Dossier Arte - volume 3 

9 Dal dopoguerra alla fine del Novecento I Tagli Successivamente l artista ritorna a una gestualità più austera con i Tagli: si tratta di veri e propri squarci praticati con precisione su tele monocrome e spesso chiusi sul retro con strisce di garza nera. Quest ultima tecnica, che impedisce allo sguardo di apprezzare riferimenti oltre il supporto, è utilizzata per rafforzare nello spettatore la sensazione di attraversamento verso prospettive spaziali indefinite e totali. Infatti, grazie alle fenditure, lo spazio può fluire attraverso una nuova tipologia di opera che si estende in modo decisivo e potente, superando i limiti usuali di un quadro o di un volume scultoreo, per raggiungere l unità ideale e materiale prospettata da Fontana nelle sue teorie. Disposti in serie ritmiche o realizzati singolarmente come nel caso della nitida apertura obliqua di Concetto spaziale. Attesa (4) del 1960, i tagli vengono praticati da Fontana non solo sulle tele ma anche su lastre metalliche, lucide e riflettenti. Il trittico Concetto spaziale. New York 10 (5) del 1962 è un insieme di tre fogli di rame segnati da graffi e da grandi lacerazioni verticali. Nell opera, realizzata al rientro da un soggiorno negli Stati Uniti, l artista intende restituire le impressioni della città americana; è egli stesso infatti a dichiarare che solo la lamiera riesce perfettamente «a dare il senso di questa metropoli tutta fatta di vetri, di cristalli, di orge di luci, di bagliori di metallo . 4. Lucio Fontana, Concetto spaziale. Attesa, 1960, tecnica mista su tela, 100x80 cm. Milano, Museo del Novecento. 5. Lucio Fontana, Concetto spaziale. New York 10, 1962, trittico, rame con lacerazioni e graffi, 234x94 cm ciascun pannello. Milano, Fondazione Lucio Fontana. 404

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Dal Neoclassicismo ai giorni nostri