Dossier Arte - volume 3 

Il Ritorno all Ordine e la riscoperta del classico La situazione italiana denza come per Sironi l architettura non sia propriamente una forma d arte, ma la sua stessa definizione. Arte significa costruire e alla figura dell architetto-artista è consegnato il difficile compito di organizzare gli spazi entro i quali si svolge la vita e il destino degli uomini, insieme al grande progetto di rinnovamento delle arti. Il gruppo dei sette pittori del Novecento si presenta per la prima volta al pubblico nel 1923, alla Galleria di Lino Pesaro a Milano; l anno successivo espone alla Biennale di Venezia. Sull onda dei successi raggiunti, Margherita Sarfatti vuol conferire un respiro più ampio e ambizioso al suo progetto, trasformando il Novecento da movimento a scuola. Nel 1926, al Palazzo della Permanente di Milano si tiene la prima mostra del Novecento Italiano, con discorso inaugurale di Mussolini e la partecipazione di 110 artisti. Nella mostra del 1929 gli espositori aumentano ancora, tanto da trasformare il movimento in una generica aggregazione di arte italiana, priva di una reale comunione di intenti. Subito dopo sono organizzate mostre all estero, ma già nei primi anni Trenta l avventura sarfattiana può dirsi conclusa, in quanto Mussolini toglie il proprio appoggio al gruppo, in linea con una politica culturale che intende attuare una fascistizzazione del sistema più che appoggiare una ricerca precisa, e anche per la dimensione esterofila poco consona al clima autarchico che va imponendo il regime. In realtà, nel corso degli anni Trenta, il fascismo cercherà di definire un proprio stile. L artista che da allora in avanti sarà il più fedele interprete della retorica fascista è Mario Sironi. 60. Mario Sironi, Solitudine, 1926, olio su tela, 98x82 cm. Roma, Galleria Nazionale d Arte Moderna (GNAM). Mario Sironi: dal Novecento al Muralismo Nell ambito del gruppo del Novecento, Mario Sironi (Sassari 1885-Milano 1961) detiene una posizione di primo piano. „ Solitudine Dopo una formazione futurista, nel dopoguerra si volge verso lo studio dell arte italiana del Trecento e del Quattrocento, come si può vedere in Solitudine (60), un olio del 1926 in cui una donna seduta, con un espressione cupa che ricorda certe figure picassiane, emerge con evidente sintesi statuaria e sobrietà cromatica, fatta eccezione per il bianco folgorante della veste, su uno sfondo caratterizzato da un apertura ad arco a tutto sesto che rimanda a inserti architettonici di chiara derivazione classica. „ I costruttori (Composizione) Tradizione e arcaismo non sono tuttavia, per Sironi, motivi di fuga dal presente, ma ricerche linguistiche con le quali è possibile indagare la società industriale contemporanea. Egli realizza infatti alcune vedute di periferie urbane, dove arcaismo e modernità si fondono. Ne I costruttori (61), i corpi nudi degli uomini si collocano in un paesaggio industriale spettrale, in cui il chiaroscuro e l essenzialità dei riferimenti creano un atmosfera drammatica e straniante. Sironi concretizza il suo pensiero attraverso un immagine epica dell uomo moderno, inteso come depositario del passato e insieme artefice della nuova civiltà urbana, un uomo che appare dotato dello stesso peso e consistenza degli edifici, blocco monumentale accanto ad altri blocchi, gigante tragico di un mondo emerso da un tempo lontano. 61. Mario Sironi, I costruttori (Composizione), 1929, olio su tela, 100x70 cm. Milano, Museo del Novecento. 369

Dossier Arte - volume 3 
Dossier Arte - volume 3 
Dal Neoclassicismo ai giorni nostri