Azimuth

9 Dal dopoguerra alla fine del Novecento Azimuth 52. Agostino Bonalumi, Rosso, 1959, tela estroflessa e tempera vinilica, 60x90 cm. Milano, Museo del Novecento. 53. Enrico Castellani, Superficie bianca, 1971, acrilico su tela estroflessa, 120x100 cm. Milano, Museo del Novecento. Nei tardi anni Cinquanta anche in Italia prendono avvio alcune ricerche artistiche che si rifanno all avanguardia Dada in contrapposizione al ripiegamento interiore e soggettivo dell Arte informale. Milano è la capitale del boom economico nazionale del dopoguerra ed è il luogo dove i fermenti culturali e artistici sono più vivaci. Punti di riferimento imprescindibili sono da un lato lo Spazialismo di Lucio Fontana, dall altro le espressioni monocromatiche di Yves Klein che, proprio in questi anni, vengono esposte in città presso la Galleria Apollinaire. Tra la fine del 1959 e i primi mesi dell anno successivo esce la rivista Azimuth che, pur avendo una vita molto breve, rappresenta uno spaccato di estremo interesse per capire le dinamiche artistiche milanesi di questo periodo. Tra i suoi giovanissimi fondatori figurano Agostino Bonalumi, Enrico Castellani e Piero Manzoni. Alla rivista, Castellani e Manzoni affiancano la gestione della piccola galleria Azimut (volutamente senza la acca finale per marcare una sottile differenza rispetto al progetto editoriale), nella quale chiamano a esporre i principali rappresentanti delle tendenze d avanguardia dell epoca. te introflessioni ed estroflessioni (imbottite di carta o gommapiuma), essa acquisisce la terza dimensione, catturando lo spazio in quadri-scultura dalle forme geometriche pure e astratte. il caso di Rosso (52), in cui una tela, dipinta appunto di rosso, è estroflessa per formare quattro ellissi identiche, disposte in maniera simmetrica. La scelta è di intervenire su superfici monocrome, in cui l azione dell autore sia il più possibile limitata, cancellando ogni traccia di soggettivismo, al contrario di ciò che accade nell Arte informale, espressiva e gestuale. Enrico Castellani Anche Enrico Castellani (Castelmassa 1930) rivolge il suo interesse alla minimizzazione degli elementi del quadro. Egli utilizza infatti soltanto tele, chiodi e pochi colori acrilici che ben presto si riducono unicamente al bianco. La sua opera Superficie bianca (53) presenta una tela mossa da una tessitura geometrica regolare di concavità e convessità, che attiva un inusuale trama di luci e ombre e che sviluppa, con estremo rigore, la dialettica spaziale di Lucio Fontana. Piero Manzoni Agostino Bonalumi Dopo aver abbandonato una fase creativa iniziale, contrassegnata da ready-made naturalistici ottenuti con arbusti e fogliame, Agostino Bonalumi (Vimercate 1935-Desio 2013) si concentra sulla tela, che da semplice supporto diventa opera d arte a sé stante. Median434 Degli artisti di Azimuth , Piero Manzoni (Soncino 1933-Milano 1963) è certamente il più drastico e provocatorio. Il suo Uovo con impronta (54) è una scultura da mangiare e compare per la prima volta in una personale dell autore a Copenaghen. Il 21 luglio 1960, presso la galleria Azimut, Manzoni ripete quanto già fatto

Dossier Arte - volume 3 
Dossier Arte - volume 3 
Dal Neoclassicismo ai giorni nostri