RADICI
Le radici, generalmente, costituiscono la parte sotterranea di una pianta: servono ad
ancorarla al suolo e assorbono da questo i sali minerali, necessari alle funzioni cellulari,
e le grandi quantità di acqua indispensabili alle foglie per svolgere la fotosintesi
clorofilliana.
L’ampiezza dell’apparato radicale di una pianta è in genere maggiore dell’estensione della sua chioma. Quanto più esteso è l’apparato radicale, infatti, tanto maggiore è la possibilità di assorbire acqua e sali minerali dal terreno e quindi di sviluppare la parte aerea della pianta.
La radice (1) è costituita da una parte terminale, detta apice, nella quale le cellule si dividono continuamente per permettere alla radice di crescere e penetrare nel suolo sempre più in profondità; l’apice è rivestito dalla cuffia, una sorta di cappuccio che serve a proteggerlo. Poco sopra l’apice c’è una zona deputata all’assorbimento, nella quale sono presenti molti
peli radicali, speciali cellule dotate di un’appendice assorbente (il pelo appunto).
L’acqua, attraverso i peli radicali, penetra nella radice
tramite l’osmosi: poiché nel suolo l’acqua è presente in quantità maggiore rispetto a quanto non sia nella pianta (anche perché evapora continuamente attraverso le foglie con la traspirazione), passa spontaneamente dal suolo, dove è più abbondante, alla radice, dove lo è meno. Sempre attraverso i peli radicali passano alla pianta anche i sali minerali presenti nel suolo. L’acqua e i sali minerali in essa disciolti, che dalle radici risalgono lungo la pianta, costituiscono la linfa grezza.
Le radici delle piante possono essere di diverso tipo: fascicolate, a fittone, tuberiformi, avventizie.