FOCUS: I Cretti di Burri, dal museo al paesaggio

Focus I CRETTI DI BURRI: DAL MUSEO AL PAESAGGIO A partire dai primi anni Settanta Alberto Burri si dedica alla realizzazione dei cosiddetti Cretti, in cui abbandona i contrasti cromatici e materici che, in larga parte, hanno caratterizzato la produzione precedente. Questa volta l artista non violenta la materia, ma si esprime attraverso una stesura unica di un impasto di caolino, terre, colla vinilica e pigmenti bianchi o neri; tale miscela viene depositata ancora fresca su di un supporto di cellotex, un materiale industriale ottenuto amalgamando e compattando colla e segatura. Gestendo poi in maniera controllata i tempi di essiccazione e ritiro dell impasto, Burri ottiene tessiture screpolate a cui è affidata tutta l efficacia espressiva di opere che rimandano all eterno confronto tra vitalità e disgregazione. Il Cretto G 1 e il Nero Cretto G 4 sono presenze terrestri in cui una materia totalizzante, spessa e rugosa, dà vita a grandi superfici Alberto Burri, Cretto G 1, 1975, acrovinilico su cellotex, 171x151 cm. Roma, Galleria Nazionale d Arte Moderna (GNAM). Alberto Burri, Nero Cretto G 4, 1975, acrovinilico su cellotex, 170x150 cm. Città di Castello, Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri. Alberto Burri, Grande Cretto Nero, 1978, ceramica, 500x1500 cm. Napoli, Museo e Gallerie Nazionali di Capodimonte. Alberto Burri, Grande Cretto, 1984-2015. Gibellina. 412

Dossier Arte - volume 3 
Dossier Arte - volume 3 
Dal Neoclassicismo ai giorni nostri