quale funzione hanno coni e bastoncelli?

  • Come si forma l’immagine di ciò che vediamo?

  • Che cosa si intende per visione binoculare?

Scienze evviva! - volume 3
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