Dossier Arte - volume 3 

Il Romanticismo Théodore Géricault speranza. I lati del dipinto sono volutamente occupati solo dall incresparsi di alte onde che, viste le dimensioni della tela, coinvolgono emotivamente l osservatore nella tragedia. Ad accentuare il senso di coinvolgimento, Géricault adotta un taglio fotografico, apparentemente rubato all attimo: non inquadrando il corpo di destra per intero richiama l attenzione sulla sua magrezza e sulle sofferenze patite. La mancanza di un intero della scena imprime alla zattera il senso del movimento incontrollato tra le onde. Géricault impiega la luce in maniera sapiente, puntandola sui naufraghi esanimi, le cui carni sono d un verdastro innaturale, il colore della morte. La sequenza di cadaveri, appena coperti da drappi laceri, testimonia l i- 6. Théodore Géricault, Corazziere ferito che abbandona il campo di battaglia, 1814, olio su tela, 358x294 cm. Parigi, Museo del Louvre. 7. Théodore Géricault, La zattera della Medusa, 1819, olio su tela, 491x716 cm. Parigi, Museo del Louvre. numana ed estenuante sofferenza delle giornate passate in balia del mare: le cronache del tempo parlano persino di atti di cannibalismo. La zattera della Medusa non solo segna il definitivo superamento del rigore e della canonizzazione neoclassica, ma la sua crudezza anticipa il Realismo. Il dipinto non ebbe il successo sperato dall artista, anzi fu pesantemente attaccato per le stesse ragioni per le quali è considerato un capolavoro della modernità: si rimproverò a Géricault di aver presentato un fatto di cronaca alla stregua di un dramma universale e, soprattutto, di aver concesso troppo spazio ai due marinai di spalle di cui uno di colore che erano sopravvissuti alla tragedia. La nave, quasi impercettibile all orizzonte, è pressoché equidistante dalla vista dei naufraghi e da quella dello spettatore, incrementando così il senso d immedesimazione con la disperazione dei sopravvissuti. 55

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Dossier Arte - volume 3 
Dal Neoclassicismo ai giorni nostri