Dossier Arte - volume 3 

8 L'arte tra le due guerre Siqueiros (Chihuahua 1896-Cuernavaca 1974), autore del muNel 1933 Sironi sottoscrive il Manifesto della pittura murale (pubrales Dal Porfirismo alla Rivoluzione (63) abbracciano l idea che blicato su La Colonna ), nel quale di fatto formula i principi dell arte fascista, che per lui deve essere un arte sociale, collettiva, l arte debba assolvere al compito di una crescita culturale collettieducatrice. In quest ottica la dimensione borghese del quadro vieva: deve pertanto vivere in spazi aperti, condivisi da larghi strati ne superata a favore di una pittura murale, le cui radici affondano della società. nella grande tradizione della pittura ad affresco italiana. Dichiara Sironi «la pittura murale è pittura sociale per eccellenza [ ]. L artista deve rinunciare a quell egocentrismo che ormai non potrebbe che insterilire il suo spirito, e diventare un artista militante, cioè a dire un artista che serve un idea morale e subordina la propria individualità all opera collettiva . Si parla di un arte di Stato, in quanto la committenza privata è sostituita da quella pubblica. Lo Stato fascista finanzia numerose opere pubbliche in questi anni scuole, uffici, università, Palazzi di giustizia per le quali sono coinvolti molti artisti, chiamati a realizzare grandi cicli decorativi. Si crea pertanto una stretta collaborazione tra architetti, pittori e scultori. „ Il lavoro Sironi sostiene che la grande decorazione muraria ha più valore di un quadro, in quanto è un arte svincolata dal possesso individuale, dal mercato dell arte e destinata a tutti, dal momento che si vede per le strade, nelle piazze, nei luoghi di lavoro. Alla Triennale di Milano del 1933 Sironi cura una sezione in cui invita pittori come De Chirico, Carrà, Savinio e Severini e scultori come Arturo Martini, Marino Marini e Lucio Fontana, a confrontarsi sull allegoria del lavoro , 62. Mario Sironi, Il lavoro, 1933, 63. David Alfaro Siqueiros, Dal Porfirismo alla Rivoluzione. soggetto anche di una sua pittura murale a noi pittura parietale per la V Triennale La rivolta agraria di Emiliano Zapata, 1926, murales. Castillo tramandata solo attraverso una documentadi Milano (opera perduta). de Chapultepec (Messico), Museo Nacional de Historia. zione fotografica. Sironi realizza infatti, sulla parete di fondo del salone delle cerimonie, un grande affresco intitolato Il lavoro (62): l intera composizione risulta divisa in scomparti, secondo una sequenza narrativa che, sotto l egida dell homo faber, unisce mitologia e modernità, epica e attualità con un linguaggio chiaro ed espressivo, senza retorica, in linea con il desiderio di una ricostruzione plastica dell universo e nella piena coscienza della funzione etica dell artista nella società in cui si trova a operare. In un contesto diverso, il movimento muralista messicano, a partire dagli anni Venti del Novecento, teorizza un arte sociale in luoghi pubblici, di larga partecipazione, i cui temi sono legati da una parte alla narrazione del mondo precolombiano e dall altra alla Conquista spagnola e all avvio dell epoca moderna. Le tre personalità più significative José Clemente Orozco (Ciudad Guzm n 1883-Città del Messico 1949), Diego Rivera (Guanajuato 1886-Città del Messico 1957) e David Alfaro 370

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Dal Neoclassicismo ai giorni nostri