Chi sono?
Dove
vivono?
Come si
riproducono?
Gli anfibi (dal greco, «doppia vita») sono
animali che conducono una vita
a metà tra l’ambiente acquatico e quello
terrestre. Da un punto di vista evolutivo, rappresentano il primo tentativo compiuto dai vertebrati di conquistare la terraferma.
Hanno uno scheletro osseo e sono tetrapodi, cioè posseggono quattro arti, o zampe: due anteriori e due posteriori.
Respirano per mezzo di polmoni; poiché si tratta, però, di organi piuttosto rudimentali e non bastano a garantire l’ossigeno necessario, gli anfibi respirano anche per mezzo della pelle. Quest’ultima è ricoperta da un muco viscido che la mantiene umida; inoltre, in diverse specie, sono presenti ghiandole che secernono sostanze velenose per scoraggiare i predatori.
Gli anfibi non possono, però, vivere completamente lontano dall’acqua: la pelle di cui sono rivestiti è morbida e permeabile e, pur essendo umida, non li protegge a sufficienza dalla disidratazione, cioè dalla perdita di acqua dal corpo. Inoltre, dipendono dall’acqua per la riproduzione: sono infatti prevalentemente ovipari e in genere depongono uova racchiuse in cordoni gelatinosi, che fuori dall’acqua si seccherebbero.
Il ciclo vitale degli anfibi è caratterizzato da una fase di larva, il girino, che si schiude dalle uova e che si trasforma in individuo adulto tramite un processo di metamorfosi: le larve sono esclusivamente acquatiche, prive di arti, e respirano per mezzo di branchie, e solo con la metamorfosi acquisiscono caratteristiche degli animali terrestri (zampe, respirazione polmonare). Gli anfibi sono animali eterotermi.
Appartengono a questo gruppo rane e rospi (anuri), tritoni e salamandre (urodeli).