Declinazioni surrealiste in scultura

8 L arte tra le due guerre Declinazioni surrealiste in scultura La riflessione surrealista sulla forma biomorfica e metamorfica, a vario modo declinata nei linguaggi pittorici dei diversi artisti, ha un naturale sviluppo nella ricerca plastica, a cui si aggiunge anche l attenzione verso le forme essenziali dell arte primitiva, oltreché una particolare sperimentazione dell assemblage. In questo scenario assume rilievo il lavoro di artisti come Alberto Giacometti, Alexander Calder, Hans Arp, Henry Moore e Joan Mir , che partecipano alle varie mostre surrealiste, proseguendo in una dimensione autonoma le proprie ricerche nel corso degli anni. Lo scultore svizzero Alberto Giacometti (Borgonovo di Stampa 1901-Coira 1966) si avvicina al Surrealismo fra il 1926 e il 1935. Dopo questa fase si volgerà verso una ricerca esistenzialista con la quale normalmente è identificato. Egli guarda all opera di Brancusi, alla scultura cubista e all arte primitiva africana ed esplora tematiche legate all immaginario sessuale. Nei primi anni Trenta realizza alcune sculture mobili. Questa ricerca raggiunge una particolare originalità nella Sfera sospesa (46), costituita da una struttura metallica aperta che contiene al proprio interno una sfera sospesa che oscilla sopra una forma a mezzaluna. evidente un gioco di rimandi al femminile (la forma morbida e accogliente) e al maschile (la forma aggressiva e tagliente). Ma l aspetto più importante del lavoro è il movimento potenziale e reale della forma plastica, che può infatti, se sospinta, oscillare come un pendolo. La sfera e la mezzaluna sembrano accarezzarsi vicendevolmente, ma di fatto non si toccano, generando un sentimento di frustrazione e impotenza. Il movimento è al centro anche della ricerca di Alexander Calder (Lawton 1898-New York 1976). Di origine americana, Calder si trasferisce a Parigi nel 1926. Dalla sua riflessione sul movimento, negli anni Trenta nascono i mobiles, definizione che si deve a Du- champ. Si tratta di strutture in filo di ferro e motivi policromi, che ricordano le forme biomorfiche di Mir , il cui movimento è affidato unicamente allo spostamento dell aria. Trappola per aragoste e coda di pesce (47), per esempio, è una composizione di fili di acciaio, figure e foglie metalliche verniciate; è appesa al soffitto e si muove grazie a un meccanismo di bilancieri e leve che la rendono sensibile a ogni 46. Alberto Giacometti, Sfera soffio, sotto la forza delle corsospesa, 1930-1931, renti d aria, trasformandone gesso e metallo, continuamente la forma. h 161 cm Zurigo, Dopo il Dadaismo, Hans Arp Kunsthaus. conduce una propria ricerca plastica surrealista. Crea delle forme morbide e sensuali che definisce concrezioni plastiche (48), riflettendo sul concetto di arte concreta nell accezione proposta nel 1936 dallo scultore, pittore, architetto e designer svizzero Max Bill (Winterthur 1908-Berlino 1994). Bill ricorre all utilizzo dell espressione concreto , intendendo con questo concetto un arte il cui punto di partenza non è un processo di astrazione dal reale, ma una ricerca basata sull armonia degli elementi formali. Uno dei momenti fondamentali della sua riflessione sono i numerosi Nastro senza fine (49). «Sono convinto osservava Bill che la loro efficacia stia in parte nel loro valore simbolico; essi sono modelli per la 47. Alexander Calder, Trappola per aragoste e coda di pesce, 1939, filo d acciaio e fogli d alluminio colorati, 260x290 cm. New York, Museum of Modern Art (MoMA). 48. Hans Arp, Concrezione umana, 1934, marmo, 32x56x43 cm. Parigi, Musée National d Art Moderne, Centre Georges Pompidou. 49. Max Bill, Nastro senza fine, versione IV, 1960-1961 ca. (la prima versione in pietra è datata 1935-1953), granito, 130x175x90 cm. Parigi, Musée National d Art Moderne, Centre Georges Pompidou. 361

Dossier Arte - volume 3 
Dossier Arte - volume 3 
Dal Neoclassicismo ai giorni nostri